10 Shane

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“Perché diavolo stai parcheggiando qui?”Reid s’infila in un posto vuoto e spegne il motore. “Devo prestare una delle mie tavole ad Andy.”“Perché?”“Perché me l’ha chiesta, Shane. Che problemi hai?”Mi schiarisco la voce cercando di assumere un tono neutro. “Come mai gli serve, dico.”Reid mi guarda stranito. “Immagino voglia andare a fare surf. Che razza di domande sono?”Apre lo sportello e scende dall’auto. “Che fai, non vieni?”L’idea non è male in effetti. Potrei restarmene qui, in macchina, lontano da lui, al sicuro. “Ma che hai stasera?”Reid sbatte lo sportello e si reca sul retro del furgone per prendere la tavola. Immagino che restarmene in auto sembrerebbe davvero strano da parte mia, perché non dovrei scendere, entrare nel locale, salutare, scambiare quattro chiacchiere e soffrire un altro po’in silenzio? Mi butto letteralmente fuori dalla vettura mettendomi in piedi a fatica e provo a fare qualche passo, ma le mie gambe sembrano pesare un quintale cadauna. “Ti consiglio di farti vedere”Reid dice guardandomi. “Aspettami dentro, vado a mettere la tavola nel suo pick up e ti raggiungo.”Reid si allontana diretto verso il pick up di Andy parcheggiato nello spiazzale sul retro del Veldons, mentre io mi dirigo verso l’entrata del locale, con la sensazione di dover vomitare le costolette di maiale in salsa barbecue di Clodagh: le vomiterò prima di arrivare alla porta o riuscirò a trattenerle nel mio stomaco almeno fino a quando arriverò al bancone? Si accettano scommesse. Il locale è quasi vuoto a quest’ora soprattutto nei giorni di settimana, quindi quando spingo la porta e muovo i primi passi all’interno, so già che lui si è accorto di me, che mi sta guardando, che si sta chiedendo perché sono qui e che forse sta imprecando tra i denti perché magari non aveva voglia di sopportare la mia presenza stasera. “Johnston!” Brian urla a gran voce. Gli faccio un cenno con la testa e lo raggiungo al bancone dove suo fratello è già sparito, come da copione. “Che ti do, amico?”“Niente, sono solo di passaggio. Ero con Reid e così…”“Eccomi” Reid appare accanto a me non appena pronuncio il suo nome. Si siede su uno sgabello mentre io resto ancora in piedi. “Andy?” Chiede a Brian. Brian si guarda intorno . “Era qui fino a un minuto fa.”“Dammi una Guinness intanto.”“Non dovevamo fermarci solo un attimo?”“Ti lamenti come uno stupido ragazzino annoiato.” La Guinness compare sul bancone sotto il naso di Reid.
“Sicuro che tu non vuoi niente?”Brian chiede ancora. “Sono a posto così.”“Che hai?”“Che vuoi dire?”“Sei strano, sembri anche di pessimo umore.”“Gliel’ho detto anche io.”“Sono solo stanco”mi difendo. “Ho avuto una giornata lunga e pesante, poi la cena a casa Brennan e ora questa sosta. Vorrei solo andare a casa a dormire.”“Cazzo, Johnston, sembra ti abbiano infilato un palo nel…”Brian non pronuncia l’ultima parola perché qualcuno gli dà uno schiaffo per niente affettuoso dietro la testa. “Potresti iniziare ad alzare le sedie nella sala accanto, così possiamo andarcene a casa non appena chiuso, non c’è nessuno stasera.”“A parte i fratelli Johnston”Brian gli fa notare. “Be’, ma noi non facciamo testo”Reid dice orgoglioso. “Vado, ma solo perché dopo ho da fare e voglio sbrigarmi.”