Dopo il pranzo inusuale del pomeriggio e carico dopo aver visto di nuovo Reid con noi, decido che è arrivato il momento di affrontare tutto ciò che è rimasto in sospeso, quindi mi avventuro nella warehouse dove mio padre è rintanato da tempo immemore tra le sue preziose botti. Non è che tutti i giorni metti piede nella warehouse, primo, perché se mio padre è qui sarebbe meglio non disturbarlo, secondo perché non è il posto più ospitale dell’azienda. Mio padre lo adora, credo che lo preferisca persino a casa nostra. A me non piace, troppo buio, troppo umido e troppo silenzioso. Sembra il posto ideale per chi vuole nascondersi e ormai lo sapete come la penso al riguardo. La sente subito la mia presenza, mio padre è uno che si accorge anche del minimo spostamento d’aria, il suo problema sono i sentimenti e il dimostrarli, il capire e il voler capire le persone che ti sono intorno. Non è un uomo facile, ma è un brav’uomo ed è stato un bravo padre, non perfetto, ma neanche un completo disastro. Diciamo che fino a quando mia madre era in vita quella componente sentimentale-affettiva non ci mancava, quando se n’è andata si è portata via un bel po’di cose, compreso una grande parte di lui. “Stai meglio”dice guardandomi appena. “Non sei venuto al cottage.”“L’azienda, lo sai.”Annuisco appena un po’deluso, ma non sono qui per accusarlo, quindi vado oltre. “Vorrei parlarti.”“Questo è evidente, sei qui.”Mi fa segno di seguirlo e mi fa sedere al bancone da bar che ha costruito lui stesso. Prende una delle sue migliori bottiglie e riempie due bicchieri. Osservo il liquido e sorrido tirato. “Ho pensato che ci volesse qualcosa di forte.”“Deve essere difficile per te scoprire che tuo figlio se la fa con gli uomini.”“Non è stata quella la parte difficile, Shane, più che altro, è stata scoprire che mio figlio se la fa con lo stesso uomo da vent’anni sotto il tuo naso e non averlo mai saputo.”Dritto al punto. A mio padre non piace sprecare tempo. “E cosa avresti fatto se lo avessi saputo prima?”“Questo non posso dirtelo perché non ho più l’occasione di scoprirlo.”Sembra risentito, ma di certo non arrabbiato. Non sembra neanche che ce l’abbia con me per avergli mentito, sembra più deluso da se stesso. “Non era facile.”“Questo posso capirlo, ma non è una giustificazione.”“Sembra che tutti siate incazzati per essere stati ingannati”dico agitando il liquido nel bicchiere. “E non abbiamo ragione di sentirci così?”“Non ero tenuto, se proprio dobbiamo dirla tutta.”“Mmm…Non eri tenuto a dire alla tua famiglia e ai tuoi amici che lui era il tuo…Cosa? Il tuo uomo?”“Ti prego, papà…”“E non venirmi a dire stronzate, so anch’io di quella maledetta telefonata.”“Ma possibile che nessuno in questa città si faccia i cazzi propri? E non è illegale questa cosa, poi?”“Forse in questa città tutti ti vogliono bene, Shane, e sono preoccupati per te.”“Bel modo di dimostrarlo”mi lamento, prima di mandare giù il mio bicchiere. “Non hai avuto fiducia in noi, nella tua famiglia e nei tuoi amici, nelle persone che lavorano con te, nella città. Non ti sei fidato, non ci hai neanche provato.”“Si tratta della mia vita privata, papà, non ero obbligato.”“No, non lo eri, ma hai scelto di non farlo, hai scelto di non dare a noi la possibilità di esserci, di capire, di…”Respira a fondo. “Non ti sei fidato. Neanche di tua madre.”Questa è dura da accettare. “Lei lo sapeva”dice sorridendo amaro. “Ha provato a dirmelo ma io non le ho creduto e sai perché?”Nego con la testa. “Perché le ho detto che se fosse stato davvero così, tu saresti venuto da noi.”Questa è ancora peggio. “Quindi ora vorrei capire se sono stato io a non portarti a fidarti di me, se ho detto o fatto qualcosa negli anni che…”“No, papà. Tu non c’entri nulla. Era solo più facile fingere.”“Immagino sia vero, ma cosa ti è costato fingere per tutta la vita, Shane?”“Mi è quasi costato l’uomo che amo”dico di getto. Mio padre resta in silenzio per qualche istante per assorbire il colpo. “Non mi è mai piaciuta quella famiglia.”“Papà…”“Conoscevo suo nonno e suo padre poi…”Scuote la testa contrariato. “Ma un giorno Reid è venuto da me e mi ha chiesto di aiutare un suo amico in difficoltà e io l’ho semplicemente fatto e sai perché? Perché mi fidavo del giudizio di mio figlio.”La gola inizia a restringersi lentamente. “E tu lo sai perché Reid è venuto da me nonostante sapesse cosa pensavo di quella famiglia?”Non rispondo e lui continua. “Perché si fidava di me e del mio giudizio.”Manda giù il suo whiskey e poi riempie di nuovo i nostri bicchieri. “Fingere ti logora, non fidarsi anche. Ma sai, quando agiamo così, quando non ci fidiamo di qualcuno spesso ce l’abbiamo solo con noi stessi. Siamo noi il vero problema, non gli altri. Non sappiamo come reagiremo, come la prenderemo, non siamo in grado di accettare quello che accadrà. Non ci fidiamo di noi.”Le sue parole sono fin troppo vere ma non posso ammetterlo. “Hai mentito a te stesso prima di tutto. E poi a noi. Hai tradito te, quello che sei e l’uomo che dici di amare. Quello che hai fatto ha recato danno solo a te.”Si alza e fa il giro del bancone, posa una mano sulla mia spalla e continua. “E lo so che lui ha tentato di assumersi ogni colpa, ma tu sai meglio di me che la colpa non è mai solo da una parte. Che anche tu hai la tua percentuale. Che anche tu hai scelto di continuare questa farsa. Che tu, per primo, hai scelto di non essere fiero di ciò che sei. E questa, Shane, è una cosa con cui devi fare i conti.”
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The First Man
RandomShane Sapete cosa vuol dire vivere come vivo io? Essere costretto a non guardarlo, non toccarlo, non restare da solo con lui nella stessa stanza. Non cercarlo, non volerlo. Non amarlo. Sapete cosa vuol dire fingere per tutta la vita di essere un a...