Parcheggio l’auto accanto alla sua e spengo il motore. Restiamo entrambi immobili nelle nostre posizioni con lo sguardo fisso sul mare di fronte a noi. Quando sono venuto qui stamattina l’ho fatto perché volevo vederlo, perché non sono abituato a non farlo per così tanti giorni, perché mi è mancata la sua faccia e perché avevo bisogno di sapere che siamo ancora qualcosa. Non mi aspettavo che saremmo andati a fare colazione insieme, che dicesse quelle cose e che poi si tirasse indietro come sempre. E inizio a essere davvero stufo di questo assurdo tira e molla. Dovete sapere come stanno le cose. Veldons e io facciamo questo giochino da ormai diciassette anni –e solo dirlo mi fa sentire in colpa per tutte le volte che ho preso per il culo Brennan –gioco che io ho iniziato, devo essere onesto, gioco che io ho voluto portare avanti –perché avrei potuto fermarmi al suo primo rifiuto –gioco di cui perdo ogni fottutissima manche. Perché Andy Veldons è un uomo tutto d’un pezzo, direi anche piuttosto vecchio stampo; duro, testardo e orgoglioso e soprattutto uno che non ama mettere i suoi fatti in piazza. Figuriamoci se questi fatti riguardano la sua tresca ventennale con il figlio di Peter Johnston, fratello minore del suo migliore amico. Eh sì, gente. Eccovi svelato l’arcano: io sono e sarò sempre il fratello minore di Reid, anche se non ho più sedici anni, se non sono più un ragazzino confuso e inesperto, se non sono più qualcuno che non puoi toccare perché potrebbe costarti tutto, anche la libertà. Sono un uomo di trentatré anni ora che è in grado di decidere chi scoparsi o da chi farsi scopare, ma sarò sempre off limits per Andy Veldons. “Posso farti una domanda?”Gli chiedo, spezzando il silenzio insopportabile della mia auto. “Hai montato tutta questa cazzata stamattina solo perché ho portato una donna a casa?”“Di che parli?”“Questa sceneggiata che hai messo su…La colazione, il fare qualcosa non da amici, dirmi che non ce la fai…Cos’era, una presa per il culo? Un modo per marchiare un territorio che tu non vuoi percorrere ma che ti dà fastidio possa farlo qualcun altro?”Si volta di scatto verso di me ruotando il busto. “Cosa ti ha dato più fastidio, il fatto che io potessi stare con qualcun altro o che quel qualcun altro potesse essere una donna?”“Non fare questo gioco”m’intima con la sua solita aria minacciosa a cui mi dispiace, ma non credo più. “Sei tu che hai iniziato, sei tu che hai dettato le regole.”“Io non ho mai giocato”dice tra i denti. “Tu lo stai facendo anche adesso.”“Non sai di cosa parli.”“Forse…Anche perché il signor poche parole andiamo ai fatti non ama parlare o sbaglio?”“Non mi provocare.”“Altrimenti cosa?”Si muove veloce afferrando il mio viso tra le mani, lo porta vicino al suo e poi posa la fronte sulla mia. Io non riesco a sentire o a capire nulla, a ragionare, a pensare, perché le sue mani mi stanno toccando, mi stanno tenendo fermo contro di lui, le sue mani calde ed enormi sono su di me e io non sapevo che mi fossero mancate così tanto, non fino a quando non ho sentito di nuovo il loro calore, e non credevo che il desiderarle addosso, dappertutto, avrebbe provocato tutto questo dolore fisico. E poi Andy mi bacia, portandosi via tutta la rabbia e facendomi dimenticare il motivo per cui era andato via. Mi aggrappo ai suoi polsi mentre spinge nella mia bocca, mentre respira nella mia bocca, mentre mi riporta in un attimo alla ragione per cui non riesco a volere nessun altro, né nel mio letto né in altro posto. I baci di Andy non sono facili da gestire, sono forza e prepotenza, desiderio incontrollato e impazienza. I baci di Andy sono intrisi di amarezza e di silenzi, sanno di notti strappate e di momenti sbagliati. I baci di Andy sanno di bugie e sospiri trattenuti, di errori e di decisioni mai prese. I baci di Andy sono dolore e rimpianto, sono ansia e frustrazione, sono disperazione e buio. E li odi i baci di Andy, li odi così tanto che non puoi fare a meno di amarli. I baci di Andy sono labbra e lingua e denti e foga e paura; sono passione e tormento, tutte cose che fanno male, tutte cose che voglio ancora, tutte cose a cui non rinuncerò mai, neanche per tutti i fratelli di questo mondo. Si solleva senza mollare la presa e si siede sulle mie gambe, schiacciandomi contro il sedile della mia auto. Lascia andare il mio viso, le mani scivolano frenetiche lungo il mio torace, poi sento il sedile scendere e noi con lui e d’istinto rido nella sua bocca. “Cosa?”Si stacca da me ansimando. “Non perdi tempo.”“Col cazzo”torna da me, le mani nei miei capelli. “Me lo dici come faccio”mi bacia ancora ma senza fretta adesso. “Come cazzo devo fare io, come…”La lingua scivola stavolta lentamente nella bocca in cerca della mia. Si muove su di me mentre la mia mano si dirige frenetica verso il basso ad afferrare la sua erezione al di sopra dei pantaloni della tuta. Non appena la stringo attraverso il tessuto il suo bacio diventa più ossessivo; la faccio scivolare subito all’interno ma sotto non porta nulla e io mi trovo ad accarezzare la pelle liscia del suo cazzo. “Dio”si piega su di me, gli occhi sulla mia mano che si muove lenta. “Oh dio, dio…”Posa la fronte sulla mia spalla e io sorrido soddisfatto perché so quanto gli piace essere toccato e so anche quanto gli piace guardarmi mentre lo tocco. So tante cose di Andy che forse neanche lui immagina. Per esempio so che gli piace soffrire, che non ama venire subito ma che si eccita ancora di più se mi fermo prima che non riesca a controllarsi; e so che non gli piace venire prima di me, perché vuole godersi il mio momento e poi il suo. So che gli piace che io lo prenda nella mia mano forse anche più della mia bocca; so che gli piace questo, il proibito, il fatto che siamo in un luogo pubblico anche se appartato e che qualcuno potrebbe scoprirci; so che gli piace abbandonarsi a me, come sta facendo adesso, perché quest’uomo ha bisogno di mollare la presa su tutti e tutto per qualche minuto per non crollare; ha bisogno di lasciarsi andare e di farlo con qualcuno di cui si fida ciecamente perché conosce da tutta la vita. E quel qualcuno posso essere solo io. “Da quanto tempo…”“Te l’ho detto. Nessuno dopo di te.”La sua voce ridotta a un lamento. Sono passati otto mesi dall’ultima volta in cui ci siamo ricaduti e certe notti mi sembra di poter sentire ancora le sue mani che mi tengono saldo per i fianchi mentre affonda in me con foga. Muovo la mano più veloce, mentre lo sento respirare in affanno; con il pollice mi accarezza il labbro, lo infila nella mia bocca e io lo succhio forte. Si china su di me e poi la sua lingua m’invade mentre la mia mano non smette di torturarlo. Vorrei che non ci fossero questi inutili vestiti, vorrei sentirlo addosso, vorrei averne di più, vorrei averlo per me. Si stacca dalla mia bocca e abbandona la testa contro il mio collo. “Oh dio, dio…”Ed è così che Andy Veldons si lascia andare completamente. Con me. E so per certo, come lo sapevo anni fa e come lo sa anche lui, che non lo farà mai con nessun altro.
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The First Man
RandomShane Sapete cosa vuol dire vivere come vivo io? Essere costretto a non guardarlo, non toccarlo, non restare da solo con lui nella stessa stanza. Non cercarlo, non volerlo. Non amarlo. Sapete cosa vuol dire fingere per tutta la vita di essere un a...