19. a strange dinner

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Un.. un bam.. Un che?! 
I miei avevano adottato un bambino? 
Per quanto sentissi quel fastidioso pizzichio allo stomaco, per il fatto che non me lo avessero detto fin dal primo momento, non riuscivo proprio ad essere arrabbiata con loro. 
Non sarei più stata da sola, avrei smesso di sentire quel fastidioso silenzio per tutta la casa. Certo, a volte la musica mi aiutava a riempirlo, ma non sarebbe mai stato così bello come la voce o la risata di un bambino a risuonare fra quelle mura. 
Avrei avuto quella responsabilità di dovermi preoccupare e occupare di qualcun'altro, non solo di me stessa. 
E credetemi per una figlia unica come me, non c’era notizia più bella. 
Quanti anni ha? Di che nazionalità è? É maschio o femmina? 
Avrei voluto fare così tante domande ai miei, ma mi limitati a saltare addosso a mia madre e stringerla come mai avevo fatto prima. 
Soffocò una risata, mentre allacciava le braccia attorno alla mia vita e poco dopo sentii anche la presenza di mio padre unirsi a quell'abbraccio mozzafiato. 
“Non sei arrabbiata con noi per non avertelo detto prima?” Chiese mio padre allontanandosi di poco. 
“Voi siete pazzi!” Esclamai euforica, non riuscendo proprio a tenermi tutto dentro “Come potrei esserlo?” 
Mia madre sorrise così tanto che quasi gli angoli della sua bocca, toccarono le orecchie. 
“Quindi sei felice?” Chiese dolcemente. 
“ Super ultra stra mega felice!”  Risi contagiando anche loro. 
“ Ma ditemi qualcos’altro, parlatemi di lui o lei.” Dissi più curiosa che mai. 
La mamma rise scompigliandomi i capelli. 
In altre circostanze avrei sbuffato e protestato a quel gesto, odiavo quando mi toccavano i capelli in quel modo. 
Ma in un momento del genere, avrebbero potuto buttarmi addosso una mucca e io l’avrei abbracciata e coccolata, tanto per intenderci. 
“È un maschio” rispose facendomi già  immaginare un pargoletto da cullare fra le braccia. 
“Quanti anni ha?” Chiesi in cerca di più informazioni. 
“Vorrei che fosse una sorpresa” disse papà sorridendo. 
Ma perchè i miei avevano questa tendenza a creare tutto questo mistero? 
“Uffa, dovete fare sempre così” sbuffai facendoli ridere “ditemi qualcos’altro allora.” 
“Okay..mh..alla casa di accoglienza dove sta, ci hanno detto che è molto bravo con i computer e la tecnologia in generale.” 
Oh, allora non era poi così piccolo. Mi sarei ritrovata con un moccioso di dieci, undici anni più intelligente di me. Perfetto. 
Ma, a parte questo andava bene, dopo tutto credo che mi sarebbe andata bene qualsiasi cosa. 
“Come ci è finito li?” Chiesi veramente interessata. 
“I suoi genitori sono morti in un incidente stradale, e lui si è salvato insieme a sua sorella.” 
“Perchè non avete adottato anche lei?” 
“ Perchè è già stata adottata da un’altra famiglia.” Disse lui stringendo la mano di mia madre. 
Oh, caspita. 
Non doveva essere facile per lui essere rimasto da solo. Insomma, a nessuno piace stare da soli. 
“Quado verrà a stare a casa nostra?” Domandai non vedendo l’ora di averlo già qui. 
“Fra due settimane.” 
Feci un urletto di gioia, iniziando a saltellare sul divano come una bambina che ha mangiato fin troppe caramelle. 
Aspettavo che accadesse qualcosa del genere da tanto, forse troppo tempo. 
Papà rise, trascinandosi dietro la mamma, per poi salire le scale e andare nella loro camera, lasciandomi da sola nel mio delirio. 
Come avrei  fatto ad addormentarmi adesso? Mi sentivo troppo felice ed eccitata per.. mio fratello. 
Cavolo, che bello poter dirlo. 
Fratello, fratello, fratello. 
Caspita, potevo chiedergli almeno come si chiamava. Vabbe l’avrei saputo domani. 
Spensi la tv, raccolsi il telefono che era caduto per terra per colpa dei miei saltelli, per cul..fortuna non si era rotto. 
Corsi in camera mia e mi catapultai sul letto. 
Mi spogliai velocemente e rimanendo in intimo, mi infilai sotto le coperte, chiusi gli occhi cercando di respirare lentamente per potermi addormentare, ma l’adrenalina che sentivo era davvero troppa. Manco avessi vinto tre miliardi di dollari. 
Mi misi seduta, passandomi nervosamente la mano tra i capelli. Dovevo trovare qualcosa da fare per calmarmi. 
Presi il computer portatile dal comodino, cominciai a navigare un po’ sui social network per distrarmi, e stranamente sembrò funzionare. 
Aprii la pagina di facebook e la cosa che mi saltò subito all’occhio furono le innumerevoli foto di ragazze mezze nude che riempivano la home. 
Ma che cavolo, era diventato un sito porno, non un posto dove condividere le tue idee e i tuoi pensieri. 
Chi diavolo avevo come amici? 
Lasciai perdere e controllando le notifiche, cominciai a leggere tutti i commenti sul video in cui Luke mi aveva taggata. 
Quarantadue mi piace per un video di merda in cui mi rendevo ridicola. Che vergogna. 

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