16. Harry James Potter

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#James#

Riuscii a non scoppiare a piangere solo perché accanto a me c'era Albus Silente. Guardai ammaliato mio figlio, il mio bellissimo primogenito.

《 Harry! 》 sussurrai.

《 Bene, chiariamo la situazione. 》 dice calmo Silente rivolto ai Dursley.

《 Ma cosa deve dirgli? 》 chiedo esasperato, non riuscendo a trattenere gli occhi, che volano verso l'alto.

《 Solo il necessario. 》 mi risponde. 《 Sono stato io, come già saprete, a lasciarvi Harry. Ho allegato anche una lettera che spiegava tutto, l'avete letta? 》

I Dursley annuirono lentamente, come se fare movimenti bruschi potesse scatenare un attacco d'ira in Silente.

《 Bene, ma ci tengo a ribadirlo di persona. I genitori di Harry erano morti la notte del 31 ottobre 》 io lo guardai confuso, ma lui si limito ad alzare la mano verso di me per farmi capire di aspettare. 《 Perciò voi eravate gli unici parenti che gli rimanevano, anche se sarebbe dovuto essere affidato a Sirius Black, ma nell'eventualità che Voldemort faccia ritorno era meglio che Harry stesse con dei suoi consanguinei. 》 spiegò.

《 La situazione, tuttavia, è cambiata. E sono lieto di dirvi che non è più necessario che accudiate Harry, in quanto suo padre è qui. 》 sorrise. 《 Non penso che ne soffrirete 》 aggiunse, sempre cordiale.

I due coniugi erano rigidamente seduti davanti a loro, completamente sconvolti, Petunia stringeva il braccio di Vernon che mormorava sommessamente frasi sconnesse del tipo: "Volte.. voltemord?" "La magia.."

《 P-potete riprendervelo 》 disse Petunia, cerrea in volto, prendendo Harry dalle braccia del marito. Stava ancora dormendo beatamente.

Se non fosse stato che avevo di nuovo mio figlio in braccio, avrei lanciato un occhiata tagliente a Petunia - anche se quello era il punto forte di Lily, non mio - per come aveva avuto così poca considerazione di suo nipote, non celando nemmeno il sollievo di levarselo di torno. I miei occhi si inumidiscono mentre scompiglio affettuosamente i capelli di Harry, di già visibilmente corvini e ribelli.

《 Possiamo andare? 》 chiedo a Silente, impaziente di tornare a casa.

《 Certo, abbiamo finito. 》 mi sorride.

Ci alziamo senza aspettare un qualche invito dai Dursley e ci dirigiamo nell'ingresso, dove - con mio grande disappunto - Silente si ferma e si rivolge a petunia e Vernon.

《 Salutatemi Dudley. 》 disse loro. 《 Ah, vi ricordo che un bambino di nemmeno due anni non si tiene nel sottoscala. Per quanto questo possa essere pulito e ordinato. 》

 《 Cosa ha detto?! Dove tenevano Harry? 》 chiesi allibito, pronto per rientrare in quell'ospedale irreprensibile per fare una vera chiacchierata con quei due.

《 Ogni cosa a suo tempo, James. 》 disse Silente, ormai alla fine del vialetto.

Mentre ci allontanavamo dal numero 4 si sentivano chiaramente i commenti adirati di Vernon da dentro, cose come "Ma hai visto come era vestito quello!" (il mio istinto mi dice che parlava di Silente, ma non è molto affidabile visto che mi ha convinto a fidarmi di Minus :/ ) e "Se qualche vicino ha visto, chissà cosa penserà di noi la gente!". Sapevo la scarsa intelligenza di cui era dotato quell'uomo, ma visto che anche dalla fine della via i suoi commenti si sentivano, pensavo che riuscisse a capire che se la gente non avesse fatto caso a noi, avrebbe sicuramente attirato lui l'attenzione.

Involontariamente stringo di più Harry, che in risposta emette una risatina. Una piccola risata cristallina e innocente. Mi accorsi solo in quel momento che una parte di me aveva temuto che Harry non lo riconoscesse o che addirittura non volesse tornare con lui. Che idea stupida, totalmente infondata.

Arriviamo a casa e, quando Silente declina cortesemente il mio invito a mangiare qualcosa, saltello per tutta la casa alla ricerca di Sirius, che trovo in cucina, impaziente.

《 Guarda chi ci è venuto a trovare? 》 dissi, alzando orgogliosamente Harry per mostrarlo a Sirius in tutto il suo splendore.

《 Harry! 》 lo chiamò Sirius, radioso.

《 Vieni, mi sa che ha fame 》 passai Harry a Padfoot, mentre io prendevo qualcosa per festeggiare il momento.

***

I giorni passavano tranquilli a Villa Potter. Harry si era subito affezionato a Berna, affascinato da quell'essere a lui sconosciuto. Il piccolo di casa Potter era servito e riverito da me e Sirius; un principino adorabile. Nonostante Harry avesse, nella casa nuova, una cameretta tutta per sé, arredata semplicemente, di sicuro non con riferimenti a Grifondoro e al Quiddich ovunque, James ci teneva a farlo dormire con sé, e - occasionalmente - Sirius, anche se quest'ultimo aveva una camera propria a volta di erano trovati tutti e tre nello stesso letto.

Harry cresceva a vista d'occhio, sempre più simile a me, ma con gli inconfondibili occhi di Lily. Aveva, per la gioia mia, di Sirius e Remus, uno spirito malandrino, ma relativamente calmo. Non piangeva quasi mai, non si lamentava né era viziato nonostante io e Padfoot ci avessimo messo del nostro.
Continuava ad imparare nuove espressioni. Aveva imparato a dire: "Bel coppo" (da me), "è colpa di Padfoot!" ( e così ogni volta Sirius si prendeva la colpa, perché io non diffidavo mai di mio figlio ovviamente) e anche "Cavolo". Beh, diciamo che in origine era un'altra parola. Quando Sirius imprecando diceva "cazzo", io prontamente lo ammonivo dicendo:《 Si dice cavolo! 》, godendomi poi la sua espressione allibita. Anche se non era ancora nell'età dei 'perché?' era un bambino estremamente curioso; quando un oggetto lo intrigava lo indicava giulivo e attendeva pazientemente spiegazioni, che poi le comprendesse o meno era un mistero.

Ma appoggiava e rideva di tutti gli scherzi che io facevo a Padfoot (visto che lui era ancora troppo piccolo per prenderci parte) e viceversa. Finalmente, lontano lontano, come un minuscolo bagliore in fondo a un tunnel lungo e tempestoso, riusciva a vedere un futuro, un speranza di vita normale, per quanto una vita senza Lily potesse essere normale.
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꧁☾ 𝓐𝓾 𝓻𝓮𝓿𝓸𝓲𝓻 ☽꧂

Revisionato {✓}

So che questo capitolo è cortissimo, prometto che il prossimo sarà più lungo. Giuro. Questo capitolo era di passaggio, non potevo metterlo nell'altro perché sennò diventava troppo pesante e lungo, perciò ho fatto questo mini-capitolo.

adios!

- Ale

𝓔' 𝓽𝓾𝓽𝓽𝓪 𝓾𝓷'𝓪𝓵𝓽𝓻𝓪 𝓼𝓽𝓸𝓻𝓲𝓪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora