-Harry!- urlai appena lo vidi davanti la porta. Ebbi l’impulso di abbracciarlo ma mi limitai a sorridergli.
-La prossima volta scordati che vengo alle tre a vedere se ti caghi sotto, ok?- entrò e mi scompigliò i capelli.
-Sei stato gentile- dissi sorprendendo lui e anche me stessa- grazie.
-Accidenti, la paura ti fa dire cose dolci. Dovresti avere paura più spesso Evans.- aveva i capelli scompigliati dal vento ed era bellissimo.
-Andiamo in camera mia- dissi tirandolo per un braccio.
Ci sedemmo sul letto e lui vide i miei disegni. Se li rigirò tra le mani e mi sorrise, capii che gli piacevano molto.
-Come mai hai paura della notte?- mi domandò poi stendendosi di fianco a me e tirandomi giù per stargli vicino. Non potevo guardarlo negli occhi, così fissavo il soffitto.
-Quando ero piccola, una sera, mia mamma mi lasciò da sola a casa per andare a buttare l’immondizia all’angolo della strada. Avevo cinque anni e pioveva. All’improvviso sentii un forte rumore e il vetro della finestra si ruppe. Cominciai a piangere e a urlare e nessuno mi veniva a prendere. Ero sola. Mamma non tornava e me lo ricordo come se fosse ieri. Mi misi sul divano con il cuscino in testa e coperta fino al collo mentre dalla finestra rotta entrava la pioggia insistente e con la paura che qualcuno potesse entrare da essa. Mia madre tornò poco dopo e mi prese in braccio spaventata anche lei. Da allora ho paura di stare da sola la notte in una casa vuota.
Harry mi guardò girandosi di lato e poggiò la sua bellissima mano sulla mia pancia. Notai la croce tatuata ed ebbi l’impulso di accarezzargliela. Lo feci. Percorsi il contorno del disegno con il dito e milioni di brividi mi penetrarono nel cuore.
Mi strinse a sé e sentii il bisogno di stare così per sempre. Che cosa mi stava succedendo? Perché quel ragazzo mi faceva quell’effetto?
-Chris- sussurrò. Lo guardai negli occhi e quando i nostri sguardi si incrociarono il suo sorriso mi spezzò le ossa- adesso ci sono io qua, ok?
Feci cenno di si con la testa, non avevo paura, non sentivo niente. Appoggiai la testa sul suo addome e mi addormentai come cullata da una ninna nanna.
La mattina dopo mi svegliai da sola nel letto, pensai che si fosse trattato solo di un bel sogno. Scesi le scale ed entrai in cucina.
-Colazione all’italiana per te- Harry mi sorrise mentre preparava cornetti al cioccolato. Era a torso nudo e la vista dei suoi tatuaggi mi ispirava una sicurezza incredibile. Il pantalone della tuta grigio a vita bassa mi permetteva di vedere buona parte dei suoi boxer e metteva in mostra sempre di più il suo fisico.
-Allora mi trasferisco da te?- sorrisi mentre mangiavo il cornetto.
-Ti aiuto a preparare la valigia?- domandò lui in replica.
-Con piacere- dissi sorridendo. Era la prima volta che io e Harry passavamo insieme più di due ore senza litigare. Era un buon segno. Salimmo in camera in silenzio, mi piaceva tutto quello. Io gentile con lui e lui gentile con me.
-Evans dovresti dare un tocco chic al tuo guardaroba- disse mentre piegavamo i vestiti.
-Io non ho nulla di chic, i miei vestiti mi rappresentano- lo guardai negli occhi.
-Ci sono solo jeans, pantacollant e felpe enormi- rise.
-E smettila!- urlai ridendo strappandogli di mano la felpa rossa.
Ci mettemmo quasi un’ora per preparare tutto. Guardai Mike, mi dispiaceva lasciarlo qui da solo.
-Allora bello tu vieni con noi?- Harry si accovacciò per accarezzarlo e lui abbaiò.
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Drawing. || Harry Styles
RomanceLa matita scorreva sul foglio e assumeva pian piano una forma sotto i miei occhi. Bianco e nero. Non pensavo quando disegnavo, non lo facevo mai, e mi ricordava lui, in modo indissolubile. Mi allontanava da tutto il peggio che c'era, quanto di piú s...