Vichinghi e dove trovarli

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"Guarda che puoi parlarmi. Non ti mangio mica!" Dice Eva mentre guida.

Eh già. Ho scoperto chi è mio fratello. Quando la signora che lo ha adottato lo ha chiamato e ha messo il vivavoce, sapevo fosse una voce familiare.

Il viaggio trascorre in silenzio. Il mio telefono ha squillato molte volte. Nic chiama in continuazione.

"Dove cazzo sei finita? È da molto che sto provando a contattarti! Stai bene!?" Alla fine ho deciso di rispondere.
"Si Nic, sto bene. Sto tornando a casa, stavo solo facendo un giro con Eva."

"Stai bene?" Mi chiede. Forse ha dedotto dalla mia voce che non va tutto bene.
"Si, certo. Ci sentiamo dopo. Ciao."

Senza nemmeno dargli il tempo di rispondere attacco e riprendo a guardare fuori dal finestrino.

Una volta salutata Eva entro in casa e mi dirigo in fretta in camera.

A TRAVIS:
Quando devo consegnare il prossimo pacco?

La risposta non si fa attendere molto.

DA TRAVIS:
Stasera. Ti ho lasciato una bustina nel comodino. Ti invio l'indirizzo.

Cosa!? È entrato in camera mia!? Ma come!?

È inquietante.

Guardo del comodino ed effettivamente c'è la bustina.

L'indirizzo mi arriva qualche minuto dopo.
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È ormai mezzanotte. Sono nel luogo dell'incontro ma ancora nessuno si è fatto vivo.
O almeno, non fino a questo momento.

"Ciao. Tu devi essere Giulia, vero?"

Davanti mi si presenta un ragazzo alto, muscoloso, capelli lunghi ma ben curati e altrettanto la barba.

"Si. Stavo aspettando il ragazzo biondo, alto. Quello con la felpa con un serpente."
"Oh si, stai parlando del capo. No, è abbastanza impegnato. Bene, concludiamo questa cosa, sono impegnato anche io."
"No." Ribatto incrociando le braccia al petto.
"Come no?" Dice stupefatto.
"Portami dal capo, poi riceverai la bustina."
"Dai ragazzina. Non farmi perdere tempo. Il capo è impegnato. Non ha tempo per te, bambolina. Ha già molte altre ragazze da soddisfare." Dice ridacchiando.

Ma cosa ridacchi? Stupido.

"Sono sicura che mi ascolterà. Ti prego. Ho davvero bisogno di parlargli."
"Ok, si. Va bene..."

"Giulia?"

In un attimo il mondo mi crolla addosso. Mai avrei immaginato quel che stava accadendo proprio in questo momento.

Niccoló era proprio dietro di me mentre io stavo consegnando della droga.

"Giulia, cosa stai facendo qui!?" Mi dice rimproverandomi.

"Aspettami qui. Ok?" Dico al ragazzo, che annuisce.

"Nic. So che vuoi il mio bene. Ma devo fare una cosa. E ti prego, non seguirmi. Per una volta. Voglio fare qualcosa da sola. Per favore, promettimi che non dirai niente a nessuno e che ora te ne andrai di qui."
"Ah certo. Vuoi fare qualcosa da sola!? E cosa sarebbe!? Consegnare droga!? Ma sei impazzita Giulia!?" Alza la voce.

"Ei ragazzina, dobbiamo andare. Ora." Mi richiama il ragazzo dietro di me. Gli faccio segno di aspettare.

"No Nic, ascoltami. Ti prego. Tutto questo ha uno scopo. Non posso dirti ora quale sia questo scopo ma ti prego, capiscimi. Devo andare. Prometti."
"Lasciami in pace, Giulia. Vai dove ti pare."

E l'ho vista la sua faccia delusa, non c'è cosa peggiore.

"Andiamo." Dico triste al ragazzo dietro di me, guardando Nic andare via.
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Poco dopo arriviamo davanti ad un palazzo alto.

"Dimmi almeno che c'è l'ascensore." Sbuffo.

Il ragazzo non mi risponde e continua a camminare.

Fortunatamente l'ascensore c'è, e il ragazzo preme il tasto 32. Meno male che non devo farmeli a piedi.

"Come ti chiami?" Decido di fare conversazione senza ricevere una risposta.

Gne gne.

"Smettila do farmi mosse ragazzina."

Dopo un po' arriviamo al piano da lui schiacciato. Entriamo direttamente in una sala appena le porte si aprono.

È una sala grande. Si scendono delle scale e c'è un bancone e dietro 3 barman mooolto affascinanti. Poi nel resto della sala ci sono molte persone che ballano. Alcune addirittura nude. Che schifo!

"Ragazzina, ti muovi o no?"
"Barbaro vichingo." Sussurro in modo da non farmi sentire.
"Come scusa?"

Cazzo.

"Emh. Niente. Stavo parlando tra me e me." Faccio un sorriso che scompare appena si gira.

Il barbaro si dirige verso una porta chiusa dove è vietato l'ingresso.

"Scusa, l'ingresso è viet..."
"Sta zitta, ragazzina." Mi interrompe.

Oh no. Io non mi faccio trattare cosi.

"Senti, uomo alto. Tu non puoi rivolgerti a me cosi, sei solo un lurido, schifoso e viscido cretino!" Urlo puntandogli un dito contro.
"Parla quella che non sta un poco zitta. Cammina ragazzina! Prima che perda la pazienza!"
"Se parlo come faccio a stare zitta!? Sei stupido per caso!? E smettila di chiamarmi ragaz..."

Vengo interrotta di nuovo, ma stavolta da una voce diversa.

"Cosa sta succedendo qui? Cosa sono queste urla?"

"E no eh! Basta! Che nessuno mi interrompa più. Sono stanca di essere interrotta! Tu! Tu non devi più chiamarmi ragazzina! Razza di verme!"

"Tu mi hai chiamato 'barbaro vichingo'!" Ribatte lui.

"Tu ragazzina!"
"Tu lurido! E vichingo! E barbaro!"
"Dai! Solo questo sai dire!?"

Tutti i presenti si mettono a ridere e io non posso far altro che alzare gli occhi al cielo.

Mi giro e il ragazzo con il serpente sulla maglia è qui.

"Emh ciao, io dovrei parlarti."

"Ora sono impegnato." Dice lui guardandomi attentamente negli occhi.

"Ti prego. È importante."

Forse vedendo i miei occhi supplicarlo decide di ascoltarmi.

Mi fa cenno di seguirlo ed entriamo in una stanza con tanto di bancone e barman dietro. Privato di certo, dato che c'è solo lui ora qui con me.

"Dimmi ció che vuoi dirmi, ma veloce."

"Ok. Puó sembrare strano ma, aspetta. Ti ho portato delle cose, cosi che tu possa credermi davvero."

Dalla borsa estraggo le carte che affermano che lui è mio fratello.

"Sei mio fratello, Oliver."

Innamorata di uno stronzo. [ULTIMO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora