ᶠˡᵃˢʰᵇᵃᶜᵏ ¹ » 𝐆𝐞𝐧𝐧𝐚𝐢𝐨 𝟐𝟎𝟏𝟖

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Gennaio 2018

Un anno.

Per la prima volta in tutto quel tempo, Jimin sentì davvero il peso delle proprie azioni.

Poteva venire arrestato vero?

Si teneva un segreto troppo grande, prima o poi qualcuno lo avrebbe scoperto, insomma era già tanto che fosse durato un anno.

Continuava a leggere articoli di giornale, annunci, cercava su internet notizie.

Sapeva di star sbagliando, ma era troppo debole per sopportarlo.

Viveva meglio? Sì, ma i sensi di colpa erano troppi e reggerli da solo era impossibile. Inoltre non aveva nessuno con cui parlarne, solo una era la persona con la quale aveva legato a New York e il fatto che fosse anch'essa coreana lo spaventava ancora di più.

Quell'anno era stato bene, si sentiva finalmente libero, ma ciò non toglie il fatto che se qualcuno lo avesse scoperto, sarebbe stata la fine.

Forse sarebbe stato meglio uscire e prendere aria piuttosto che chiudersi nel suo appartamento.

Ma qualcuno avrebbe potuto vederlo, magari lo avrebbero riconosciuto dopo il notiziario appena andato in onda.

Non che fosse importante quel servizio, non per gli americani almeno.

Sentì il cuore stringersi e pianse.

Non capitavano spesso degli attacchi di panico, ma c'erano stati e continuavano ad esserci. Gli ricordavano, ogni tanto, il rischio che stava correndo stando lì a New York, con una nuova vita.

I primi giorni non erano stati così, sarà per l'adrenalina della fuga, ma stava bene e felice. Adesso si sentiva comunque un uccellino chiuso in gabbia, solo in una gabbia diversa. Anzi no, si sentiva un uccellino appena fuggito ma con una grave ferita sul dorso, non gli sarebbe restato molto tempo se qualcuno non lo avesse trovato e aiutato.

Ne era così consapevole da non riuscire a sopportarlo. Sapeva che doveva stare zitto, nessuno poteva scoprirlo e avrebbe dovuto vivere sereno senza preoccuparsi di nulla.

In fondo erano questi i patti. Al resto ci avrebbe pensato lui.

Ma sapeva anche che il silenzio lo avrebbe solo fatto stare peggio. C'era sempre stato Jungkook ad aiutarlo, ma ora era solo. Felice di aver mollato ma triste di essere solo.

E con questi pensieri si diresse verso la sua piccola cucina, aprì uno degli scaffali e ne tirò fuori una bottiglia di Whisky non esitando un secondo a versare la bevanda fino all'orlo di un bicchiere.

Forse non avrebbe dovuto, ma aveva bisogno di non pensare in quel momento. Sarebbe rimasto a casa e nessuno lo avrebbe mai scoperto. In fondo era solo un bicchiere di Whisky, no?

No. Dopo un primo bicchiere passò al secondo e dopo il secondo arrivò al terzo.

Si era spostato dalla cucina al davanzale della finestra ed era rimasto lì tutta la sera, la sua abitudine non la dimenticò neanche da ubriaco. Però quella sera non guardò fuori, ma si concentrò sull'ennesimo bicchiere che teneva in mano, mescolando il liquido con un movimento lento del polso. Sembrò pazzo quando si mise a ridere per nulla.

𝐈𝐃𝐎𝐋 // ʏᴏᴏɴᴍɪɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora