ᶠˡᵃˢʰᵇᵃᶜᵏ ⁴ » 𝐌𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝟐𝟎𝟏𝟔

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Maggio 2016

Jimin era seduto sul parquet della sala prove, aveva solo venti minuti di pausa e si allenava da almeno quattro ore. Era esausto e, mentre Jungkook aveva preferito uscire per prendere aria, lui era rimasto seduto lì. Avrebbe voluto chiamare sua nonna, non la sentiva da quasi una settimana e gli mancava terribilmente.

Allungò un braccio verso il borsone al lato della stanza, si era praticamente sdraiato a terra pur di arrivare a prenderlo perché non aveva la minima intenzione di alzarsi. Aprì una delle tasche laterali e prese sia una bottiglia d'acqua che il cellulare. La cosa strana era che nemmeno sua nonna aveva provato a contattarlo, non aveva né chiamate perse né messaggi, certo la donna non era molto pratica con le nuove tecnologie, ma sapeva almeno fare uno squillo e spesso era lei a farsi sentire. Jimin inoltre si preoccupava parecchio per la donna, non solo perché ormai tanto anziana ma comunque forte e in salute, più che altro sapeva quanto fosse diventata noiosa la sua vita dopo la morte del marito. Jimin le era sempre stato accanto dopo la scomparsa del nonno, la donna si fingeva forte davanti al nipote ma lui sapeva che ogni sera, dopo aver guardato le stelle insieme, si chiudeva in camera a piangere. Adesso che in casa non era presente neanche lui, come riempiva le giornate l'anziana? Di questo Jimin si preoccupava. Voleva sapere sua nonna felice e di certo non l'aiutavano le chiamate di Jimin in cui piangeva perché odiava il suo lavoro, lui non voleva dirle la verità ma era incapace di mentirle. Altro problema era il fatto che fossero passati più di due anni da quando Jimin aveva lasciato Busan ed era riuscito a vederla solo tre volte. Non sopportava quella distanza e inoltre sua nonna non era ancora riuscita a capire come funzionassero le videochiamate, Jimin la prendeva un po' in giro per questo ma lei rispondeva sempre con il sorriso, in fondo sapevano entrambi che avesse ragione.

Jimin fece partire la chiamata e sospirò di sollievo quando finalmente non squillò a vuoto, ma non si aspettava di sentire una voce che non fosse quella della nonna. Accantonò ogni pensiero negativo mentre la voce cristallina di una giovane donna rispondeva al telefono con un rapido "pronto?".

Jimin guardò per un attimo Jungkook rientrare in sala prima di replicare: «Salve, sono il nipote della signora Park. Chi parla?»

Jungkook gli si sedette accanto e lo guardò confuso, Jimin gli aveva raccontato delle preoccupazioni che lo assalivano in quella settimana.

«Salve, sono la proprietaria della casa di riposo per anziani di Busan. Pensavo gli avessero riferito le condizioni di sua nonna.»

Jimin non ci vide più, Jungkook accanto a lui sentiva la voce della donna e si era affrettato a poggiare una mano in spalla al suo amico.

«Q-quali condizioni?» domandò, la mano gli tremava e la voce pure.

«Sua nonna ha avuto la polmonite, ora sta riposando. L'hanno portata qui ieri.» Jimin spalancò gli occhi «pensavo avessero avvertito i suoi parenti.»

«Sono l'unico ma nessuno mi ha detto niente.»

«Ad ogni modo non si preoccupi, sua nonna sta meglio, ma è un bene per lei rimanere qua piuttosto che vivere sola in casa.» spiegò la donna e Jimin annuì anche se lei non poteva vederlo. Aveva sempre cercato di convincere sua nonna a vivere in una casa di riposo per paura che si sentisse sola ma lei aveva sempre rifiutato, sostenendo di non voler abbandonare la casa che amava e che se fosse morta, sarebbe successo proprio lì. Ogni volta che Jimin gliene parlava, gli veniva un groppo in gola perché la donna continuava a ipotizzare la sua morte e ciò portava solo una grande angoscia al ragazzo che la zittiva in fretta con un abbraccio. Adesso Jimin era sereno nel saperla sotto controllo e in compagnia, ma ancora tremendamente preoccupato per la sua salute.

𝐈𝐃𝐎𝐋 // ʏᴏᴏɴᴍɪɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora