38. Ma sì...ce la caveremo

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Alex's pov, poco dopo
«amore, muoviti o perdiamo il nostro volo!» mi ordina Piper mentre si sta truccando in bagno, mentre io sto ancora distesa sul letto, con la testa sprofondata nel cuscino e cercando di riprendermi dopo i numerosi orgasmi che ho avuto grazie alla mia ragazza

«ancora non me l'hai detto» farfuglio io, non muovendomi di un millimetro e sperando che lei mi abbia capita, nonostante il cuscino fungesse da ostacolo all'emissione delle parole dalla mia bocca «parla, oppure non mi alzo da qui»

«d'accordo, allora ci vediamo a New York» mi risponde con tranquillità lei, uscendo dal bagno e avvicinandosi alla mia valigia «intanto mi prendo le tue chiavi di casa»

Io sbuffo energicamente e, finalmente, mi alzo dal letto, portando gli occhi al cielo e assumendo un'espressione contrariata, mentre lei mi guarda soddisfatta e ripone le chiavi nuovamente nella mia valigia
«andiamo avanti a minacce qui, eh?» mi dice infatti, incrociando le braccia e sorridendo beffardamente
«prima o poi me lo dirai» ribatto io, pensando già a come fare per spillarle le parole da bocca, mentre mi avvio nel bagno e mi inizio a preparare.

1 ora dopo
Io e Piper abbiamo appena lasciato la nostra camera d'hotel e ci avviamo verso l'ascensore, la quale ci porterà, ovviamente, al pian terreno, aprendosi davanti all'immensa hall di questo hotel a 5 stelle.

Non appena arriva l'ascensore, entriamo e premo il tasto 0.
Essendo noi al 24esimo piano, ci metteremo un po' di tempo per scendere, ma a metà strada, istintivamente, premo il tasto di blocco dell'ascensore, potrò sbloccarla in qualsiasi momento, e ovviamente la faccio fermare.

Adesso Piper e il suo segreto sono tutti e due nelle mie mani.

«ma che fai?» chiede spazientita la mia ragazza «già siamo in netto ritardo per colpa tua»

«dimmi cosa stavi per dire altrimenti passeremo tanto tempo qui dentro» ribatto io divertita «ricordi? Come quella sera a casa tua un anno fa, ma questa volta potrò far ripartire quest'ascensore quando vorrò»

«dai Al...» mi prega lei annoiata «era una scemenza» dice ancora «ci ho riflettuto un po' e mi sono resa conto che stavo per dire una stronzata»

«perché?» chiedo io incuriosita

«perché lo so, ti conosco e per evitare problemi, non l'ho più detta»

Continuo a non capire.
Dicendo così, non fa altro che incrementare sempre di più la mia curiosità.

«dimmelo, non mi arrabb-»
«non si tratta di arrabbiarti» mi blocca lei senza farmi finire «è solo una cosa che non fa parte di te» dice ancora, abbassando lo sguardo, incrociando le braccia e appoggiandosi annoiatamente alla parete dell'ascensore, in attesa che io la faccia ripartire

«dimmelo»
«no»
«dimmelo»
«no!»
«Piper, cazzo, dimm-»

«mi vuoi sposare?»

Come un fulmine a ciel sereno, Piper finalmente si libera da quel peso che la stava opprimendo e si lascia sfuggire, forse, la frase più importante che lei abbia mai pronunciato in tutta la sua vita.

Ha gli occhi chiusi, le mani chiuse a pugno e il capo abbassato, non avendo il coraggio di alzarlo per guardarmi negli occhi.

Io, d'altro canto, mi blocco di colpo, spalanco occhi e bocca e non riesco a dire una parola.
Ho il battito irregolare, il mio sguardo è fisso su di lei e non riesco a respirare in modo regolare, iniziando, di conseguenza, a sudare e ad agitarmi.

È calato un silenzio assordante in quell'ascensore, che improvvisamente è anche diventata dannatamente stretta e angusta; le parenti si stanno lentamente avvicinando a me, per chiudermi in una morsa dalla quale non posso scappare, mentre Piper, finalmente, apre gli occhi e alza leggermente lo sguardo, per poter incrociare il mio

Shall I compare thee to a summer's day?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora