8 Shane

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“E come mai dobbiamo andare a casa Brennan?”Chiedo a Reid salendo in auto. “Prima di uscire dall’azienda mi ha detto: stasera a cena, porta anche l’altro scemo”. “E tu non hai chiesto il motivo?”“Ha davvero tutta questa importanza?”“Magari avevo altri impegni e volevo valutare la situazione.”“Altri impegni?”Mi guarda prima di mettere in moto. “Tu?”“Che vorresti dire?”“Gli unici impegni che prendi sono con Brennan o con Veldons.”“E allora?”“Da Brennan ci stiamo andando, quindi deduco che dovessi vederti con Brian. A meno che…”“Non devo vedermi con nessuno.”Non avrei mai dovuto iniziare questa stupida discussione. “E allora perché ne stiamo parlando?”Sbuffo e poggio la tempia contro il finestrino. Non avevo nessun impegno ovviamente, volevo solo fare un salto al Veldons, mangiare qualcosa lì, starmene al bancone per un’oretta o magari fino alla chiusura, cosa che faccio spesso, soprattutto ultimamente. Anche prima ci pensavo, a lui dico, ma non in questo modo. Devono essere stati i fatti recenti, il ritorno di Ellie, il fatto che Brennan si sia finalmente deciso a dichiararsi con lei, il modo in cui si guardano e si cercano. Quello in cui si amano. No, non sono innamorato di Andy Veldons, non scherziamo. L’amore è per le donne o per persone sentimentali come Brennan. Non è per me che sono un solitario e non è per lui che non è capace neanche di sorridere, figuriamoci di amare. È solo che non è facile trovare qualcuno e lui è qui a portata di mano, lo vedo tutti i giorni e…“Non scendi?”Mi giro verso Reid che ha già un piede fuori dall’auto. “Siamo arrivati?”“Stai bene?”Mi chiede corrugando la fronte. “Sono solo stanco”mi riscuoto e apro la portiera, scendo dalla vettura e richiudo lo sportello. “È stata una giornata pesante.”Lo affianco e ci incamminiamo verso la campagna per andare incontro ad Alex che sta venendo verso di noi. “Allora?”Chiede subito e sembra già agitato. “Allora cosa?”“Che ve ne pare?”Reid e io ci scambiamo un’occhiata. “Di che parli?”“Dell’ala esterna”si volta per indicare l’abitazione. “Ho messo un po’di pressione agli operai, volevo che fosse la prima parte della casa e essere terminata.”“E perché?”Reid chiede e io non posso fare a meno di dargli un poco affettuoso schiaffo dietro la nuca. “Ellie non l’ha ancora vista”dice eccitato. “Non con le vetrate, quelle hanno finito di montarle oggi.”“Sei un po’su di giri, Brennan”gli faccio notare. “Si vede?”Saltella sul posto. “Mi stai innervosendo, potresti darti una calmata?”“Non vedo l’ora di mostrargliela.”“E dov’è, Ellie?”Reid chiede. “Fuori città, tornerà domani.”“Ultimamente si trattiene spesso fuori”Reid insinua, ma Alex non raccoglie. Grazie a dio ha messo da parte alcune delle sue paranoie, non tutte, quello sarebbe un miracolo, anche se credo che mia sorella qui ne stia facendo un bel po’di miracoli. “Volevo che avesse al più presto un posto in cui lavorare, non voglio che continui a farlo sul tavolo della cucina.”Sorrido d’istinto. “Sono sicuro che l’amerà.”“Dici?”Annuisco. “Non sapeva delle vetrate”confessa un po’impacciato. “È stata una modifica dell’ultimo momento, volevo che ci fosse tanta luce.”La luce c’è e non parlo di quella del sole che entrerà nel nuovo ufficio di mia sorella, parlo di quella che Brennan si porta dietro da quando Ellie è tornata a Letterfrack. “Ora non le resta che arredarlo come più le piace.”“E dimmi, quando Ellie è fuori città, porta con sé anche le tue palle?”Reid chiede. “Hai capito chi sarà l’uomo di casa, Shane?”Mi dà una spallata ma io non mi muovo di un soffio. “Ma perché vi ho chiamati? Perché continuo a perdere tempo con voi? Perché ho sentito il bisogno di condividere questo momento? Perché non imparo mai?”Scuoto la testa divertito e poi poggio una mano sulla sua spalla. “Non dargli retta, è solo invidioso.”“Io?”Reid si indica. “E di cosa?”Abbraccio Brennan per le spalle. “Sono sicuro che Ellie apprezzerà.”“Ma non dovevamo cenare?”Reid parla di nuovo. Sempre detto io che è stata una prova, inutile tra l’altro, dei miei genitori e che potevamo tentare direttamente la sorte con me che male non gli è andata. “O siamo venuti qui solo per ammirare due vetri?”“Mia madre ha fatto le costolette di maiale in salsa barbecue.”Reid si strofina le mani. “Ora parliamo di cose interessanti.”C’incamminiamo verso la casa della famiglia di Alex. Reid ci precede di qualche passo, deve aver sentito da qui l’odore delle costolette, Alex ed io andiamo più lentamente, entrambi con le mani infilate nelle tasche. Ho l’impressione che ci abbia chiamato per un altro motivo ma che stia tacendo per qualche ragione che ignoro; attenderò che sia lui a decidere quando parlarne, Brennan non è un tipo a cui devi mettere pressione per ottenere qualcosa, basta pensare a quanto ci ha messo per conquistare mia sorella. Trent’anni, anno più anno meno. Ha qualche difficoltà con il tempismo e con l’azzeccare la cosa giusta da dire, ma è un grande amico ed è un grande uomo, per mia sorella, per suo figlio e per la sua famiglia. Credo che non ci sia un uomo migliore di lui al mondo e forse è per questo motivo che ho ceduto subito ammettendo la verità. Non ho mai immaginato di dire a qualcuno che sono gay; non è paura la mia, più che altro è voglia di starmene per cavoli miei, di non dover spiegare a tutti perché non mi piacciono le donne. Non sono ancora a posto con il fatto che Alex lo sappia, mi fido della sua discrezione ma non mi sento a mio agio a parlare di me e di lui. Sì, quando dico di lui intendo lui. C’è solo un lui sulla piazza e non solo perché è l’unico altro gay della cittadina e inizio a sentirmi anche abbastanza patetico, soprattutto perché a quanto pare il lui in questione non ha il mio stesso problema. Ce la fa benissimo senza di me e da egoista quale è ha costretto me a fare a meno di lui.

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