“Le nuove stagiste?”Reid chiede. Brian sorride furbo. “Potresti trovare una stagista anche per lui?”Mi dà una gomitata che mi manda quasi con la faccia sul bancone. “Hai bisogno di una mano per trovare una donna?”Brian ci prende subito gusto. “Spero per lui di no, ma è da un po’che non lo vedo con qualcuna.”Gli occhi di Andy guizzano su di me. “Quando è stata l’ultima volta che ti ho visto portare una donna al cottage?”Abbasso lo sguardo sul bancone. “Cinque, sei mesi fa”Reid continua e io non posso fermarlo, perché farlo vorrebbe dire spaccargli la faccia, ma siamo fratelli e la cosa desterebbe sospetti. “E chi era?”La sua voce mi fa tremare. “E che ne so, una…”Reid risponde. “Non ci hai raccontato nulla”Brian incalza. “Forse perché non sono cazzi vostri”rispondo duro, ma non alzo ancora lo sguardo. Mi vergogno ancora come un ladro per quella sera. “Chi era?”Anche Brian vuole sapere. “Una stagista, una collega, una turista…”“Sì, Shane”Andy poggia le mani sul bancone facendo leva sugli avambracci, le sue vene si gonfiano all’istante. “Dicci qualcosa di lei.”“Non ho niente da dire.”“Avventura di una notte?”Brian continua. Devo tirarmi fuori da questa situazione e devo farlo alla svelta. “Sì, una stagista. Sì, una notte, fine della storia.”Mi allontano dal bancone perché ora non posso sopportare i suoi occhi addosso. “Devo andare al bagno.”Sparisco veloce verso l’interno del locale diretto verso i bagni. Entro nell’anticamera e apro l’acqua, mi sciacquo il viso e poi appoggio le mani ai bordi del lavandino, lasciando l’acqua gocciolare insieme al getto. Mi sollevo lentamente e mi guardo allo specchio solo per vederlo alle mie spalle. Anche questo è un copione già visto. È alto Andy, forse quindici centimetri più di me ed è robusto, ed è ombroso ed è sempre incazzato ed è fottutamente affascinante. E non riesce a smettere, anche se prega me di farlo. “Cos’è questa storia?”Il suo tono è di accusa. “Non so di che parli.”“Te la fai con le donne, adesso?”Sembra arrabbiato e ha tutto il diritto di esserlo, perché lo so cosa prova, anche se tenta di nasconderlo. “Volevo solo che Reid chiudesse la bocca”mi volto verso di lui e poggio i fianchi contro il lavandino, l’acqua gocciola ancora lungo il mio viso. “Ma l’hai portata a casa tua”dice e giurerei che sia in ansia. “Non è successo niente.”Scuote la testa. “Non ho neanche il diritto di chiedertelo.”Ora sì che è arrabbiato ma solo con se stesso. “Sì che ce l’hai e lo sai.”Solleva lo sguardo e i suoi occhi mi danno la conferma che temevo. “Non devo averlo”dice tra i denti, poi fa un passo verso di me che d’istinto mi porta a stringere le mani intorno al bordo del lavandino. “Dimmi che capisci, ti prego.”“Vuoi che ti dica una cazzata?”“Voglio che mi rendi le cose facili.”“Come sempre.”Fa un altro passo, il suo petto sfiora il mio. Abbassa il viso su di me e ansima sulla mia bocca. “Devi dirmelo.”“Cosa?”“Dimmi che non devo.”“Non lo farò mai.”Solleva una mano e il suo palmo aderisce alla mia guancia. Non è un tocco delicato il suo, Andy non è capace di esserlo, come non è capace di ammettere di provare qualcosa con qualche altra cosa che non sia il suo cazzo. “Ci sei stato a letto?”Ed è come se mi avesse preso a pugni in faccia. Mi sollevo dal lavandino e mi scosto da lui raggiungendo la porta. “Non dovresti neanche farmi una domanda del genere.”“Ti prego.”“Cosa?”“Dimmelo e basta.”Afferro la maniglia e la stringo. “Non sono stato con nessuno dopo.”Tre respiri, li conto. “Neanch’io.”E io vorrei che non me lo avesse mai detto.

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