È con la ragazza di prima, forse sono qualcosa in più di semplici 'amici di letto' o 'di spogliatoio' o come volete chiamarlo voi.
Non ha cercato più di tanto di spiegarmi, insomma, poteva farlo se lo voleva davvero, no?
"Vuoi andare via?" Mi chiede Eva all'improvviso facendomi cadere il bicchiere che avevo in mano.
Un tonfo si fa largo nella stanza facendo girare tutti. E quando dico tutti, è davvero TUTTI.
"Si, credo sia meglio."
Sento il suo sguardo su di me. Siamo solo migliori amici, mica posso prendermela perché l'ho trovato con un'altra, anche se si, lo ammetto, fa abbastanza male.
"Inizia ad andare in macchina, io pago ed esco." Mi dice la mia amica.
Annuisco e mi avvio verso la macchina, solo quando esco dal locale mi accorgo di aver trattenuto il respiro.
Non poteva andare peggio.
"Giulia." La sua voce mi arriva alle orecchie come un'ondata di acqua gelida che mi fa rabbrividire. Poco dopo sento la sua mano sulla spalla.
Vorrei dirgli di andare via, ma in realtà non voglio nemmeno io che se ne vada.
"Giulia.."
Mi giro incontrando i suoi occhi, quegli occhi che ho sempre desiderato guardassero solo me. Poi mi soffermo sulle labbra, quelle labbra che ho sempre voluto sentire sulle mie.
Ma so che tutto questo non accadrà mai.
"Allora, stai con Monica, eh?" Il mio sguardo si posa sulle mie scarpe. Sono davvero interessanti.
"Già, può sembrare strano bambi.."
A quel nomignolo la mia testa fa uno scatto e inizio a guardarlo. Questo per pochi secondi, perché poi ritorno a guardare le scarpe.
"..ma è una cosa seria. Si insomma, stiamo facendo le cose per bene e credo che questa sia la mia prima vera relazione, e sono felice con lei.." continua.
È felice con lei, quindi la mia amicizia non lo rende felice?
"Ok."
"Ok?" Domanda con la faccia strana.
"Si, ok. Insomma, se sei felice buon per te."Di ghiaccio, ecco come sono.
"Giulia.." sa che c'è qualcosa che non va.
"Non pensavi di dirmelo vero? Se non ti avessi trovato in quella situazione, non lo sarei mai venuta a sapere."
"No Giulia, te lo avrei detto al momento giusto.""Lasciamo stare." Chiudo gli occhi per qualche secondo e mi giro incamminandomi di nuovo verso la macchina.
Perché non capisce che fa male? Perché non ho il coraggio di dirglielo? Perché deve essere tutto così difficile.
Odio questa situazione e odio me, profondamente.
Quando torno a casa mi dirigo al pianoforte, in casa non c'è nessuno, come al solito.
Le note iniziano a farsi spazio nella stanza, le lacrime iniziano a scendere, il cuore a chiudersi, gli occhi a spegnersi.
La verità è che io ho paura, paura della felicità. Perché quando sei felice c'è sempre qualcosa che deve accadere per togliertela. E questa situazione direi che ne è la prova.
"Signorina, tutto bene?" Una voce mi ferma, subito mi accorgo che è la voce della guardia della casa.
"Si. Va tutto bene." Taglio corto, mi alzo e prima che venga fermata da Louis (la guardia), il mio cellulare suona. Quando leggo il nome del mittente ho un sussulto. Perché deve torturarmi??
Da Niccolò:
Possiamo parlare?Non apro il messaggio e rimetto il telefono in tasca.
"Signorina, sono una guardia, ma sono anche una persona. Capisco quando le persone stanno male, li vedo i suoi occhi, se vuole parlare, io sono qui."
Non mi aspettavo questo mini discorsetto da un ragazzo tutto muscoli e tatuaggi.
"In realtà è vero, non sto molto bene."
Involontariamente il mio sguardo vaga fuori dalla finestra diretto sulla casa di Niccolò e questo, Louis lo nota."Sapete, io non sono una persona che può dare consigli su cosa fare. Ma, signorina, ascoltatemi, se provate qualcosa per Niccolò, diteglielo, confessateglielo. Abbiamo solo una vita, il minimo che possiamo fare è quello che vogliamo. Stare con le persone che amiamo, è una di queste."
"È complicato."
"E chi lo dice? Solo perché lo pensa lei non è detto che lo sia. Può sembrare complicato a volte, e anche molto. Ma se non ci proviamo cosa ci resta? Il rimorso? E non è meglio averci provato che passare una vita a pensare a quel 'e se...'?"
"Ormai ha trovato una persona che lo rende felice."
È abbastanza dura ammetterlo a me stessa, figuratevi dirlo a voce alta.
"E voi siete sicura che questa persona lo renda felice?"
"Si, ne sono sicura. I suoi occhi, mentre me lo diceva, lo facevano vedere. Ora scusa, ma vado a letto."Mi dirigo a passo svelto verso la mia stanza. Il telefono suona di nuovo e lo prendo trovando vari messaggi. È sempre Niccolò.
Da Niccolò:
-So che non vuoi parlarmi, che ti sarò sembrato uno stronzo, Giulia. Ma io ti voglio bene e odio il fatto di poterti perdere. Quindi per favore, rispondi. Non tornerò a casa stanotte altrimenti sarei corso da te. Non ci avrei pensato due volte e sono tentato di farlo anche ora.- Giulia, io non so cosa ti sia preso, ma il pensiero di non vederti più mi sta uccidendo.
- Ti prego, rispondimi.
- Giulia, ti lascerò andare se è questo che vuoi, non ti darò più fastidio, ma ti prego, non chiuderti in stessa di nuovo. Odio non vederti felice.
- Prima, quando stavamo parlando e mi hai risposto con quell'ok freddo, ho visto i tuoi occhi cambiare, e so che stai ricadendo nell'abisso, ma ti prego non farlo.
- Odio sapere che il motivo sono di nuovo io. Non l'ho mai sopportato, vederti e non poterti abbracciare. Ti ho delusa tante volte Giulia, ma ti prego, non chiudere il tuo cuore.
- Ti voglio bene Bambi.
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Ciao, come state?
Finalmente un nuovo capitolooo!Vi piace? Devo cambiare qualcosa? Se ci sono degli errori scusatemi.
Cosa farà Giulia? Lo perdonerà? Lo eviterà?
E come reagirà Niccolò? La asseconderà nella sua scelta o vorrà fare il contrario?
E Monica, in tutto questo, che ruolo avrà?
Se avete domande sulla storia o curiosità basta chiedere.
A presto. ❤️
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Innamorata di uno stronzo. [ULTIMO]
Romansa(Ultimo in questa storia non è famoso.) Giulia è una ragazza italiana di 19 anni, trasferitasi in America a causa del lavoro di suo padre quando era molto piccola. La madre è morta da un mese, un mese in cui Giulia ha preferito rinchiudersi in camer...