56 Shane

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Tredici anni prima
“Voglio stare con te. Stanotte”si china sulla mia bocca e la morde piano. “Io non l’ho mai fatto”dico in ansia. “Lo so”mi bacia ancora. “Non l’ho mai fatto neanch’io e voglio che sia tu il primo.”La sua richiesta ha un effetto devastante su di me. Da una parte sono pietrificato dalla paura di fare qualcosa di sbagliato, di fargli del male, di sembrare stupido o inadatto, di perderlo per sempre; ma dall’altra sono eccitato e fremente all’idea di poterlo avere per me, anche se solo per questa notte, anche se probabilmente lo sta facendo solo perché gli faccio pena. Dovrei dirgli di no, andarmene, tornarmene a casa a piangere per il mio dolore con la mia famiglia, ma poi Andy si china su di me, il suo respiro si fa strada nella mia bocca prima, poi nella mia gola e infine sovrasta i miei polmoni, costringendoli a espandersi al ritmo da lui dettato. Resta sollevato sul mio corpo, le mani appoggiate accanto alla testa, la lingua che si muove eccitante intorno alla mia e le mie mani che percorrono la sua schiena tremando. Le infilo sotto la maglietta e la sollevo, Andy si stacca da me e si mette dritto per eliminarla e gettarla a terra. Resta per qualche secondo così, il petto nudo, gli addominali visibili e una marea di strani tatuaggi che non riesco a capire che ricoprono quasi tutto il torace, braccia e mani. È affascinante Andy, con quell’aria sempre incazzata, con il suo aspetto trasandato, con gli occhi tristi, il suo modo di fare rude e quella sensazione che ti dà di uno a cui la vita ha giocato un pessimo scherzo. È tante cose, Andy, forse anche troppe per uno come me. “Se ci hai ripensato…”“No”mi riscuoto e mi sforzo di acquistare la sicurezza che mi serve. “Assolutamente no.”Si scompiglia i capelli, ora sembra un po’in imbarazzo e non mi piace, non c’è mai stato questo tra di noi. Ci sono state tante cose e non sempre tutte positive, ma mai disagio. Mi sollevo e mi metto seduto, lui scivola indietro restando in ginocchio davanti a me. Allungo una mano e la poggio sul suo petto, lui la guarda scivolare lenta verso il basso, le dita leggere a tracciare i suoi addominali e poi mi avvicino. Respiro sulla sua pelle e vi poggio le labbra, lo sento trattenere il respiro mentre la mia lingua si muove verso il suo capezzolo. Lo sfioro e Andy espira pesante, poi lo mordo con i denti e le sue mani s’infilano tra i miei capelli. Afferro il suo culo e lo faccio sedere di nuovo su di me, incitandolo a muoversi sul mio cazzo mentre continuo a disegnare con la lingua la strada che porta al suo collo. Sprofondo con il viso nell’incavo e mordo, Andy si lamenta ma gli piace, lo sento da come tira forte i miei capelli; salgo ancora lentamente e quando arrivo a un respiro dalla sua bocca si getta su di me, facendomi ricadere ancora sul materasso. Mi tiene fermo, le mani a stringere i miei polsi e poi si abbassa su di me lentamente. Resta a fissare la mia bocca con la sua semiaperta per qualche istante, lascia andare uno dei miei polsi e con le dita traccia il contorno delle mie labbra. Trattiene quello inferiore con l’indice e poi la sua lingua scivola in me facendomi d’istinto sollevare il bacino in cerca di lui, incitandolo a muoversi più veloce su di me, ma Andy ha altri piani. Si stacca lasciandomi con la sensazione della sua lingua ancora dentro di me e si alza dal letto mettendosi in piedi, slaccia i bottoni dei jeans mentre io lo guardo sfilarli insieme ai suoi boxer. Resta completamente nudo in piedi davanti a me mentre io resto semi disteso sul suo letto, incapace di muovermi e di prendere l’iniziativa, perché Andy è per me qualcosa di troppo grande e ho paura che mi scoppi tra le mani prima di poterlo avere davvero. Torna verso di me, si china e afferra i miei jeans ancora sulle cosce, li strattona via mentre mi sollevo appena per aiutarlo lasciandomi completamente nudo. Si mette in ginocchio sul materasso, prende il mio cazzo nella sua mano e si china, facendo scivolare la sua lingua intorno alla punta. Lo guardo in estasi, sia per la sensazione calda e umida della sua lingua, sia per la vista di quest’uomo chino su di me e d’istinto porto una mano sulla sua natica, stringendola forte tra le dita. Andy si stacca quel tanto che basta per raggiungere il suo comodino e tirare fuori una bottiglia di lubrificante. La prendo cercando di mascherare il tremore della mia mano e ne spalmo un po’sulle dita e mentre la sua bocca scende lenta lungo la mia erezione, io inizio a massaggiare la parte sensibile intorno alla sua apertura. Lo sento spingere contro le mie dita, come se mi chiedesse di più, di andare a fondo, ma io sono terrorizzato ed esitante. Solleva lo sguardo su di me ma io non ho il coraggio di ricambiarlo, fino a quando la sua mano si posa sulla mia, spingendola delicatamente a fare quello che attende. Scivolo in lui con l’ansia che mi schiaccia il petto, spinge contro la mia mano e poi lascia andare un lungo lamento che mi dà la sicurezza di andare avanti. Si stende sul letto di fianco e io raggiungo le sue labbra, mentre continuo a spingere in lui lento ma più in profondità. “Oh Dio”ansima direttamente dentro la mia bocca. “Così, sì…”La sua voce roca penetra nelle mie ossa. “I preservativi sono nel cassetto”mi dice facendomi ripiombare nell’ansia. Mi guarda con gli occhi socchiusi. “Va tutto bene”mi bacia a lungo per tranquillizzarmi, poi piano mi lascia andare. “È quello che voglio.”“Okay”deglutisco a fatica. Raggiungo il suo comodino per prendere un preservativo. Apro la busta e lo tiro fuori, poi la sua mano si posa sulla mia. “Lascia fare a me”dice con un tono talmente dolce che mi serra la gola di nuovo. Lo srotola sulla mia erezione e poi si solleva, mettendosi a cavalcioni su di me. Afferro i suoi fianchi e lo accompagno mentre scende lentamente sul mio cazzo. Stringo le dita sulla sua pelle, le sue mani sulle mie e poi i suoi occhi, quelli che mi nega da sempre e che stanotte ha deciso di regalarmi, perché sa che ho bisogno solo di noi, quel noi che rifiuta con tutte le sue forze e che io invece voglio così tanto. Sentirlo scivolare tra le mie dita, vederlo chiudere gli occhi mentre entro lentamente in lui, vederlo mentre trattiene il respiro e poi, osservarlo mentre si muove sul mio corpo, mentre cerca di tenere insieme tutti i suoi pezzi, mentre cerca disperatamente di non farsi amare da me. “Oh Dio”ringhia quasi tra i denti. “Dio…”“Sto andando troppo veloce sto…”Si china sulla mia bocca e mi zittisce. “Va bene così, è…Perfetto.”La sua mano scivola dietro la mia nuca e poi con la voce che trema, mi salva dal niente e mi dà un motivo per restare ancora in vita. “Tu, Shane. Sei dannatamente perfetto.”Stringo la presa sui suoi fianchi e spingo il bacino per entrare più a fondo in lui, la paura è sparita così come i dubbi, ora c’è solo il bisogno di averlo e il desiderio di vedere Andy per quello che è, un uomo che ha bisogno di lasciarsi andare e di essere ciò che vuole, anche se solo per qualche istante. Affondo in lui con foga, il suo culo stretto tra le mie mani; Andy ne porta una sulla sua erezione e inizia a muoverla veloce su e giù, la bocca semiaperta e i suoi lamenti a riempire i miei timpani. Non resisto molto, forse pochi istanti. “Oh cazzo, io devo…Io…”“Sì”mi dice guardandomi, la sua mano ancora in movimento. Con altre due spinte poderose mi svuoto dentro di lui, sono tentato dal chiudere gli occhi per la prepotenza dell’orgasmo da cui vengo colpito, ma non posso e non voglio perdermi lui che continua a muovere la sua mano. “Cazzo, cazzo…”Dice tra i denti, prima che si lasci andare quasi piagnucolando e che venga sul mio addome. Restiamo così per alcuni istanti, senza guardarci, senza parlare, senza quasi respirare. Poi Andy si stende lentamente su di me, i nostri corpi ancora uniti, i nostri respiri strozzati, le sue mani tra i miei capelli e le mie sulla sua schiena. Non diciamo nulla, ci limitiamo a trattenerci, il più a lungo possibile, perché entrambi sappiamo che ciò che si è consumato questa notte nella sua stanza, è qualcosa che non si potrà ripetere mai più. “Andy, io…”La sua mano si posa sulle mie labbra. “Ti prego, non dire niente.”La voce è quella di un uomo che ha dato tutto se stesso e che non è più disposto a dare nulla. Sono venuto da lui a pezzi, con la speranza che potesse rimetterne qualcuno insieme, ma non credevo che rimettere a posto me avrebbe voluto dire spezzare lui per sempre.

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