Capitolo 5

7.6K 397 22
                                    

La notte non è mai stato il mio punto forte, la notte è quel momento della giornata in cui ti rispecchi con te stesso. Sentivo la voce di Harry che diceva “Non smetterai mai di essere ciò che sei.” Ma la domanda era, chi ero veramente? Quale parte di me era la vera Chris? Ricordavo quando tornavo da scuola e correvo ad abbracciare mia madre e lei con dolcezza mi chiedeva cosa avessi fatto, mi sedevo a tavola e le raccontavo la mia mattinata per filo e per segno. Mi mancavano quei giorni, quei momenti, quei sorrisi puri e sinceri. Per un attimo mi chiesi se potesse tornare tutto un giorno, se io potessi tornare così, bella solare e modesta.

-Tesoro c’è Harry di sotto che ti aspetta!- urlò la nonna da fuori la porta.

-Harry?- domandai a mia volta.

-Si è qui dalle 7 ma non voleva svegliarti.

-Ora scendo- dissi sbadigliando.

Presi un pantalone di una tuta nero e una canotta bianca, una felpa e le mie adorate converse, mi lavai i denti e fermai i capelli in una specie di chignon con la matita. Ero inguardabile.

-Giorno- Harry mi sorrise ed era così incredibilmente falso che avrei voluto prenderlo a pugni.

-Il divano non era di tuo gradimento?- esordii sedendomi a tavola per fare colazione.

- Christina!- mi ammonì la nonna.

-Fai colazione che dopo ti porto in un posto- disse Harry come se non avesse sentito la mia provocazione.

-Si signor capitano!- alzai la mano in segno di rispetto e sorrisi.

Quando ebbi finito la mia perfetta colazione italiana Harry mi tirò per il braccio e mi portò con se. Non avevo la benché minima idea di dove mi volesse portare. Dopo aver camminato a lungo senza rivolgerci la parola mi feci coraggio.

-Perché sei andato via stanotte?- mi guardai i piedi per l’imbarazzo.

-Non volevo più dare fastidio. Tu mi odi e tua nonna non può combattere con tutti e due, tu gli basti credo.

-Capisco- io non lo odiavo, ok forse un po’ si.

-Siamo arrivati- mi disse indicando un vecchio garage abbandonato.

-Che posto è?- domandai entrando. C’era un piccolo divano, un mucchio di chitarre appoggiate al muro e un grosso telone che copriva una moto.

-Ci vengo quando ho bisogno di stare da solo. Mi rilasso.

-Perché mi ci hai portato?- domandai avvicinandomi al telone.

-Voglio che fai una cosa per me- disse con fare un po’ troppo naturale.

-Che tipo di cosa?- chiesi incenerendolo con gli occhi. Iniziò a spogliarsi, si sbottonò la camicia e intravidi una serie di meravigliosi tatuaggi che incorniciavano il suo petto, rimasi imbambolata senza dire una parola. Si tolse le scarpe e si abbassò i jeans e le gambe forti e muscolosi fecero eco a un addome bellissimo. Le braccia piene di tatuaggi e il fisico scolpito lo rendevano ancora più perfetto di quanto non lo fosse già. Sorrise malizioso e quello sguardo mi fece rabbrividire.

-Che cosa hai fatto Harry?- domandai senza fiato.

-Non preoccuparti, non voglio violentarti- sorrise e le due fossette apparvero sulle sue guance perfette.

-E allora cosa vuoi?- chiesi distogliendo lo sguardo. Altri due minuti di quella vista e gli sarei saltata addosso anche io. Guardare Harry con solo i boxer addosso era quanto di più vicino alla perfezione che avessi mai visto nei miei miseri 17 anni. Era la totale contemplazione della luce. Era così irreale.

Drawing. || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora