Capitolo 16

45 6 0
                                    

«Stai compilando l'ultimo rapporto, Mac?» domandò il compagno di pattuglia al collega, abbandonato sul sedile del passeggero, intento a scribacchiare su un modulo prestampato.

Mackenzie Johnson sbuffò e scosse la testa, avvicinando il modulo agli occhi. «Avessero almeno l'accortezza di stampare questa merca in maniera più leggibile!»

Il collega ridacchiò e accese le luci all'interno dell'auto. «Magari è la volta buona che ti fai un paio di occhiali come si deve.»

«Oh, fanculo, Lou!» sbottò l'altro. «Sono quasi le cinque del pomeriggio e con queste nuvole sembra notte. Piove che Dio la manda e siamo dentro una fottuta volante della polizia. Altro che occhiali da vista!»

Louis Pocelli lanciò l'ennesima occhiata divertita a Johnson che trafficava con il modulo. «Lascia perdere, Mac», grugnì. «Quella è roba da ufficio», disse rivolto al modulo prestampato. «Pensiamo a restarcene qui senza consumarci gli occhi. Tanto prima o poi qualcuno chiamerà.»

«Tanto non si vede un'accidenti con questa pioggia, vorrai dire!»

«Andiamo», rise Lou. Conosceva troppo bene il collega. «Fingi di tenerti occupato perché così speri che la radio non suoni e nessuno ci chiami dalla centrale per spedirci chissà dove.»

Mac si fece improvvisamente serio. Abbandonò in grembo il documento che stava scrivendo e sollevò lo sguardo che si puntò fuori dal parabrezza coperto di fitte gocce di pioggia.

«Che c'è?» insisté Lou, perdendo il proverbiale buonumore.

Mac sospirò di nuovo. «Non è un crimine quello di desiderare qualcosa di meglio», spiegò con semplicità. «E io desidero che non mi chiamino più per vedere certe cose in strada, Lou!»

«Forse abbiamo sbagliato mestiere», ribatté l'altro.

«Chi ce l'ha fatto fare!» esclamò Mac, esasperato. Lasciò trascorrere quasi un minuto di silenzio in cui si udiva soltanto il ticchettio della pioggia sulla carrozzeria e sui vetri della voltante, quindi si lasciò andare a una confessione. «Ho pensato spesso di dare le dimissioni negli ultimi tempi.»

Lou non disse nulla e si limitò a fissare il collega.

«Non è Lory che parla, chiaro?» precisò riferendosi alla moglie. «È questione di priorità. Ho una famiglia, Lou. Due figlie che sono ancora piccole: Allison ha appena iniziato a frequentare la scuola media e Lizzy va ancora all'asilo.»

«Ti capisco, Mac», mitigò l'altro poliziotto. «Sembra che questa città stia andando al macello, mentre politici e uomini importanti se la portano in petto come fosse il fiore all'occhiello della costa orientale. Idioti...»

«Niente di più lontano dalla verità.»

«Già, ma a loro che importa?» insisté. «Mica devono venire qui a fare la ronda!» Di colpo Louis si fece silenzioso e scrutò il panorama fuori dal parabrezza. «Guarda!» esclamò, indicando con un gesto della mano ciò che gli stava di fronte. «Non capisci mai se sei tu a dare la caccia ai criminali o se sono i criminali che ti fanno entrare nella loro tana per poi divorarti.»

Mac non rispose, l'espressione in volto sempre più pesante.

«Sì, lo so», ammise Lou, «sono discorsi del cazzo, ma non posso farci nulla.»

«Anche tu pensi alla macelleria di ieri notte vicino ai Giella Gardens?» domandò Mackenzie.

Louis annuì. «Fortuna che non eravamo in servizio.»

«Hanno detto che si è trattato di un vero e proprio massacro», proseguì Mac. «Sangue dappertutto, pezzi di corpi sparsi in ogni angolo della casa e pare... Pare che fosse la tizia verde.»

The Runaway ActDove le storie prendono vita. Scoprilo ora