Aprii la porta di casa mia ed entrai buttando a caso la borsa per terra, era pesante e forse avrei dovuto svuotarla un po' per davvero.
Che buon profumo, sicuramente era stato appena cucinato qualche dolce.
"Sono a casa" urlai togliendomi il giacchetto in jeans.
"Ciao tesoro" la testolina bionda di mia madre sbucò dalla porta della cucina sorridendomi allegra.
"Com'è andata a scuola?" Chiese finendo di lavare alcuni piatti.
Avevo indovinato, la mamma aveva fatto la torta al cioccolato.
"Bene, ho fatto vincere la mia squadra nella partita a calcio" risposi felice.
Mia madre ridacchiò rovesciandosi un po' d'acqua nel bicchiere di vetro.
"Non cambierai mai, in fondo rimarrai sempre un po' maschiaccio"
"Hei, dovresti essere orgogliosa di avere una figlia come me" mi sciolsi i capelli smuovendoli leggermente e misi una mano sul fianco sorridendole. "Guarda che schianto che sono" continuai ironica facendole la linguaccia.
Rise, annuendo con la testa "Hai proprio ragione."
Aprii lo sportello del frigo in cerca di cibo, ma alla fine optai per una fetta della torta al cioccolato, mandando nello scarico tutti i buoni propositi per incominciare la dieta.
"Tesoro io sto per andare al lavoro, dopo se hai voglia, raccogli i panni stesi dovrebbero essere asciutti, ce ne sono un po' da stirare" disse abbracciandomi e sparendo dietro alla porta con le chiavi della macchina in mano.
Finii di mangiare e corsi a farmi la doccia nel bagno di camera mia con la musica al massimo del volume, chissene frega dei vicini, tanto sono vecchi non ci sentono bene.
Appena uscì dalla doccia, mi tolsi del tutto i resti del trucco, indossai l'intimo, dei pantaloncini delle tuta e una maglietta anche troppo larga per me, ma almeno ero comoda. Asciugai i capelli e li chiusi in una crocchia disordinata.
Feci un veloce controllo per la casa e sistemai quelle poche cose che non erano al loro posto, uscii in giardino e raccolsi i panni asciutti.
'Un po' da stirare' si certo, erano una montagna.
Rientrai in casa con il cesto pieno zeppo di vestiti e li poggiai sul ripiano della cucina.
Mia madre non mi costringeva a fare queste cose, ma sapevo quanto potesse stancarsi al lavoro, per questo l'aiutavo sempre in casa.
I miei pensieri furono interrotti dal suono del campanello e sperai con tutto il cuore che non fosse qualche bel figo fuori dalla porta, non ero per niente presentabile.
Aprii la porta e tirai un sospiro di sollievo quando vidi le mie due migliori amiche.
"Buenas tardes chica!" Mi salutò Kels baciandomi una guancia, amavo quando parlava in spagnolo, la invidiavo per le sue origini, sarebbe piaciuto anche a me essere spagnola.
Kelsey mi aveva insegnato a parlarlo, ma la maggior parte delle cose le avevo imparate guardando le serie tv, come Casi Angeles, oh Dio da quanto non vedevo quella serie!
Sam mi abbracciò e mi sorrise più del solito.. qui gatta ci cova.
"Che succede?" Chiesi curiosa.
Kels sbuffò sedendosi pesantemente sul divano del soggiorno.
"Calum mi ha scritto un messaggio" strillò saltellando sul posto euforica Sam.
Quando sentii quel nome mi salii il nervoso, insomma stavo quasi per baciare quel gran figo di Hemmings se non fosse stare per lui. Anche se in realtà, ancora non riuscivo a capire cosa stesse esattamente cercando nello spogliatoio femminile e la cosa mi faceva incazzare maggiormente.
"E' tutto il pomeriggio che rompe con questa storia" sbuffò di nuovo Kelsey facendomi ridacchiare.
Sam, quando ci si metteva, sapeva essere davvero una gran rompi palle.
"Mi ha scritto ' hei, piccola', piccola ti rendi conto?" Ripetè con un sorriso simile a quello del gatto di Alice nel mondo delle meraviglie e la cosa mi spaventò un po'.
La lasciai perdere e andai nello sgabuzzino per prendere l'asse e il ferro da stiro, almeno quelle due scimmiette mi avrebbero tenuto compagnia.
Tornai in salotto e dopo aver sistemato il tutto iniziai a stirare i vestiti.
Guardai Sam che non staccava gli occhi dal telefono e sorrideva come una pazza.
Ok, questa ragazza mi faceva realmente paura.
"Tu che mi racconti Kels?" Chiesi piegando una maglietta di mia madre.
"Beh.. Ashton mi ha chiesto di uscire" rispose spegnendo la tv che aveva acceso, buttando il telecomando sul tavolino nero.
Quasi mi bruciai, insomma, wow, pensavo che avrebbe aspettato ancora qualche giorno prima di chiederglielo.
"E tu cosa hai risposto?" Ero titubante, Kels li faceva soffrire i ragazzi prima di accettare un loro invito.
"Gli ho detto.. di si" alzai lo sguardo sorpresa "Si , cioè, è un figo assurdo ed è così dolce" continuò ridacchiando. Decisamente, non potevo darle torto.
Presi un'altra maglietta, cercando di evitare i pantaloni, odiavo stirarli e alla fine si accumulavano tutti quanti e non avendo scelta, li dovevo stirare tutti in una volta e la cosa mi faceva sempre innervosire.
"E tu? Con Hemmings?" Mi bloccai, guardandola confusa.
"Cosa?"
"Avanti, non fare la finta tonta, l'ho capito che ti piace Jade" disse Kels con uno sguardo malizioso.
"A me non piace Luke" dissi alzando la voce di un'ottava.
"Ah, adesso è diventato pure Luke? Non più Hemmings?" Rise facendomi innervosire.
Alzai gli occhi al cielo, non c'era niente di divertente, a me non piaceva Luke..Si, ne ero certa.
'Ci risiamo, l'hai chiamato di nuovo Luke'
Oh mio Dio, ancora tu? Come faccio a mandarti via?
'Non ti libererai mai di me heheh'
Cercai di ignorare quella stupida vocina e mi concentrai su Kels.
"Te lo assicuro, tra me e Hemmings non c'è niente" sbottai cercando di non sembrare nervosa.
"Certo, è per questo che vi stavate per baciare oggi nello spogliatoio" Sam ripose il cellulare in tasca e mi sorrise maliziosa.
"Chi te l'ha detto?" Spalancai gli occhi, sentendo il mio cuore battere più forte.
"Calum"
Lo ripeto, Calum Hood se ti prendo, sei morto.
"Oddio, cos'è questa puzza di bruciato?" Chiese Kels guardandosi in giro.
Abbassai lo sguardo sulla maglia che stavo stirando o meglio, sul quale avevo solo appoggiato il ferro, lo alzai velocemente trovando un buco enorme sulla t-shirt.
Perfetto, avevo bruciato pure la maglietta.
Luke Hemmings è sempre colpa tua!
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Sexual education
Fanfictioncosa può accadere se nella classe di letteratura del signor Smith arriva Sarah che insegnerà agli alunni uno strano modo di fare educazione sessuale? Ormoni impazziti, strani esperimenti, tanti ragazzi e tante risate. Leggete per scoprirlo! allora...