Non percorro neanche dieci passi sul vialetto che porta al mio cottage prima di sentire delle voci concitate provenire da casa di mio padre. Mi fermo guardando l’abitazione, non sicuro di volermi intromettere in qualsiasi discorso li stia animando così tanto e a dire il vero, mi piacerebbe godermi per un po’la sensazione di avere lui ancora addosso, ma il richiamo dei Johnston e soprattutto, la voce leggermente incazzata di Ellie, mi costringe a fare il mio dovere e a dirigermi verso di loro. Entro in casa e seguo le voci fino al salotto dove mio padre siede comodamente sul divano e con un bicchiere del suo migliore whiskey tra le dita; Ellie è in piedi, con le braccia incrociate sul petto e con il viso in fiamme; Reid, invece, se ne sta seduto sul bracciolo del divano, con l’espressione di uno che ne ha piene le scatole. “Che diavolo succede?”Chiedo interrompendo la discussione e facendoli voltare verso di me che sono ancora impalato sulla soglia. “Papà vuole andare in pensione”Ellie dice immediatamente. “Cosa?”Lo guardo stupito. “Non devo dare spiegazioni a nessuno di voi”lui ci tiene a mettere in chiaro. “Devi, invece, se vuoi che uno di noi prenda il tuo posto”Reid replica. “Fermi tutti”alzo le mani sperando mi ascoltino. “Mi spiegate che cazzo è questa storia e come è venuta fuori?”“Sapevate che prima o poi mi sarei ritirato, no?”“Veramente credevo che ti avremmo trovato un giorno accasciato contro una botte.”“Non sei divertente, Reid”Ellie lo riprende e lui le fa una smorfia, poi si rivolge a nostro padre. “Non capisco perché adesso.”“Perché sono vecchio?”“Non così tanto.”“Cosa vuoi che ti dica? Siete tutti adulti, siete indipendenti e siete in grado di prendere questa decisione.”“Che decisione?”Chiedo ancora più confuso. “Papà vuole che siamo noi a decidere chi dei tre prenderà in mano l’azienda.”“Stai scherzando?”“Dovrei lasciarla a qualcun altro?”“Non a noi di certo”Reid precisa. “Siete i miei figli.”“Questo non vuol dire che siamo come te”Reid gli fa notare. “Dovrei lasciarla in mano a un estraneo?”“Nessuno di noi è in grado, papà”gli dico sincero, anche lui sa che è così. Reid e io almeno non lo siamo; per quanto riguarda Ellie, poi, lei ha tutt’altri progetti. “Nessuno di noi la vuole”Reid gli dice troppo duramente, anche se in fondo è verità pure questa. Nostro padre sbuffa e si alza dal divano, fa alcuni passi nel salotto e poi si ferma accanto alla finestra che si affaccia sulla nostra proprietà. “Mi state dicendo che ho fatto tutto questo per niente?”Chiede restando di spalle e indicando con una mano la terra circostante. “Lo hai fatto per noi e te ne siamo grati”Ellie abbassa il tono. “Ma non siamo pronti per una cosa del genere.”“Non credevo di avere in casa ancora tre bambini”mio padre risponde provocandoci. “Credevo foste maturi e responsabili. Che foste pronti a prendere in mano il futuro della nostra azienda”si volta verso di noi. “Che foste pronti per avere una famiglia vostra a cui tramandare le nostre tradizioni.”“Una famiglia? Noi?”Reid dice alzandosi. “Sii serio, papà.”“Cosa c’è che non va in voi?”“Non siamo come te”Ellie dice in tono amorevole. “Siamo solo diversi.”“Ma tu stai per sposarti o no?”Oh cazzo, argomento sbagliato. “Be’…”Ellie tentenna. “Brennan ti ha chiesto di sposarlo?”“Sì, lo ha fatto.”“Quindi vuol dire che volete una famiglia, un futuro insieme.”Ellie impallidisce. “Cosa c’è? Qualche problema?”Mio padre la incita a rispondere. “N-no, nessuno.”“Mi darete dei nipoti prima o poi.”“Speriamo molto poi o Brennan lo perdiamo prima del tempo”Reid s’insinua nella conversazione e come sempre al momento sbagliato. Mio padre lo ignora ma Ellie gli lancia un’occhiata che in un altro momento sarebbe stata di minaccia, ma che ora ha tutta l’aria di una preghiera a non continuare su questa strada. “Quindi il problema qual è?”“Che lei non la vuole la tua azienda, papà”stavolta mi intrometto io. “Non metterle addosso pressione”mi avvicino a Ellie e le poso un braccio sulla spalla, ma lei si allontana infastidita. “Io vado a prendere un po’d’aria”dice, dirigendosi veloce verso l’uscita e abbandonando la stanza; la porta di casa sbatte forte e dopo pochi secondi, la vediamo correre verso la distesa dietro casa. “Non dico mai la cosa giusta”mio padre si lamenta, prima di dirigersi verso il mobile bar per versarsi un altro bicchiere. Ha ragione, non ha un grande tatto e non è mister sensibilità, ma credo che non sia questo il problema adesso. “Ti dispiace se riprendiamo questa discussione in un altro momento?”Bofonchia qualcosa che non riesco a capire e poi mi fa segno di andare, io afferro Reid per un braccio e lo trascino fuori di casa senza ascoltare le sue proteste. “Che cazzo di modi sono?”Si libera dalla mia presa quando siamo all’esterno. “Abbiamo un cazzo di problema.”“Ma davvero, Sherlock! Sono arrivato prima di te.”“Non il problema che pensi tu.”“Vuol dire che abbiamo un altro cazzo di problema?”“È quello che sto cercando di dirti, Watson.”“E quale sarebbe questo problema?”Gli faccio voltare il viso verso destra spingendolo con un dito. Reid guarda nella direzione del parco, dove Ellie se ne sta appoggiata a un albero a fissare il cielo. “E quale sarebbe la novità?”“Taci e seguimi.”“Ma dopo posso parlare?”“Assolutamente no, limitati a fare la presenza”lo avviso mentre raggiungiamo Ellie. “I fratelli scemi sono qui, al tuo servizio”le dico, ma lei non mi degna neanche di un cenno. “Nessuno deve sentirsi in obbligo a fare qualcosa, soprattutto tu.”“Vorresti pensarci tu?”Reid mi chiede. “Cosa ti avevo detto?”“Cosa mi hai portato a fare se non posso neanche parlare?”“Come supporto silenzioso.”“Non servo a un cazzo se sto in silenzio.”“Non servi a un cazzo neanche se parli.”“La volete piantare?”Ellie ci dice con la voce stanca, prima di lasciarsi cadere sull’erba. Mi abbasso anch’io, restando in bilico sulle mie gambe, alla sua stessa altezza. “Non si tratta solo dell’azienda.”Ellie sospira sconsolata. “Okay. E…”mi schiarisco la voce. “Immagino che Brennan…”Mi fermo perché mia sorella abbassa la testa sulle ginocchia e si copre il viso con le mani. “Mi fate capire qualcosa?”Reid si lamenta ma io lo ignoro. “Aspettavo il momento giusto.”“Lo sai che non arriverà mai, vero?”Volta il viso verso di me ancora appoggiato sulle ginocchia. “Ci siamo già passati e sappiamo che quando c’è Brennan di mezzo non esiste un momento adatto.”“Ci sono così tante cose in ballo adesso, Shane.”“Be’…Una più, una meno”provo a sdrammatizzare. “Non sono sicuro che possa reggerle tutte insieme, ma posso prometterti che ci sarò io ad assicurarmi che non perda del tutto la testa.”Sorride appena e una lacrima scende lungo la sua guancia. “Grazie, Shane.”“Quando vuoi.”“Vorrei restare un po’da sola se non ti dispiace, devo pensare.”“Certo”le accarezzo i capelli e poi le poso un bacio sulla tempia. “Ce ne andiamo subito.”Mi sollevo e mi sgranchisco le gambe. “Se hai bisogno di noi, sai dove trovarci.”“Cerca lui nel caso, dato che a me non è permesso neanche parlare.”Do uno schiaffo dietro la testa a Reid e poi salutiamo Ellie, lasciandola sola con i suoi pensieri e i suoi problemi. Mi piacerebbe poter fare di più, ma Ellie è adulta e questa è una cosa troppo grande ed è solo tra di loro, non posso e non voglio metterci le mani anche perché potrei fare solo più danni. C’incamminiamo verso il mio cottage, Reid mi segue in silenzio fino alla porta di casa. Ci fermiamo entrambi mentre infilo una mano nella tasca dei jeans per tirare fuori la chiave. “Dici che stavolta Brennan lo perdiamo?”Lo guardo confuso. “Oh non fare quella faccia! Cosa credi, che io sia stupido?”“In effetti sì, lo penso.”“Mi hai sempre sottovalutato”mi dice con tono serio. “E non dovresti”ora mi fa quasi paura. “Io osservo le persone”lo dice lentamente e scandendo bene le sillabe e non so perché sento un brivido percorrermi la schiena. “Siete voi che non vi vedete e che non vi accorgete di me”conclude con voce grave, prima di voltarsi e dirigersi verso casa sua. Lo guardo mentre si allontana, incapace di ascoltare più il mio stesso respiro e con la sensazione che i problemi siano molti di più di quelli che temo e che sono in grado di gestire.
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The First Man
RandomShane Sapete cosa vuol dire vivere come vivo io? Essere costretto a non guardarlo, non toccarlo, non restare da solo con lui nella stessa stanza. Non cercarlo, non volerlo. Non amarlo. Sapete cosa vuol dire fingere per tutta la vita di essere un a...