The Runaway Act

Capitolo 20

Come un lampo nelle tenebre, Batman si fece sotto e agitando il braccio destro con rapidità fulminea interruppe la mossa del Joker che già si era voltato verso di lui con il revolver spianato.

La lama del Pipistrello cozzò violentemente contro la lunga canna dell'arma del suo nemico ed entrambi i contendenti osservarono la spada che tranciava in due il revolver. Parte del tamburo con alcuni proiettili inesplosi e la canna ancora calca caddero a terra, mentre il sorriso del Joker si fece quasi più smagliante.

Batman fece un passo indietro, lasciando correre il filo sottile della propria spada curva lungo una gamba, fin quasi a toccare il terreno. Le lenti accese di una luce bianca e fredda fissavano il nemico con spietatezza.

Il Pagliaccio si mosse quasi all'unisono con un balzo alle proprie spalle. Scaraventò via la pistola in pezzi. Il calcio dell'arma rimbalzò un paio di volte a terra finendo in un angolo di quello spazio vuoto e a quel punto afferrò una lunga sbarra di metallo arrugginito, la soppesò su una mano e se la trascinò dietro, avanzando come uno zombie ghignante.

«Uno scontro all'ultimo sangue, amico mio?» esordì il Joker. «Da molto tempo sognavo una battaglia epica tra noi due, dentro una sfarzosa arena, sotto gli occhi di un pubblico pagante, desideroso di ammirare sangue, carne e morte, ma ahimè... Dovremo accontentarci di un grassone col distintivo che faccia da giudice, giuria e boia per noi due – questo a te piace, dopotutto – e di due sole spettatrici d'eccezione, una delle quali che si annoia talmente tanto da essere già nel mondo dei sogni.»

Le labbra sottili e strette di Batman si mossero impercettibilmente. «Ti piace sempre scherzare.»

«Sono il Pagliaccio, no?» ribatté l'altro. «Vivo per questo.»

«E per questo hai inscenato un circo di morte e follia, coinvolgendo anche degli innocenti?»

Il sorriso sul volto del Joker si appannò un istante e per qualche secondo scomparve. «Nessuno è innocente, Pipistrello», gorgogliò con voce maligna. «Non a Gotham. E tu lo sai bene, non è così?»

Batman non rispose.

Il Joker si scagliò sul suo avversario e le due lame s'incrociarono in uno scintillio. La spada di Batman grattò e scricchiolò contro la sbarra del Joker e in una lotta di forza i contendenti rimasero bloccati per alcuni interminabili secondi.

«Gotham è marcia, Pipistrello. Tu puoi pensare ciò che vuoi, ma non hai iniziato a spargere sangue per le strade della città solo perché pensavi di salvare qualcuno.»

Di nuovo il Pagliaccio scoppiò a ridere e sgambettò il proprio nemico che tuttavia, con un'agile capriola si rimise in piedi lasciando svolazzare il mantello, dopodiché si acquattò a terra e rimase in attesa, studiando il gioco di gambe del Joker.

«Non sei venuto qui per salvare qualcuno», ribadì il pazzo. «La tua lama ha sete, vero? Il tuo compito ormai è un altro. Hai varcato la soglia della legalità, sei entrato nel mondo in cui tutto è lecito e...», ripeté, «la tua lama ha molta sete.»

Furente, Batman si scagliò a propria volta contro il Pagliaccio e in una selva rapidissima di colpi, le due armi di nuovo s'incrociarono, ma il vigilante, più esperto nei combattimenti all'arma bianca, lacerò e infilzò il Joker più volte. In quella danza feroce, la spada del Pipistrello saziò in parte il proprio desiderio di sangue. Parata, affondo, parata, volteggio, fendente e un colpo dopo l'altro brandelli di carne e dell'elegante completo viola del Pagliaccio si staccavano cadendo a terra.

«Piace anche a te divertirti, vero Pipistrello?»

Sordo a quelle parole, Batman proseguì con il proprio attacco, ribattendo le spazzate e i fendenti dell'avversario, deviando gli affondi sempre più violenti e imprecisi. Si rendeva conto che il Joker stava sfruttando le ultime energie rimaste. Le numerose ferite e il sangue perso l'avevano indebolito e rallentato, mentre Batman, implacabile, avanzava un passo alla volta verso la propria vittoria.