Fissavo il soffitto da un paio di giorni ormai. Non mi ero mossa dal mio letto per tutto il tempo se non per mangiare e lavarmi. Mi sentivo persa e vuota e non sapevo come affrontare la situazione, e avevo paura. Quella mattina decisi di togliere gli occhi dal bianco del muro e di andare a trovare la nonna. Avevo bisogno di lei, volevo che uscisse al più presto. Presi dall'armadio un jeans stracciato e una felpa, li indossai scocciata e poi infilai velocemente le scarpe. Scesi giù in cucina e trovai Mike seduto davanti alla porta.
-Ciao bello- sospirai. Eravamo diventati amici in fondo, due anime sole che si facevano compagnia a vicenda.
Mi si avvicinò sbavando, mi abbassai per accarezzargli la testa. Presi poi dal mobile un cornetto vuoto e l'addentai affamata. Sbattei la porta dietro di me mentre masticavo ancora e mi fermai sulla soglia del cancelletto quando vidi Harry sull'altro lato della strada intento a prendere la posta. Si voltò immediatamente come se avesse in qualche modo sentito la mia presenza e i nostri occhi furono l'uno dentro l'altro per un tempo che mi sembrò infinito. Si passò una mano tra i capelli e i ricci caddero all'indietro sfiorandogli appena le spalle. Lo fissai immobile mentre poggiò il suo sguardo su una delle lettere e la strappò con foga. Cercai di comandare i miei piedi ma quelli restarono fermi, inchiodati al suolo mentre imprecavo contro me stessa. Gli occhi di Harry furono di nuovo fissi su di me, i miei occhi non ressero più, abbassai lo sguardo trovando le mie converse rosse e rotte. Sentii il rumore del cancelletto e alzai lo sguardo. Un paio di braccia forti e muscolose presero il sopravvento sbattendo la mia schiena contro il muretto della casa.
-Non essere arrabbiata con me Chris, non odiarmi- sussurrò.
Guardai gli occhi verdi davanti a me e sentii le gambe tremare sotto di lui. Il cuore cominciò ad aumentare i battiti mentre le sue labbra si muovevano per pronunciare quelle parole. Come potevo odiarlo? Lui era la medicina alla mia malattia, la febbre che non avrei voluto curare, il fuoco che non avrei potuto spegnere, lui dava vita ai miei sogni e li uccideva contemporaneamente. Chiusi gli occhi come per raggruppare le idee, ma la terra sembrò mancare da sotto i piedi quando Harry soffiò tra i miei capelli sospirando. Rimasi con le mani schiacciate al muro incapace di muovermi e sussurrai qualcosa di impercebile anche alle mie orecchie.
-Non potrei mai.
Harry lasciò dolcemente la presa e si allontanò mentre con le dita si torturava i capelli. Continuava a guardarmi mentre faceva marcia indietro.
-Un giorno capirai- sussurrò in risposta. Non capivo quella frase, l'aveva ripetuta spesso e volevo sapere, volevo capire. Solo quando attraversò la strada mi resi conto che Harry era uscito in pigiama. Non si voltava. Lui voleva che io non lo odiassi e non lo avrei odiato. Ma avevo bisogno di lui, avevo bisogno delle sue carezze, dei suoi baci, avevo bisogno che mi prendesse in giro, che mi dicesse quanto gli facevano schifo i miei capelli, avevo bisogno di fare l'amore con lui e di sentirlo dentro di me ancora, ancora e ancora. Mi incamminai lentamente verso la fermata dell'autobus e mentre aspettavo mi passarono davanti moltissime persone. Non mi ero mai soffermata sui passanti, ma quella mattina mi sentivo in vena. C'erano una coppietta felice, che camminavano mano nella mano e che ogni tanto si scambiavano sorrisi dolcissimi. Poi era passata una madre, una madre con un bambino e per la prima volta in vita mia sentii la voglia nascere dentro di me. Mi sarebbe piaciuto diventare mamma, e dentro di me si creò l'idea di una famiglia felice che avrei potuto costruire con Harry. Ma l'idea stessa si frantumò davanti ai miei occhi, primo perché Harry non mi voleva, secondo perché ero malata. E la malattia mi avrebbe portato via da tutto, costringendomi al buio. Passarono un paio di ragazzine con dei grossi occhiali da sole e dei cappelli davvero notevoli, una di loro mi squadrò dalla testa ai piedi sorridendo sfacciata. Abbassai lo sguardo per evitare inconvenienti. Da quando ero così a favore della pace?
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Drawing. || Harry Styles
RomanceLa matita scorreva sul foglio e assumeva pian piano una forma sotto i miei occhi. Bianco e nero. Non pensavo quando disegnavo, non lo facevo mai, e mi ricordava lui, in modo indissolubile. Mi allontanava da tutto il peggio che c'era, quanto di piú s...