Capitolo 18

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«Ehi, Harvey!» chiamò Rodriguez all'ingresso del negozietto.

Ormai fuori aveva smesso di piovere e il viavai degli addetti della scientifica e degli altri poliziotti presenti sulla scena del crimine si era fatto più fitto e rapido.

Bullock emerse dal retro del negozio e tornò a puntare gli occhi su quell'ammasso di cadaveri a pezzi e sangue sparso dappertutto. In mano reggeva ancora il biglietto con l'indirizzo vergato nervosamente a mano. Il suo sguardo nuovamente scintillò di rabbia e un ghigno famelico gli si dipinse sulle labbra.

«Che hai da fare quella faccia?» domandò Rodriguez.

Il collega fece spallucce.

L'altro sospirò e disse: «Una chiamata.»

«Adesso?» interloquì Bullock. «In mezzo a questo macello?»

Rodriguez annuì. «Pare sia in corso una sparatoria.»

«Dove?» incalzò Harvey e sempre ostentando il suo sorriso, mostrò all'altro poliziotto l'indirizzo che era segnato sul biglietto dentro il sacchetto per le prove. «Forse da queste parti?»

Rodriguez sgranò gli occhi.

«Sorpreso?»

«Chi te l'ha dato?» chiese.

Bullock accennò col capo. «Uno dei tizi della scientifica», spiegò. «Era attaccato alla testa di...» Con un'altra mossa indicò il cranio decapitato che veniva riposto in un sacco e portato fuori dal negozio. «Sono certo che ci sarà qualcuno cui stiamo dando la caccia da parecchio», commentò tra sé senza replicare alla salva di domande del collega mentre infilava la porta e saltava in auto.

Mise in modo la Dodge St. Regis che rombò non appena premette il piede sull'acceleratore, quindi sgommò via. Notò appena Rodriguez che gli correva dietro agitando le braccia chiedendogli effettivamente se fosse abbastanza pazzo da fiondarsi sul luogo della sparatoria all'indirizzo che avevano segnalato dalla centrale, ma non lo udì ringhiargli che già la S.W.A.T. era intervenuta e che non c'era bisogno dell'ennesimo piedipiatti tanto pazzo da rischiare la vita inutilmente.

Gli aggiornamenti arrivarono sulla trasmittente a bordo dell'auto di Bullock mentre il detective si dirigeva a tavoletta verso il quartiere cinese, tagliando per l'Upper West Side.

La S.W.A.T. aveva fatto un buco nell'acqua. Chissà come qualcuno aveva denunciato la presenza di alcuni terroristi in un quartiere di case popolari e in un baleno gli agenti d'assalto avevano preparato l'incursione. In breve l'attacco c'era stato ma le male equipaggiate tre cellule terroristiche si erano trasformate in una dozzina di ex militari strafatti al soldo di qualche mafioso locale che li aveva spediti a fare la festa a qualcuno, senza sapere di chi si trattasse.

A quel punto gli agenti della S.W.A.T. e gli ex militari si erano scontrati, ma qualcuno era riuscito a fuggire facendo fuori diversi agenti. Un'auto rubata a folle velocità stava attraversando la periferia di China Town, diretta verso il Brown Bridge.

«Dev'essere lei», sibilò Bullock con un sorriso ferino che gli stirava le labbra. Masticò il mozzicone di sigaretta che aveva abbandonato sul cruscotto e lo sputò fuori dal finestrino abbassato. Ascoltò ancora attentamente le scariche elettrostatiche della radio della polizia, ma gli aggiornamenti erano conclusi.

Pigiò ulteriormente sull'acceleratore, tagliò diversi incroci deserti, bruciò parecchi semafori, si spinse a guidare oltre il limite e in poco meno di un quarto d'ora si trovò a una manciata di chilometri dal Brown Bridge quando vide comparirgli davanti al muso della St. Regis alcuni SUV e un paio di berline di grossa cilindrata.

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