Capitolo 6

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Erano passati giorni e non vedevo Harry se non la sera dalla finestra oppure quando veniva a trovare mia nonna ma chiedeva solo di lei. Mi faceva tristezza tutto quello, non volevo finisse in quel modo eppure ero stata io a metterlo alle strette, io gli avevo chiesto di lasciarmi in pace e mai come in quel caso mi ero pentita delle mie parole. Sentivo il bisogno di averlo vicino e quando la nonna mi chiedeva perché Harry non venisse più a trovarmi le rispondevo con un vago “Avrà da fare”. Non sapevo come risolvere le cose, lui era l’unico amico che avevo trovato ma sarebbe stato difficile per me avvicinarlo se non con una scusa stupida.

-Christina!- la nonna urlò dalla cucina. Mi precipitai di sotto e vidi la nonna accasciata a terra con Mike che gli abbaiava contro.

-Nonna che hai?- domandai cercando di farla rialzare.

-Niente, sto bene- mentì.

-Non scherzare! Tu stai male- urlai.

-Chiama Harry, lui sa già.

Cosa sapeva Harry che io non sapessi? Lei era mia nonna e doveva dirle a me le cose non al vicino di casa. Corsi a casa di Harry e bussai più volte il campanello della villa ma nessuno rispose. Era la prima volta che cercavo di entrarci e mi immaginavo già una fila di domestici che si precipitassero a rispondere.

-Chi è?- la voce non di Harry risuonò dal citofono.

-Harry è in casa?- domandai senza esitazioni.

Non risposero e immediatamente una donna sulla cinquantina venne ad aprirmi il cancello. Era la cameriera, lo si capiva da come era vestita. Aveva una gonna nera un po’ larga e una camicetta bianca. I capelli raccolti in uno chignon e i guanti da cucina alle mani. Era ora di pranzo e Harry forse stava mangiando. Ma non mi importò molto, entrai senza neanche salutare. Era seduto sul divano in boxer, stava guardando un documentario sulle foche e giuro che se non fosse stato per la nonna sarei scoppiata a ridere.

-Ho cercato di fermarla ma non mi ha neanche vista- disse la donna.

-Non preoccuparti Claire, vai, ci penso io- poi mi guardò- che succede Pollicino?

Odiavo quel soprannome.

-La nonna sta male, ha detto che tu sai- sbottai ansiosa.

La sua faccio cambiò espressione e sentii la gola dello stomaco rigirarsi. Era tanto grave? E perché lei non me ne aveva parlato?

-Andiamo!- urlò.

-In boxer?- gli feci notare.

-Merda- prese il jeans da sopra al divano e se lo infilò, una maglia a mezze maniche rossa e uscimmo sbattendo la porta. L’ansia mi aveva impedito di osservare il salotto e per questo sarei dovuta ritornare con l’anima in pace.

-Cos’ha la nonna?- chiesi nel panico appena vidi che aveva perso i sensi. Mike continuava ad abbaiare e da lì a poco sarei scoppiata a piangere. Harry non rispondeva continuava a urlare dicendo “Dove cazzo sono?” e io non capivo a cosa si riferisse.

-Mi dici che diavolo ha mia nonna?- urlai in preda alla disperazione e cercando di smuoverla da quel sonno apparente. La strattonai più forte e cominciai a piangere.

-Chiama un’ambulanza!- mi guardò con uno sguardo feroce mentre rovistava nei cassetti e nei mobili.

Feci come mi aveva detto lui e l’ambulanza arrivò qualche minuto dopo, io e Harry entrammo con la nonna e le misero subito il respiratore. Volevo sapere la verità, ma le lacrime scendevano senza permettermi di dire una parola. La conoscevo da poco ma il pensiero di poterla perdere appena adesso che avevo avuto l’opportunità di viverla mi faceva vomitare. Non potevo perdere anche lei o sarei dovuta tornare di Kat e io non volevo, volevo stare qui con la nonna.

Drawing. || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora