3. Il sonetto 18

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Alex's pov
«è stato meraviglioso» mi dice Jane, mentre si avvicina a me e mi dà un altro bacio sulle labbra «sei incredibile»

Abbiamo, infatti, appena finito di scopare e ci troviamo sul divano di casa mia.
Credo di aver incontrato questa ragazza qualche giorno fa in un pub della zona e, visto che non mi faccio mai scappare un'occasione, ne ho approfittato e l'ho portata a casa mia.

«torna a casa adesso» le rispondo freddamente mentre mi rivesto, abbastanza infastidita da lei, devo ammetterlo «non c'è bisogno di continuare»
«che vuoi dire?» mi chiede lei senza capire «non mi sembravi piena di rimpianti quando mi stavi scopando»

«appunto» le dico con un sorriso per farle intendere l'ovvietà della cosa «era solo sesso, niente di più» aggiungo ancora, prendendo il cellulare e iniziando a smanettare nervosamente, aspettando che questa ragazza vada via «pensavo fosse chiaro»
«allora è così che fai?» chiede lei alzandosi dal divano e abbottonandosi il reggiseno «godi a spezzare i cuori, vero?»

«senti ragazzina» dico ora con crescente nervosismo e girandomi di scatto verso di lei «nessuna ragazza seria che vorrebbe sistemarsi con qualcuno va a letto con la prima che incontra, vedo che sei brava a puntare il dito, ma non credo tu abbia avuto scrupoli di dignità nell'offrirti a me. Quindi se sei qui in veste di suora casta e pura, hai sbagliato convento»
«sai cosa? Vaffanculo, spero che perderai la testa per "una suora casta e pura" che ti farà soffrire»
«allora trovati un hobby perché non succederà mai» le dico ancora ridendo e chiudendole la porta del mio appartamento in faccia «puttana...» dico poi sottovoce, tornando nella mia camera e sistemando le cose per domani.

Sarà una giornata speciale per me.

Piper's pov
«Piper, stai calma, ce la puoi fare» sono arrivata in aula in netto anticipo stamattina e sto cercando di darmi forza da sola perché affrontare gli esami è sempre stato complicato per me, mi faccio prendere dal panico e dall'ansia e rischio di non rendere come meriterei «ce la puoi fare»

«stai tranquilla Piper! Sai anche tu com'è Williams» una mia compagna di corso, Lorna, si avvicina e cerca di tranquillizzarmi «parla solo lui e volano 30!»
«lo so Lorna, ma mi conosci» le rispondo sorridendo e chiudendo i libri, consapevole che ripetere mi avrebbe fatto solo più male che bene «non vedo l'ora di tornare a casa e dormire» le dico ancora, alzandomi dalla mia postazione e avvicinandomi alla porta dell'aula, appoggiandomi con le spalle al bordo della stessa.

Nel momento in cui Lorna si appresta a rispondere, si avvicina Cindy, leggermente impanicata
«ragazze Williams è malato, sarà la sua assistente a farci l'esame!»
«è stronza?» chiede Lorna, preoccupandosi più del dovuto «ma quanta sfiga abbiamo?»
«sì ragazze, è la peggiore, si chiama Vause» risponde ancora Cindy, mentre va a sedersi per iniziare a ripetere seriamente «lo scorso mese, su 50 iscritti, ne ha bocciati 43!»

Credo che l'ansia mi stia divorando viva in questo momento, ma d'altro canto sono consapevole di ciò che so e di ciò che purtroppo non so, non posso fare miracoli, devo solo sperare che mi chieda quello che so, semplice.

Non vedendo arrivare Sam, decido di mandarle un messaggio e di aggiornarla su quanto sta succedendo

Ma ti vuoi muovere? Williams non c'è, preparati all'assistente stronza

La risposta di Sam arriva quasi immediatamente, scrivendomi che era quasi arrivata e che le ho rovinato la giornata. Ovviamente.

Dopo circa cinque minuti, la mia migliore amica arriva correndo, col fiatone e con i capelli sconvolti, come anche il suo aspetto generale

«puoi per favore spiegare COSA CAZZO SIGNIFICA CHE MISTER REGALO 30 A TUTTI NON C'È?» chiede lei, prima con relativa calma per poi far uscire il resto della frase con un urlo pieno di disperazione «sono fregata, sono assolutamente fregata» dice ancora, passandosi una mano tra i capelli
«hai studiato?» le chiedo io mantenendo un contegno che a tutti gli altri sta sfuggendo
«secondo te?»
«come non detto» aggiungo infine, dandole qualche pacca di conforto sulla spalla, mentre lei appoggia la testa sul suo libro, deprimendosi.

Shall I compare thee to a summer's day?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora