22 Shane

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“Che ci fai qui?” Alex si affaccia in reparto. “Ci lavoro?” Gli rispondo distratto prima di dare l’okay per un’altra scatola. “Ti stavo aspettando.”“Ah sì?”
“Non è ora di pranzo?”
“Non lo so, può darsi. Non ci ho fatto caso.”“Di solito vieni sempre tu ai piani bassi per venirmi a chiamare.”Scrollo le spalle e sistemo il prossimo carico sul nastro trasportatore. “Quindi…”“Quindi cosa?”“Il pranzo.”“Vai pure senza di me.”Alex resta in silenzio per un po’, poi preme il pulsante di emergenza e ferma il nastro. “Sei impazzito?”“Quello che sta dando segni di squilibrio mentale sei tu.”“Per uno stupido pranzo?”“Andiamo a pranzo insieme tutti i giorni da quindici anni. Stesso posto, stessa ora.”Ecco un’altra cosa a cui tengo e a cui dovrò rinunciare. “Non succede nulla se per una volta lo salto.”Proviamo a fingere, vediamo se con il tempo sono diventato bravo come Andy. “Che cosa è successo?”No, faccio schifo anche in questo. “Dio mio, Brennan! Non ho semplicemente voglia di andare a pranzo, perché devi subito metterti in allarme?”Me la prendo con lui perché l’alternativa sarebbe prendermela con me stesso e non sono abbastanza forte oggi per sopportarlo. “Intendo con lui.”Mi guardo intorno d’istinto per controllare che nessuno ci senta, ma in reparto ci sono solo io e un altro paio di addetti all’imballaggio, gli altri sono andati già a pranzo. “Abbassa la voce”lo avviso lo stesso, ci manca solo che qualcun altro sappia. “Avete litigato?”“Non siamo due ragazzini, Brennan.”“Cosa c’entra, anche Ellie e io litighiamo.”Lo guardo male. “No, non è vero, siamo perfetti insieme.”Scoppio a ridere nonostante tutto. “Sei un cretino.”“E tu un idiota.”“Non vengo a pranzo oggi, Alex”gli dico per mettere fine alla faccenda, ma è di Brennan che stiamo parlando e lui è sempre così preoccupato per il prossimo, convinto di poter aiutare tutti senza rendersi conto che così facendo non aiuta se stesso. “Non vuoi andare a pranzo o non vuoi andare al Veldons?”Che senso ha mentirgli? “Tutte e due.”Alex annuisce lentamente. “Non ho molta fame e poi…”“E poi…”M’incita. “Non ti fermare, stavi andando così bene.”Appoggio i fianchi al banco dietro di me. “Non mi ha chiesto di tornare.”“Di che stai parlando?”“Non mi ha chiesto se ci saremmo visti il giorno dopo”guardo Alex che mi scruta con attenzione. “Non è più necessario che io vada lì.”“Mi sto perdendo per strada.”Ecco perché non volevo che qualcuno sapesse, volevo evitare di trovarmi in queste situazioni ed essere costretto a dare spiegazioni che neanche io voglio sentire. “Non gli è andato giù il fatto che tu ed Ellie…”“Ellie? Ellie lo sa?”Alex va nel panico. “Ha intuito qualcosa ma non lo ha detto chiaramente.”“E tu non mi hai informato della cosa?”Scrollo le spalle. “Lo sai che se dovesse scoprire che io so che lei sa ma che io lo sapevo ancor prima di lei, le mie palle le metterà nel frullatore che mia madre ci ha appena regalato per la casa nuova e poi le darà in pasto al cane che ho promesso a Justin per il suo compleanno?”“Sono rimasto al frullatore.”“Non l’hai pensata bene, Shane.”“Senti chi parla, uomo dei piani incompiuti.”“I miei piani non sono incompiuti semplicemente perché non ne faccio, io vado a braccio.”“E sappiamo tutti e due come vanno a finire le tue sparate non pensate.”“Però Ellie e io stiamo insieme.”“Ci hai messo quindici anni.”“Rischi del mestiere.”Sbuffo esausto. “Non è la stessa cosa.”“Perché siete gay?”Mi sollevo di scatto. “Vuoi abbassare la voce?”Alex mi scruta con attenzione. “Io credo che non si tratti solo di un problema suo.”“Che vuoi dire?”“Ho come l’impressione che non sia il solo a volersi nascondere.”“Che stronzata. Io non ho problemi, non m’importa di quello che la gente potrebbe pensare.”“Quindi lo stai facendo solo per lui?”Rivolgo lo sguardo altrove e non gli rispondo. “Cosa ti preoccupa di più? La tua famiglia, la gente in città, l’azienda…”Scuoto la testa. “Be’, Shane. Non sono un esperto nel fingere e nel nascondersi, come ben sai ho provato a non far capire che ero innamorato di tua sorella, ma alla fine lo sapevano tutti, quindi…”Sorrido d’istinto. “Però mi chiedo perché tu lo stia facendo. Se Andy non vuole che la gente sappia di lui è un problema suo, non credi?”“Suppongo di sì.”“Non riguarda te. Tu sei un’altra persona. Quindi mi chiedo perché anche tu ti ostini a fingere.”Mi volto verso di lui. “Perché, Shane, di cosa hai paura?”“Non credo che sia una questione di paura.”“E allora cosa?”“Non lo so, forse non era necessario.”“Non capisco.”Mi guardo di nuovo intorno, i ragazzi del packaging sono spariti, quindi mi siedo sul bancone e lascio le gambe penzolare nel vuoto. “È stato lui”dico incerto. “A fare cosa?”“L’ho capito con lui, di essere gay, dico.”“Oh cazzo.”“E non ho mai pensato davvero di uscire allo scoperto forse perché sapevo che lui non lo avrebbe mai fatto.”“Quindi mi stai dicendo che lui è stato l’unico?”Chiede titubante. “No, non è stato l’unico”dico pensando a quei brevi e disastrosi incontri che ho avuto negli anni al solo scopo di cercare di togliermi lui dalla testa. “Ma non lo farei per nessun altro.”“Perché?”Chiede ingenuo. Come se non si fosse trovato nella mia stessa situazione, come se non avesse fatto altro che aspettare il giorno in cui Ellie si sarebbe accorta dei suoi sentimenti. Alex e io abbiamo fin troppe cose in comune, purtroppo per me, però, la mia situazione non arriverà a un lieto fine come la sua. “Credo che tu sappia benissimo perché.”

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