"Kevinnnnnnnnnnnnnnnn!" urlai con tutto il fiato che mi ritrovai in corpo.
Mi stavo annoiando, ma davvero, davvero tanto. Non mi ricordavo che essere malata fosse così palloso. Avevo passato tutto il mio venerdì sera e la giornata di sabato distesa nel mio letto a fare un bel niente. Il mal di testa giocava con me, proprio come la febbre che saliva e scendeva a suo piacimento. Ma insomma, cosa facevano i miei anticorpi invece di aiutarmi?
"Sto arrivando!" urlò a sua volta il mio adorato fratellino. Poverino, avevo l'impressione che mi odiasse. L'avevo mandato in cucina almeno trenta volte, prima avevo voglia di un po' di succo d'arancia, ma poi ho cambiato idea optando per l'acqua, poi per il the.. e poi per il latte. Sembravo tanto una donna incinta.
Sorrisi contenta quando lo rividi di nuovo sulla soglia della porta di camera mia, ma storsi il naso quando gli vidi in mano il bicchiere pieno di coca cola. Non mi andava più.
"Ho voglia di una cioccolata" mormorai prendendo dal comodino il ventesimo pacchetto di fazzoletti.
"Siamo quasi in piena estate Jade" disse lui avvicinandosi, e bevendosi al mio posto la bibita.
"Hai ragione" borbottai " mi sto annoiando.. vieni qui" continuai battendo la mano sullo spazio vuoto del mio letto.
"Sul serio? E se poi mi contagi?" domandò inarcando di poco il sopracciglio.
"Oh ti prego, ho voglia di coccole. E poi ho già bevuto gli antibiotici e tutte le cazzate che mi ha dato la mamma" cercai di convincerlo, sbattendo più volte le ciglia.
Avevo solo lui con cui poter parlare, le mie amiche mi avevano gentilmente scaricato per poter stare in santa pace con i propri i ragazzi e Luke aveva da fare con suo padre o sua madre.. non ricordo bene, ma sta di fatto che mi aveva bidonato anche lui. Certo prima mi faceva ammalare e poi non mi cagava neanche.. vabbè forse era colpa mia, ma non poteva lasciarmi da sola.. mi mancava così tanto.
"Tua madre non scherzava allora" rise lasciando il bicchiere sulla scrivania per poi distendersi accanto a me. " Sei veramente una che ama le coccole."
Oh, non immagini quanto.
"Se fosse per me andrei in giro con appeso al collo, un cartellone con scritto 'free hugs" dissi stringendolo in uno strano abbraccio.
Rise pronto a dire qualcosa, ma fu preceduto dal suono del campanello.
Lo guardai confusa " aspettiamo qualcuno?"
"Umh in effetti si, avevo invitato Michael per giocare insieme alla play. Ti dispiace?" chiese sorridendo timidamente.
"No, no" sorrisi a mia volta lasciando la presa su di lui. Come potrebbe dispiacermi? Sapere che si stava facendo degli amici non poteva rendermi più felice.
Passarono pochi secondi, il tempo che Kevin aprisse la porta e anche Mike finì in camera mia.
"Ciao!" Esclamai vedendolo entrare.
"Ciao bellezza" mi alzai sulle ginocchia e senza uscire dal letto lo abbracciai calorosamente.
"Come stai oggi? Hai un aspetto migliore di ieri" sorrise sedendosi sul bordo del letto.
"Già" commentai infilandomi di nuovo sotto le lenzuola. Faceva un gran caldo, ma indossavo solo una maglietta abbastanza larga che mi lasciava tutte le gambe scoperte.
"Se volete giocare andate pure" dissi vedendo Kevin distendersi come prima di fianco a me.
"Ma no dai ti facciamo un po' di compagnia, andremo più tardi" rispose togliendosi le scarpe con i piedi.
Aw, che teneri.
"Fatemi un po' di posto" Michael si lanciò di peso sul letto, rischiando di cadermi addosso.
Feci una risata soffocata, per via della stretta sulla mia spalla con cui si stava aiutando a distendersi alla mia destra. Beh, se non altro si stava mettendo comodo.
Presi il telecomando da sotto il cuscino e spensi del tutto il volume della tv che ormai non stavo più guardando.
"Allora, cosa mi racconti?" domandai voltandomi verso il ragazzo dai capelli rossi, leggermente sbiaditi.
"Già è vero! Come è andato l'appuntamento con quella ragazza alla fine?" Esclamò Kev ricordandosi di Jasmine. Cavoli veramente, mi ero scordata completamente della sua serata latino americana.
"Beh, direi che è andata bene.." mormorò allacciando le braccia al petto.
"Davvero?"
Non glielo avrei mai detto, ma avrei potuto scommettere che avesse combinato qualcosa.. tipo che le avesse pestato un piede o fatta cadere davanti a tutti.
"Si si, certo non sono stato un ballerino perfetto, ma le basi che ci ha fatto vedere Bella sono state di grande aiuto" sorrise mettendo in mostra i suoi denti bianchi. " Poi per fortuna abbiamo passato la maggior parte del tempo in un parco vicino a quel locale. Abbiamo parlato e ho cercato di conoscerla meglio."
"E com'è?" gli domandò Kevin, sembrando molto interessato.
"E' molto simpatica. Sai con certe ragazze è difficile parlare e far continuare il discorso a lungo. Invece con lei mi sono trovato bene e gli argomenti uscivano fuori da soli" spiegò non smettendo un attimo di sorridere. Aveva gli occhi che brillavano e per qualche strano motivo quella visuale mi scaldò il cuore, si vedeva tanto che gli piaceva.
Aw, il nostro Michael si era preso una bella cotta.
Aprii la bocca, pronta a dirgli quanto fossi felice per lui, ma la richiusi subito quando sentii un rumore provenire dal salotto, o comunque dal piano inferiore.
"Cos'è stato?" domandai guardando Kevin, confuso tanto quanto me.
"Ragazzi, siete in casa?" sentii la voce squillante di mio padre e tirai un sospiro di sollievo, rilassandomi.
Okay, dovevo smettere seriamente di vedere tutti quelle serie piene di mistero, di vampiri e licantropi.
"Siamo in camera mia!" urlai di mio rimando, udendo qualche secondo dopo i suoi passi che salivano le scale.
"Dio, ma perché voi donne dovete essere così complicate.. oh! Ciao Michael!"esclamò contento di vedere il mio amico.
Si allungò sul letto, per salutarlo nel tipico modo in cui facevano solo i maschi.
"Che ci fai qui?" chiese sedendosi sul bordo del letto.
Oh povero letto, prima o poi si sarebbe rotto con tutto quel peso addosso, me lo sentivo.
"L'ho invitato io" rispose per lui Kevin rannicchiando le gambe per far più posto a papà.
"Ci sono anche gli altri?" domandò guardandosi in giro.
Come se potessi nascondere gli ospiti nell'armadio.
"No, avevano tutti da fare."
"Oh okay" disse sembrando quasi dispiaciuto, beh almeno potevo dire che gli piacevano i miei amici.
"Dov'è la mamma?" guardai verso la porta, sorpresa di non aver sentito ancora la sua voce.
"Ha incontrato una sua amica al centro commerciale e mi ha liquidato dicendomi che era da tanto che non si vedevano e avevano un sacco di cose da raccontarsi. Ti rendi conto? Mi ha cacciato!" ripeté sembrando al quanto offeso.
Mi morsi il labbro per non scoppiargli a ridere in faccia. Quell'espressione da cucciolo ferito stonava parecchio rispetto alla sua corporatura alta e muscolosa.
"E come torna a casa?" mi preoccupai, realizzando che molto probabilmente era tornato con la macchina.
"Non me ne frega niente, che si faccia dare un passaggio" mormorò scatenando quell'adorabile risata di Kevin e facendo comparire un sorriso divertito a Michael.
"Comunque di cosa stavate parlando?" cambiò argomento mettendosi più comodo.
Scossi la testa, innegabilmente divertita, ma perchè avevo dei genitori del genere?
"Sono uscito con una ragazza ieri" confessò Mike come se stesse parlando tranquillamente con un suo coetaneo.
"Primo appuntamento?" domandò interessato, facendolo annuire.
"L'hai baciata?" continuò posizionandosi a gambe incrociate di fronte a lui.
"Ecco.. no" Michael sospirò, passandosi una mano fra i capelli " volevo, cavolo se lo volevo.. ma non ci sono riuscito."
"Amico se ti interessa davvero una ragazza, il bacio al primo appuntamento è immancabile! E' come se marcassi il territorio, come se stabilissi una connessione dicendole sei mia punto."
Sentire dire certe cose da tuo padre, fa davvero uno strano effetto.
"Lo so, ma cazzo! Ogni volta che mi avvicinavo pronta a baciarla, sembrava che c'era qualcosa a bloccarmi." mormorò frustrato " non so cosa fare."
Mio padre scosse la testa, poi si fermò di colpo guardandomi negli occhi.
"Tu non ascoltare" disse puntandomi un dito contro " e non farti baciare da nessuno".
Ah papi, arrivi un po' in ritardo.
"Okay" ridacchiai alzando la mani in segno di resa.
"Cosa mi consigli?" chiese Michael attirando di nuovo l'attenzione su di sé.
Mio padre sembrò pensarci, portando anche l'indice al mento, poi sorrise e per poco non si mise a ridere.
"Okay c'è una specie di tecnica che usavo sempre con Lindsey, era un tipo tosto all'inizio e dovevo sempre coglierla di sorpresa per riuscire a baciarla."
"Questa voglio sentila" si intromise Kevin chinando la schiena e avvicinandosi di poco, sorridendo divertito.
Chissà perchè non mi veniva difficile immaginare mio padre al liceo come il tipico bello e popolare e mia madre come una ragazzina diffidente nei suoi confronti.
"E quale sarebbe?" domandò Michael facendosi più curioso.
Okay lo ammetto anche io lo ero abbastanza.
"Beh allora, se siete tipo abbracciati, tu le lasci alcuni baci sulla guancia a volte molto vicini alla bocca.. fai un po' il tenero la coccoli, poi le fai una carezza sulla guancia guardandola negli occhi e boom! E' fatta, vedrai che sarà lei la prima a baciarti."
"E dici che funziona?"
"Si amico, magari solo alla seconda o terza volta che ci proverai, ma credimi funzionerà" disse sorridendo a trentadue denti.
"Tenterò" asserì Michael per poi passarsi una mano fra i capelli per la terza volta.
Papà gli sorrise un'altra volta, prima di alzarsi dal letto. Si stirò la t-shirt bianca con le mani e tirò fuori dalla tasca dei pantaloncini sportivi il telefono.
"Visto che sono stato trattato in questo modo da vostra madre, esco un po' con i ragazzi. Per voi va bene?" domandò alzando lo sguardo dal cellulare.
I ragazzi che intendeva lui non erano proprio giovanissimi, consistevano nel suo gruppo di amici con cui andava a scuola. Era una cosa che sarebbe piaciuta anche a me, rimanere uniti anche dopo aver finito gli studi.
Annuii, rimanendo perplessa per un secondo. Aveva appena inconsciamente detto 'vostra madre', chissà se se ne era reso conto.
Kevin non mi aveva ancora parlato di quelli che erano i suoi genitori, per cui non sapevo se considerasse mia madre come una seconda per lui.
Certo, non avrebbe mai potuto prendere il suo posto, ma ci speravo. Speravo davvero che potesse considerarci come una famiglia. Voltai lo sguardo proprio su di lui, ma la sua espressione era normale, non mi pare che si fosse irrigidito o che si fosse offeso.
Magari non ci aveva fatto troppo caso.
"Andiamo anche noi?" disse risvegliandomi dai miei pensieri, facendomi spostare automaticamente lo sguardo da lui.
"Si" rispose Mike scendendo a sua volta dal letto.
Kevin mi guardò come per avere il mio consenso, così sorrisi annuendo silenziosamente. Uscì dalla stanza seguito da Michael, non badando alle scarpe lasciate ai piedi del mio letto.
Sbuffai, buttandomi a peso contro al cuscino. Non volevo stare da sola, ma non volevo neanche rompere troppo le palle. Sospirai un'altra volta passandomi un mano sulla fronte, osservando davanti a me la tv senza volume. C'erano due ragazzi che si stava baciando e si abbracciavano aspettando un treno.
Mugugnai qualcosa, deprimendomi ancora di più e spensi la televisione. Mi allungai sul comodino a prendere il cellulare e iniziai subito a scrivere un messaggio.
A: SuperFigoLuke
Giuro che per una settimana intera non potrai più baciarmi.
Non attesi neanche dieci secondi e la risposta arrivò subito.
Da: SuperFigoLuke
Mi stai per caso minacciando?
Hm, allora non è così scemo come credevo.
A: SuperFigoLuke
Impari in fretta.
E comunque si, mi hai lasciato da sola e non immagini neanche lontanamente il bisogno che ho di averti qui con me, adesso.
Ma ero davvero così disperata?
Da: SuperFigoLuke
Piccola, lo sai che se non fosse per mio padre non sarei qui ad aiutarlo a dipingere le pareti della casa di mio zio. Molto probabilmente avrei fatto qualcos'altro con te, contro il muro.
Oh, maledizione a lui e le sue battute del cazzo. Pure con dei semplici messaggi sapeva come far battere forte il mio povero cuore.
A:SuperFigoLuke
Mandami un foto.
Cambiai argomento, perchè sapevo che se avessi continuato quel discorso, del mio autocontrollo non ne sarebbe rimasto nulla e avrei potuto seriamente alzarmi del letto, andare a casa di suo zio e sbatterlo su qualsiasi ripiano resistente.
Ok basta, devo darmi una calmata.
Mi arrivò la foto e mi maledii immensamente per avergli fatto quella richiesta.
Era a petto nudo, coperto da dei pantaloncini da basket, i capelli leggermente arruffati e un sorriso bastardo in volto. E la prova che mi aveva raccontato la verità, fu quel rullo da pittura colorato di un giallino caldo tenuto nella mano.
Oddio, quelle mani... Stop!
A: SuperFigoLuke
Vaffanculo!
Buttai il cellulare sul letto e per fortuna si fermò appena prima di cadere a terra sulla moquette.
Immaginai il suo sorriso divertito, seguito poi da quella sua strana risata.
Mi rigirai fra le lenzuola stringendo gli occhi e pensando a qualsiasi cosa che non fosse Luke Hemmings e quelle sue dannate spalle e alle sue braccia sexy e muscolose.
Mi voltai di nuovo e cercai di calmarmi bevendo un sorso di coca cola dal bicchiere che Kevin aveva lasciato sul comodino.

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Sexual education
Fanfictioncosa può accadere se nella classe di letteratura del signor Smith arriva Sarah che insegnerà agli alunni uno strano modo di fare educazione sessuale? Ormoni impazziti, strani esperimenti, tanti ragazzi e tante risate. Leggete per scoprirlo! allora...