Inaspettato

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"Quindi aspetta, tu possiedi un locale!?" Domanda per la centesima volta papà ad Oliver.
"Già" risponde lui.

Ha evitato di dirgli che è il capo della banda di spacciatori più potente del paese. E ha fatto bene. Poteva rischiare di morire, o peggio.

Mio padre sembra quasi commosso. Certo, è normale. Ha rivisto suo figlio dopo 20 anni.

"Posso farti una domanda?" Chiede dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante Oliver.
"Certo." Risponde papà.
"Perchè tu e la mamma mia avete abbandonato?"

"Ecco, quando sei nato io e lei non avevamo molte possibilità economiche. Lei era stata licenziata e io non trovavo un lavoro abbastanza sicuro per poter mantenere una famiglia. Abbiamo pensato che sarebbe stato meglio farti crescere in una famiglia con molto più di quello che potevamo offrirti noi."

Mio padre fa una faccia strana, una faccia pentita.

"Dopo un pó io riuscì a trovarmi un lavoro con molto guadagno. Tua madre anche. Tanto che eravamo tornati dove ti avevamo lasciato, ma ormai, già eri stato adottato e non potevamo fare più nulla. Tua madre era disperata, mangiata dal pentimento e dalla tristezza. Solo due anni dopo arrivó tua sorella. E quante ne ha combinate!"

Sorride a questa ultima frase. Non ricordo granchè della mia infanzia. Ma ricordo tutto l'affetto che mi hanno dato i miei genitori, ed era davvero tanto.

"Non ci siamo dimenticati di te, Oliver. Ma sapevamo che ormai ti avevamo perso." Continua a dire papà.

"E mamma? Mamma dove sta ora? A lavoro?" Chiede Oliver.

Ecco, di nuovo quella sensazione, quella morsa al petto che difficilmente se ne va.

Vorrei davvero dire che ormai lei non c'è più, ma le parole mi muoiono in bocca, stringendo il divano.

"Lei è morta, ormai da due mesi." Dice con sguardo perso papà.

Non ce la faccio. È ancora troppo presto. Non riesco ad affrontarlo e questo mi distrugge.
Mi alzo, seguita dallo sguardo triste di papà e con quello, scioccato e preoccupato di Oliver.

Mi allontano, uscendo dalla porta e iniziando a correre verso la palestra. È l'unica cosa che posso fare per sfogarmi.

Dimostro che sto bene, che l'ho superata. Ma diciamoci la verità: come potrei mai superarla?

In poco tempo arrivo in palestra. Inizio a fare qualche minuto di tappeto e poi mi posiziono sul ring. Sento già l'adrenalina.

In qualche modo combattere mi ha sempre calmata e aiutata.

Mi hanno detto che oggi combatteró con qualcuno nuovo. Non vedo l'ora do sapere chi è, ma soprattutto cosa sa fare.

Dopo essermi preparata salgo sul ring e davanti mi ritrovo Nic.

Oh cazzo!

Innamorata di uno stronzo. [ULTIMO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora