Epilogo

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2 settimane dopo

Death City era stranamente silenziosa quel giorno. L'eco della tragedia che, per poco, era stata evitata continuava a rimbombare nella mente degli abitanti e degli studenti della Shibusen. Ancora una volta ne erano usciti indenni, ma l'ombra del Kishin continuava a incombere sulle loro vite. Quando Soul e Maka tornarono a scuola completamente senza forze, Kid fu il primo a capire. La presenza che, fino a quel momento, aveva occupato corpo e mente di Soul si era scissa in due entità più piccole. Una delle due era ancora saldamente aggrappata a Soul, ma l'altra...
Non riuscì a nascondere la compassione quando riconobbe quella forza distruttiva nascosta nel minuto corpo di Maka. Nonostante questo, quando i loro occhi si incontrarono, Kid non vide alcun dolore. Al contrario il viso di Maka era così luminoso da oscurare perfino la luna. I grandi occhi verdi della sua amica indugiarono su di lui per qualche secondo e, infine, sorrise.
"Lo so, Maka. Ce l'hai fatta!" pensò Kid
"Ma a quale prezzo?" si chiese distogliendo lo sguardo.
Una figura sfrecciò accanto a lui. Il professor Stein intercettò i due ragazzi esausti immediatamente.
"Immagino che mio padre voglia vederli al più presto. Quale sarà la sua decisione? In fondo quei due insieme potrebbero richiamare la follia in qualsiasi momento; rappresentano senz'altro un pericolo per la scuola e per la città. Eppure..." Kid non riuscì a elaborare una giustificazione decente, ma guardandoli non poté fare a meno di porre in loro tutta la sua fiducia. Si sarebbero rialzati, come sempre.

-Kid, tuo padre vorrebbe parlarti- gli comunicò il professor Sid.
Ed ecco che anche lui veniva richiamato all'ordine.
"Chissà come sarà andata la chiacchierata con Maka e Soul?" si chiese.
"Se sono stato convocato, sicuramente, mio padre avrà dei piani anche per me"
Attraversò a passo sicuro i corridoi, pronto a prendersi le sue responsabilità. In fin dei conti la guerra si era conclusa nel migliore dei modi, il Kishin non era apparso e le streghe si erano rivelate più deboli e stanche del previsto. Eppure, il senso di colpa continuava a lacerargli il petto. Angel.
Non avrebbe mentito a sé stesso, l'aveva chiaramente lasciato andare. Quando lo sorprese a discutere con Ilia, i loro visi erano una maschera di sofferenza e solitudine. Gli sembrò alquanto singolare riconoscere le stesse identiche emozioni, mostrate nello stesso identico modo, su due volti così diversi. Non ebbe quindi il cuore di separare due anime che sembravano, finalmente, essersi ritrovate.
"Chissà dove sono adesso? Cosa penserà mio padre di questa decisione? Ho lasciato andare i colpevoli di questa guerra, e, come se non bastasse, è colpa loro se Maka e Soul si trovano in questa spiacevole situazione"
Quando entrò nella dimensione in cui suo padre era confinato, scoprì di non essere solo. Maka e Soul erano ancora lì. Si avvicinò, incerto. Suo padre sembrava stranamente pensieroso, come se volesse venire a capo di una situazione più grande di lui. Nessuno aveva ancora aperto bocca e l'aria diventò sempre più pesante. Guardò di sottecchi i suoi amici, senza farsi notare. Le loro mani continuavano a sfiorarsi, quando vide Soul accarezzare dolcemente il dorso di quella della sua partner, sussultò e, imbarazzato, distolse lo sguardo.
"Black Star aveva ragione" pensò sorridendo.
-Padre...- cominciò
Non riuscì a continuare poiché suo padre lo interruppe di colpo.
-Avrei un importante compito da affidarti, figliolo, ma lascerò che sia tu a scegliere se occupartene o no- suo padre proferì queste parole con tono autoritario, come se, in realtà, non avesse davvero la possibilità di scegliere.
-Poiché sarai tu il prossimo Shinigami è, e sarà, tuo compito proteggere la scuola e la città da qualsiasi calamità. Al momento, la più grande delle calamità è rappresentata da questi due...- disse voltandosi leggermente verso Soul e Maka.
-Perciò, il tuo compito sarà quello di seguirli, ovunque. Tu, Liz e Patty sarete i loro guardiani. So che sarà impegnativo per questo voglio darti ora la possibilità di tirarti indietro, ma ricorda, se questi due dovessero perdere il controllo la guerra non potrà più essere evitata-
Il silenzio calò nuovamente.
"Il loro guardiano. Dovrò seguirli ovunque. E così è questo il prezzo da pagare per aver lasciato andare i responsabili di tutto questo: la mia libertà?" pensò Kid, abbassando lo sguardo.
I suoi amici non avevano ancora parlato, non avevano provato a convincerlo ad accettare. Evidentemente volevano davvero che lui scegliesse senza pressioni.
Li guardò. Loro non avevano avuto la possibilità di scegliere. La libertà gli era stata portata via e nessuno avrebbe mai potuto restituirgliela. Eppure erano lì, insieme, felici come non li aveva mai visti.
"Che vergogna" pensò Kid "Adesso sono qui a pensare a me stesso mentre un attimo fa cercavo un modo per fare ammenda. Che patetico Shinigami! Potrebbe non esserci mai un' occasione migliore di questa per rimediare alla mia leggerezza. Proteggerò i miei amici, impedirò loro di perdere il controllo, così potrò far finta, anche se solo per un attimo, che tutto questo non sia mai accaduto"
-E sia- disse alzando lo sguardo.
-Accetto l'incarico, padre-

Le settimane passarono velocemente e Kid cominciava ad abituarsi alla sua nuova routine quotidiana. Un anno era passato da quando  Maka e Soul furono costretti a lasciare il loro appartamento e a trasferirsi nella grande casa dello Shinigami, in questo modo sia lui che le pistole gemelle avrebbero potuto vegliare su di loro giorno e notte. Le prime settimane furono, ovviamente, le più complesse. Quei due testardi non facevano altro che litigare rumorosamente, mettendo a soqquadro la casa super simmetrica. Kid arrivò più volte a pensare di soffocarli nel sonno, ma in quel momento la pazienza era l'unica arma che poteva usare.
"In fondo stanno solo cercando di trovare il loro posto nel mondo" continuava a ripetersi.
La tempesta gradualmente passò e tutti si impegnarono a costruire nuovi rituali quotidiani. La follia sembrava essere solo un lontano ricordo e il gruppo ricominciò pian piano ad uscire in missione. Osservare Maka e Soul era diventato per Kid uno spettacolo imperdibile. La loro risonanza era cresciuta in modo incredibile e rapidamente erano diventati la coppia più richiesta della Shibusen.
Le missioni si susseguivano ad un ritmo sempre più frenetico, ma ce n'era una in particolare che Kid non riuscì mai a dimenticare: la ricerca di Angel e Ilia. Per questo motivo, durante una missione in Svezia, il suo cuore saltò un battito quando riconobbe i delicati tratti di Angel sbucare leggermente da dietro una parete. Non dubitò nemmeno per un istante di averlo visto. Il viso era impresso nella sua mente come un promemoria indelebile e ne aveva avvertito la presenza prima ancora di averlo visto con i propri occhi.
Senza pensarci due volte si lanciò all'inseguimento di colui che aveva osato rubare la libertà dei suoi amici più cari e che, indirettamente, aveva l'aveva costretto al ruolo di guardiano. Corse a perdifiato senza nemmeno conoscere la città,animato solo da un folle desiderio di vendetta e redenzione. Giunse così ad un piccolo palazzo, composto da soli tre appartamenti. Le luci erano accese e, dalla strada, Kid poté facilmente individuare le figure all'interno. Riconobbe Angel dalla lunghezza d'onda e capì che lo stava osservando.
"Cosa dovrei fare ora? Arrestarlo?" pensò lo Shinigami.
Maka si interpose tra lui e l'ingresso del palazzo prima che lui potesse prendere una decisione. Piegata sulle ginocchia e ancora ansimante per la corsa, la sua amica gli rivolse uno sguardo supplicante che gli straziò il cuore.
"Lascialo stare" sembrò ordinargli con gli occhi.
"Come puoi chiedermi di lasciarlo stare, Maka?" pensò Kid.
"Dopo tutto quello che ci ha fatto! Ti ha tradita! Vivrai per sempre con i segni della sua maledizione, come puoi essere tanto clemente?" si disse, digrignando i denti.
Soul si avvicinò a lui, le mani in tasca e il solito viso annoiato. Non mosse alcun muscolo in direzione del suo peggior nemico.

"Che diavolo sta succedendo?"

La risposta arrivò, infine. Ilia, nascosta all'interno dell'appartamento, percepì l'esitazione e il dubbio di coloro che aveva in passato odiato e temuto. Rinunciò alla protezione del Soul Protect e mostrò a Kid quello che Maka, con la sua percezione fuori dal comune, aveva già compreso.
Una piccola fiamma cresceva dentro di lei.
"Non è possibile" pensò lo Shinigami.
Solo per un secondo, Kid accarezzò l'idea di arrestarli comunque. Quella fiamma, una volta cresciuta, avrebbe potuto rappresentare un pericolo ben maggiore di quello dei suoi genitori; eppure non sarebbe mai riuscito a perdonarsi un atto di tale presunzione. Nonostante fosse un dio, distruggere una vita senza darle la possibilità di palesarsi, solo per un presunto "bene comune" era fuori dalla sua giurisdizione. Se ne andò sbuffando, con le mani in tasca seguito da Soul.
Solo Maka si attardò sotto la finestra di quell'appartamento, porgendo finalmente quel silenzioso saluto che da un anno custodiva nel suo cuore.

Ciao a tutte!
È finalmente arrivato anche l'epilogo (ci ho messo un po' più di tempo del previsto, sorry😊)
Spero che non vi dispiaccia che sia dal punto di vista di Kid, ma per me è un personaggio davvero speciale!
Vi ringrazio ancora una volta per l'attenzione, le views e le stelline, ne sono davvero onorata!
E niente... alla prossima, spero!😉😉😉
-Mokona-

A Dark Light. [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora