35. Ma non eravamo ad un passo dalla meta?

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Piper's pov, 6 mesi dopo
È passata già una settimana dal Natale ed io e Alex ci stiamo preparando per organizzare il capodanno insieme.

Abbiamo intenzione di aspettare la mezzanotte sul tetto di un grattacielo perché è proprio lì che Sam e Michael organizzeranno una festa, con cibo, drink e una vista mozzafiato su tutta Manhattan.

Una cosa, però, non mi fa stare affatto tranquilla.

«amore, devo dirti una cosa» dico improvvisamente ad Alex, mentre sta affacciata alla finestra di casa mia, con una tazza di cioccolata calda in mano e sta osservando la neve scendere silenziosa dal cielo

«dimmi» mi risponde, abbandonando, presumibilmente, tutti i pensieri che le stavano tenendo compagnia, girandosi verso di me e sorridendomi.

Io le sorrido a mia volta e lentamente mi avvicino a lei, cingendole i fianchi col braccio e appoggiando la testa sulla sua spalla

«mi hanno chiamata i miei genitori» inizio a dire, osservando insieme a lei la neve che continua inesorabilmente a scendere «verranno qui domani» aggiungo ancora «e sono un po' preoccupata»
«andrà tutto bene, stai tranquilla» mi risponde lei con dolcezza, baciandomi la fronte «glielo diremo insieme».

È da quasi un anno che sono innamorata di Alex, anche se per vari motivi, la nostra storia ha avuto ufficialmente inizio soltanto pochi mesi fa, e in tutto questo tempo non ho mai accennato nulla ai miei genitori; devo già mettere in conto che non la prenderebbero affatto bene, essendo loro estremamente cattolici, tradizionalisti e portano avanti il sogno americano di una famiglia perfetta, etero e con tanti nipoti e pronipoti.

Ho sempre fatto credere a loro che, dopo la rottura, tra me e Julian potrebbe tornare ad esserci qualcosa, perché la loro figlia perfetta è praticamente obbligata a sposare un altro figlio perfetto: medico, ricco e soprattutto uomo.

Ho cercato di farli scemi e contenti per molto tempo, ma purtroppo i nodi, prima o poi, vengono al pettine ed io ho davvero paura che la loro reazione potrebbe essere spropositata, obbligandomi a lasciare Alex. Non esagero quando dico che i miei genitori sono rimasti al Medioevo, ma spero con tutto il cuore che possano essere comprensivi e di larghe vedute.

«cosa sarà di noi se loro non saranno d'accordo?» chiedo poi, ancora più preoccupata e con un'espressione ansiosa e nervosa sul viso

«li affronteremo» mi risponde la mia ragazza sicura di sé «io a te non rinuncio» dice ancora, cingendomi le spalle con il braccio, in segno di protezione «non rinuncerò mai»

«ti amo» le sussurro, leggermente sollevata dalle sue parole che, come al solito, riescono a trasmettermi tutta la calma di cui ho bisogno

«anche io, piccola» mi risponde lei, prendendo il mio viso tra le mani e lasciandomi un dolce bacio sulle labbra.

Il giorno dopo
«mi ha chiamata mia madre» esclamo in preda al panico, alzandomi di scatto dal divano e riordinando le ultime cose «stanno parcheggiando, tu vai in camera, ti chiamo quando sarà il momento» dico ancora ad Alex, spingendola letteralmente nella mia camera e chiudendo la porta, per poi aprire quella d'ingresso e aspettare che le porte dell'ascensore si aprano.

E, dopo nemmeno cinque minuti, accade proprio questo: le porte dell'ascensore si aprono e da lì sbucano mio padre, mia madre e mio fratello Cal

«ciao tesoro!» esclama immediatamente mia madre, correndomi letteralmente incontro e abbracciandomi forte, vicino l'uscio di casa
«ciao mamma» rispondo io, felice di vederli, ma con quella poca convinzione che si traduce in ansia e panico per ciò che confesserò da lì a poco «ciao papà e ciao Cal» dico ancora divertita, invitandoli poi ad entrare dentro.

Shall I compare thee to a summer's day?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora