Preparativi

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"Quella maledetta strega!"
Soul Eater Evans, fermo in uno dei vicoli più malfamati di Death City, era chiaramente in attesa.
In piedi, con la schiena appoggiata al muro, batteva nervosamente il piede, come a tenere il tempo di una canzone che solo lui riusciva a sentire.
"Mi chiede di incontrarci in questo luogo abbandonato dal buonsenso e non si degna nemmeno di arrivare in orario!" digrignò le fauci appuntite.
Quasi come se fossero stati evocati, dei rovi familiari strisciarono verso l'albino, formando pian piano i delicati tratti di Ilia.
-Quale onore, mio amato Kishin- disse la strega, inchinandosi.
-Se ti fossi sentita davvero così "onorata" saresti arrivata in orario! È un oltraggio! Farti aspettare così, in questo posto ai limiti della società!- replicò Soul, infuriato.
-Mio adorato! Non so come scusarmi sono stata...trattenuta a causa dei preparativi per la guerra- esclamò teatralmente Ilia.
-Guerra? Io non parteciperò a nessuna guerra. Ho già avuto la mia vendetta. Maka è morta e Angel troverà la sua fine nel modo che io ho deciso. Non combatto per le streghe, Ilia, ma solo per me stesso, farò le cose a modo mio- comunicò Soul, sempre più annoiato dalla conversazione.
Ilia si aspettava questa risposta. Aveva perfettamente chiare le sfaccettature della personalità di Soul, era estremamente egoista, incapace di esprimere anche il più semplice dei sentimenti. Proprio questa caratteristica l'aveva spinto al limite; innamorato segretamente di Maka da sempre, aveva istintivamente respinto quello che per lui era il nemico: Angel. Era davvero facile per lui richiamare la follia e lasciarsi trasportare dal mare di emozioni che normalmente terrebbe nascoste.
Ma Ilia aveva bisogno del Kishin in quella guerra, così, gli diede l'unica notizia che avrebbe fatto brillare i suoi occhi cremisi.
-Maka è viva- sussurrò.
La strega ottenne l'effetto desiderato. Soul sgranò gli occhi.
-Non è possibile, stai mentendo! L'ho trafitta io stesso- ringhiò.
Ilia chiamò a sé i suoi rovi, creando il famoso specchio che diede inizio a quella follia.
Lo specchio mostrò l'infermeria della Shibusen, Maka, seduta sul letto, stava spostando una ciocca di capelli dal volto sudato di Angel, che dormiva beato sulle sue gambe.
-Non è possibile...- la sicurezza di Soul venne meno; era proprio lei quella che stava osservando.
Scappò, lasciandosi una raggiante Ilia alle spalle.
-Attaccheremo domani, all'alba, sii puntuale!- gridò lei, ridendo.

Soul non riusciva a crederci, aveva fallito. Maka era viva e lui ne era...sollevato. Perché era così felice?

La notte scese rapidamente su Death City. Maka tornò finalmente nel suo appartamento, dopo tutte quelle notti in infermeria. Si guardò intorno, tutto le riportava alla mente i momenti passati con Soul. Sbuffò.
"Quel cretino ha incasinato tutto!" Pensò buttandosi sul divano.
"Cosa faccio ora?" si chiese, scivolando così in un sonno senza sogni.

Soul entrò di soppiatto nel suo vecchio appartamento. L'odore di quotidianità e malinconia lo avvolse. Tutte quelle sensazioni avevano una sola matrice: Maka.
Aveva avvertito la sua lunghezza d'onda appena attraversato l'atrio del palazzo.
"Ma perché diavolo sono entrato?" si maledisse l'albino. La sua risposta era lì, addormentata sul divano, ancora con la divisa scolastica. Sarebbe stato il momento migliore per finire l'opera, Maka dormiva profondamente, completamente indifesa. Si avvicinò, trasformando in lama il suo braccio, pronto a colpirla.
-Soul...- mugugnò lei senza svegliarsi.
Il suo nome. Aveva pronunciato il suo nome nel sonno. Stava sognando lui?
Soul si accovacciò accanto a lei, le accarezzò dolcemente la guancia e sorrise. Sorrise istintivamente, come era riuscito a fare davvero pochissime volte nella sua vita di finzioni.
Ogni giorno aveva sopportato il peso di quei sentimenti che non era mai riuscito ad esprimere, e, per colpa sua, adesso era Maka a soffrire. Eppure lei, così dolce, e allo stesso tempo così glaciale, non le aveva mai rivelato come si sentisse davvero.
Che la sua mente si fosse semplicemente  inventata tutto?
Avvicinò la fronte a quella della sua meister, percepì il suo respiro, regolare e pesante. Si soffermò sulle sue labbra, il bacio che le aveva dato mentre la colpiva era ancora impresso nella sua mente e il senso di colpa per aver rovinato tutto lo assalì.
La baciò, stavolta con calma e dolcezza continuando ad accarezzarle la guancia, come a voler cancellare quel bacio pieno di rabbia che l'aveva preceduto. Lei sgranò gli occhi, finalmente sveglia. Riconobbe il profumo di Soul all'istante e ricambiò il tanto atteso bacio. Avvolse le braccia intorno alle spalle dell'albino, avvicinandolo a sé il più possibile.
Quando si staccarono, il silenzio calò tra i due. Così tanti anni passati a tenere i loro sentimenti ben nascosti, buttati in un attimo di debolezza. Nonostante tutto, infatti,  Soul era ancora il Kishin e Maka la meister che avrebbe dovuto ucciderlo. Con le lacrime agli occhi Maka lo abbracciò, tenendolo così stretto da non farlo respirare. Lui si perse in quell'abbraccio, come un bambino, che nel momento del bisogno cerca la protezione della madre. Era spaventato, non aveva idea di quello che avrebbe potuto fare se la follia avesse nuovamente preso il sopravvento. Si allontanò lentamente, incrociando gli occhi lucidi della sua partner. Le sorrise, rubandole ancora un ultimo bacio e scappò via.
Non avrebbe potuto metterla ancora in pericolo e, ormai, non poteva più proteggerla nemmeno da sé stesso.

Ciao a tutti!!!
Eccomi tornata con un nuovo capitolo! Spero che vi sia piaciuto e grazie mille per le letture, sono addirittura arrivata a mille😍😍
Aspetto con ansia di sapere cosa ne pensate!
Grazie, grazie, grazie!
-Mokona-

A Dark Light. [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora