Harleen, in silenzio, scrutava quell'angolo di città fuori dalla finestra del palazzo. Studiava come rapita le gocce di pioggia che cadevano e ticchettavano sulle finestre. Erano giorni ormai che la pioggia non smetteva e le pesanti nubi coprivano il cielo di Gotham City con una cappa quasi impenetrabile.
«Sembra che non passi mai», disse improvvisamente la ragazza senza neppure voltarsi indietro. Immersa nella penombra della piccola sala, ascoltava la pioggia e lo sfrigolare del cibo in padella, mentre Pamela cucinava.
«Cosa?» domandò la donna, sollevando lo sguardo verso Harleen oltre l'apertura nella parete del cucinino che dava sulla sala.
«Questo tempo», rispose la giovane. «Sembra non passare mai. Piove, fa freddo, sono anche scesi un po' di fiocchi di neve. Ci sono poche persone infreddolite in giro, qualche fattone con la sigaretta sempre in bocca», proseguì Harleen allungando il collo verso la strada. «Mai una volta che ci sia il sole.»
Pam sorrise e riprese a concentrarsi sul cibo.
«Forse hai proprio ragione a volertene andare da qui.»
«Non è un posto per noi, lo sai.»
Harleen annuì, mesta. «Ma lo troveremo mai?» chiese. «Un posto per noi, Pam?»
Le mani che armeggiavano con padella e cucchiaio di legno si arrestarono di colpo, ma stavolta la donna non sollevò gli occhi da ciò che stava facendo. Temeva ciò che avrebbe detto e temeva allo stesso modo anche ciò che una parte di lei stessa le stava sussurrando.
Poi però, ritrovando un forzato buonumore esclamò: «Certo che c'è un posto per noi là fuori!»
Harleen si sollevò dal divano e si avvicinò.
«Qualcuno ci darà una mano ad andarcene di qui», spiegò e sorrise maliziosamente all'indirizzo della ragazza. «Ho chiesto aiuto a una vecchia amica, sai? Lei non è tipa da abbandonare le compagne in difficoltà.»
«Oh, ma davvero?» domandò l'altra, facendo il giro attorno alla colonna e ancheggiando sensualmente verso Pamela. Le si strusciò accanto e con un misto di curiosità ed eccitamento, sussurrò: «Si tratta per caso di un paio di orecchie a punta, da gatta e una sexy coda di piumino?»
«Bingo!» scherzò Pam. «Mi ha beccata, agente!»
Harleen ridacchiò, ma s'interruppe quasi subito. Entrambe scattarono sull'attenti e si voltarono verso la porta dopo aver udito rumoreggiare sulle scale.
Prima che potessero fare qualunque cosa, le nocche di una mano andarono a impattare rapidamente sull'ingresso di casa.
Pamela, preoccupata, fece cenno ad Harleen di fare silenzio, portandosi un dito alle labbra, quindi di soppiatto si avvicinò alla porta, scivolò accanto alla parete e attese.
A quel punto una voce annunciò sommessamente: «Pamela, sono io, Selina.» Il tono era piuttosto teso, ma l'accento e la sensualità di quelle vibrazioni erano inconfondibili. «Pam...», chiamò ancora la donna dopo aver atteso ancora in silenzio. «Sono sola, andiamo! Non tenermi qui sul pianerottolo. Potrebbe vedermi qualcuno. Sei tu che mi hai detto di venire a questo indirizzo, ricordi?»
Lentamente, ma senza togliere il paletto, Pamela socchiuse la porta e intravide la Donna Gatto nello spiraglio che si apriva. Era vestita di nero, come sempre, con un pesante impermeabile che scendeva fin quasi ai piedi.
«Per favore, Pam», incalzò. Sembrava agitata. «È importante!»
Convintasi, Pamela sganciò il paletto, aprì la porta e fece entrare Selina Kyle, richiudendo immediatamente l'ingresso dietro di lei.

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The Runaway Act
FanfictionIn una Gotham City divorata da crimine e terrore, dove una patina di normalità viene dipinta da politici e personaggi pubblici, all'ombra della notte un Pipistrello quantomai malvagio e vendicativo è in caccia e il destino di tre donne, le Gotham Ci...