Mille coltellate avrebbero fatto meno male.

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Sto girando per le strade della città da ormai molto tempo, me ne accorgo dal fatto che ormai il sole è tramontato da qualche ora. Non sono tornata a casa dopo quello che è successo con mio padre e non ho intenzione di farlo.

Vedendo un bar entro e mi siedo ad un tavolino vicino la finestra, guardando fuori.

"Salve, cosa vuole ordinare?" Mi chiede una voce femminile. Girandomi noto una ragazza con un blocchetto in mano ed un sorriso smagliante.

"Salve, vorrei ordinare una cioccolata calda, grazie." Dico ricambiando il sorriso.
Fa per andarsene ma ad un tratto si gira e ritorna verso di me.

"Tutto bene?" Mi chiede.
"Certo." Sorrido.

Deduco che la sua domanda sia nata dal fatto che i miei occhi sono gonfi e rossi, e la mia faccia bianca, a parte per il mio naso che è rosso.

Dopo qualche minuto la ragazza mi si avvicina con una tazza che pone sul tavolino.

"Grazie." Le dico.

Se ne va, lasciandomi sola con la mia adorata cioccolata calda.

La campanellina posta sulla porta suona, così da fare capire che è entrato un altro cliente.

Non ci faccio caso e continuo a guardare fuori, sorseggiando la mia bevanda.

"Terra chiama Giulia!" Sento quasi urlare.

Mi giro di scatto e noto quel deficiente di Niccolò.

"Finalmente! Pensavo di doverti tirare dell'acqua addosso!" Dice aprendo le braccia e sedendosi.

Ma che cazz..

"Ti ho detto che puoi sederti? No. Quindi alza quelle tue belle chiappe e vattene. Grazie." Accompagno il tutto con un sorrisino falso.

"Acida, bevi quella cioccolata, magari ti addolcisci."
"Magari se te ne vai mi addolcisco prima."

Dopo qualche minuto di silenzio e dopo che Niccolò non fa altro che fissarmi mi decido a parlare.

"Niccolò, cosa vuoi?"

"Voglio solo parlare." Dice con un tono serio, quasi gli credo.

"Niccolò, vieni, le ordinazioni sono arrivate." Urla una voce stridula dietro di noi.

Solita bionda scambiata, tacchi da 820273 cm, gonna che a sto punto se non se la metteva si vedeva tutto di meno, e una maglia con scollatura a U, molto ad U.

Sinceramente non mi sorprende, andiamo, diciamocela tutta, Niccolò è una specie di playboy, e i playboy non sono seri e si portano chiunque in giro con loro. Loro sono mentalmente inferiori anche alle lucertole.

"Vai, non vorrei rovinarti la giornata."
"Gelosa?" Domanda malizioso.
"Gelosa? Di te? Che battuta!"
"Come vuoi. Ci si vede. A presto!" Dice lui allontanandosi.
"A mai più.." sussurro io.

La scena che sono obbligata a guardare? Niccolò e quella che si baciano come se volessero mangiarsi a vicenda. Andatevene in una stanza, vi prego!

Stufa mi alzo, vado verso la cassa e pago. Quando esco fuori mi pento immediatamente.

Tira un vento esagerato e piove di brutto. Ho solo una magliettina addosso. Insomma, prima c'era il sole. Lo giuro!

"Maledizione!" Dico frustrata.
"Ti serve un passaggio a casa?" Mi domanda qualcuno da dietro. Indovinate un po'? Niccolò.
"No, aspetterò la fine della pioggia." Dico acida.
"Il meteo ha annunciato che pioverà tutto il giorno."
"Mi farò venire a prendere dal mio autista."
"La smetti? Da quando sei così? Non ti ricordavo acida fino a questo punto!" Quasi urla.

"Stai zitto che è meglio."
"No! Ora parliamo!"
"Ma di cosa, Niccolò!? Cosa!?"

"Risolviamo questa faccenda tra di noi."
"Non c'è nessun noi, è finito molto tempo fa." Sussurro ma in modo che lui senta.

"Andiamo. Parliamo in macchina."
"E la tua ragazza? La lasci qui?"
"No, ci lavora."

Un po' sono delusa, insomma non ha smentito il fatto che sia la sua ragazza. Non so perché mi sento così, con un nodo nello stomaco.

Arrivati in macchina mi posiziono sul sedile e non dico nemmeno una parola. Almeno fin quando non scoppio e gli dico tutto in faccia.

"Tu! Tu sei un grande coglione Niccolò! Ci siamo divertiti sempre, siamo sempre stati insieme fino a quando non hai deciso di allontanarti senza un'apparente motivo! Abbiamo vissuto dei momenti indimenticabili insieme! Abbiamo riso, pianto, giocato, corso, combinato guai insieme e poi a cosa cazzo siamo arrivati? Venivi a casa a trovare i miei genitori quando io non c'ero e quando tornavo te ne andavi e non mi rivolgervi nemmeno la parola! Sai, un 'ciao' sarebbe stato meglio di niente! Poi hai iniziato a farmi degli stupidi scherzi come quello dell'altro giorno! Per non parlare delle cose che dici! Tu ti rendi conto che le parole sono, a volte, peggio dei fatti!? E ora portami a casa." Urlo, anche se non è tutto quello che ho da dire.

Lui non dice nulla, silenzio tombale, fin quando non arriviamo a casa e parcheggia la macchina nel suo garage, tanto casa mia è di fronte.

Quando sto per uscire definitivamente dalla macchina sento dire piano "mi dispiace." Poco convinto. Poi alza la testa, scende dalla macchina con uno scatto, mi blocca il polso e mi dice: "Mi dispiace Giulia! Mi dispiace di essere stato un tale idiota! Mi dispiace averti fatto soffrire e mi dispiace che ancora lo faccio! Mi dispiace se non ti rivolgevo la parola quando venivo dai tuoi a salutarli! Ma io non potevo continuare ad andare avanti così! Voglio proteggerti, Giulia! Proteggerti da me! Io non farò altro se non farti soffrire, e guarda! Questa ne è la conferma!"

Prende un sospiro. "Quindi è meglio se per un po' non ci vediamo e non ci parliamo più."

E giuro, mille coltellate al petto avrebbero fatto meno male.
Prendo coraggio. Non posso rimanere così, immobile.

"Tanto già non ci vedevamo e parlavamo più, non cambierà più di tanto." Dico delusa.

"No Giulia, non ci saranno più quelle frecciatine, gli scherzi. Non ci parleremo come stiamo facendo ora."

"Bene." Dico delusa iniziando ad allontanarmi.

"Giulia!" Sento chiamarmi ma non mi giro, non ce la faccio.

E come se non bastasse, il mio cuore è a pezzi, di nuovo, a causa sua.
A causa di quel ragazzo, che molti anni fa rubò il mio cuore e non lo restituì più. Oggi è ancora suo, il mio cuore. Forse non me lo restituirà mai più..

Innamorata di uno stronzo. [ULTIMO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora