Marzo 2019
«Scordatelo» disse Taehyung prendendo la sua camicia bordeaux con fantasia a fiori dalle mani perfide di Jimin «non butterò mai questa camicia.»
Jimin e Taehyung si trovavano a casa del biondo, che sosteneva di non poter mettere i vestiti appena comprati per l'evento alla Galleria, ritenendo che sarebbe morto dal caldo con quelli addosso e per questo adesso stavano cercando qualcosa che a Taehyung andasse bene. Era peggio di una ragazzina al primo appuntamento.
«Ci conosciamo da due anni, pensavo di conoscere il tuo armadio a memoria ma sono sicuro di non avertela mai vista messa addosso. Sapevi almeno di averla?» sospirò il corvino.
Taehyung alzò le sopracciglio e fece una smorfia con le labbra, ma in fondo sapeva che Jimin avesse ragione. «Non la uso spesso, ma questo non significa che non mi piace.»
Jimin sbuffò, cercando allora qualcos'altro. Trovò una cravatta azzurra con dei coni gelato disegnati. «E questa da dove è uscita?» rise. Anche la cravatta venne presa con la forza da Taehyung, che la rimise al suo posto.
«È un regalo del mio ex ragazzo.» rispose senza guardarlo, Jimin rise più forte.
«Ora i coni disegnati hanno più senso».
«Sta' zitto e pensa a quello che potrebbe diventare il tuo di ragazzo se ti muovessi a parlargli.»
Quelle parole fecero abbassare il capo a Jimin. Era passata più di una settimana e Yoongi aveva smesso di scrivergli, aveva capito che non avrebbe avuto alcuna risposta da Jimin. Questo faceva male al corvino, che sospirò.
«Gli parlerò.»
«Quando gli asini voleranno?» il sarcasmo era parecchio amaro nella voce di Taehyung, totalmente diverso dal tono usato in quei giorni.
«Che c'è? Tutto d'un tratto sei diventato stronzo?» sbuffò Jimin.
«No, sincero. È passata una settimana e oltre, non hai fatto altro che piangerti addosso. Potevo capire i primi giorni, ma tu tieni a lui e lui tiene a te, lo ha anche mostrato più volte. Quindi dovresti dimostrare di avere le palle e affrontare Yoongi.» Taehyung era severo, ma aveva ragione.
«Ho solo paura Tae.» ammise Jimin, niente di nuovo.
«Appunto, superala. Ricordi cosa ti ho detto la sera in cui Yoongi si è presentato al Koya's la prima volta?»
Jimin annuì, ma Taehyung lo disse lo stesso dato che il corvino evidentemente non aveva seguito il suo consiglio.
«Ti ho detto che devi lasciarti andare perchè non puoi vivere con la costante paura di essere scoperto, sennò non vivresti davvero e tutti gli sforzi che hai fatto per ricominciare risulterebbero inutili.»
-
Con passo dubitante si ritrovò alla porta dell'appartamento di Yoongi. Esitò parecchio prima di bussare, guardava terra e mordeva il suo labbro inferiore. Era felice di rivedere Yoongi, davvero felice, ma era anche preoccupato di una possibile reazione negativa. Ma Jimin aveva deciso di smetterla con i complessi e farsi valere. Doveva seguire i consigli di Taehyung per una volta, o se ne sarebbe pentito per sempre.
La prima volta che bussò non sentì nulla dall'altra parte della porta. Forse Yoongi non aveva sentito.
Fu così anche la seconda, ma stavolta pensò che il maggiore non fosse in casa.
La terza volta, quasi rassegnato, sentì dei rumori provenire dall'interno, non erano molto positivi e per un momento credette che fosse caduto qualcosa. Quando la porta si aprì, capì che ad essere caduto fosse stato proprio Yoongi, che ora se ne stava sorpreso sulla soglia massaggiandosi il braccio. Aveva profonde occhiaie, capelli scompigliati e pelle più pallida del solito.
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𝐈𝐃𝐎𝐋 // ʏᴏᴏɴᴍɪɴ
Fanfic[ℂ𝕆𝕄ℙ𝕃𝔼𝕋𝔸] Park Jimin, conosciuto come Lee Saem, era un famoso Idol coreano che dopo tre anni passati tra concerti ed eventi, aveva capito che quella del cantante non era la vita che faceva per lui. Dopo due anni dalla morte di Saem, Jimin si...