17 Andy

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Non è facile spiegare cosa rappresenta Shane Johnston per me e lo è ancora meno capire come e quando questa cosa folle sia iniziata tra di noi. Credo sia stato qualcosa di graduale e silenzioso, che si è infilato nella mia vita senza che me ne rendessi conto, altrimenti lo avrei fermato in tempo, prima che questa cosa che non abbiamo ci sfuggisse di mano. Avrei dovuto essere più forte, in fondo ero più grande, avevo più esperienza, ero quello che avrebbe dovuto avere la testa sulle spalle e la forza di respingerlo. E ci ho provato, lo giuro. Resistere a Shane Johnston è stato un tormento senza fine, ma averlo e poi dover rinunciare a lui è stato come sprofondare all’inferno, inferno creato a posta per gli uomini di merda come me. Era un ragazzino e io ero già un uomo o almeno avrei dovuto esserlo. Era confuso e inesperto e io avrei dovuto aiutarlo a capire. Era sensibile e vulnerabile e io avrei dovuto proteggerlo. Era il fratello del mio migliore amico ed era il migliore amico di mio fratello e io avrei dovuto stargli alla larga. Non avrei dovuto pensare a lui, immaginare lui e sentire lui…E invece l’ho fatto. E non riesco neanche a pentirmene fino in fondo e non riesco ad accettarlo, anche se sono passati tanti anni, se lui ora è un uomo di trentatré forte, fiero e bellissimo. E non riesco a dimenticarlo, nonostante sappia che per noi non ci sarà mai un futuro. Ho raccontato a lui e a me tante stronzate, come quella che cadiamo sempre nello stesso errore perché siamo gli unici gay della città, perché non abbiamo tempo e voglia di andare a cercare altrove, perché ci è comodo, perché ci intriga, perché siamo una specie di abitudine, un vizio a cui non sappiamo rinunciare. Ah se ne ho raccontate di queste cazzate e lo faccio tutt’ora, anche se negli ultimi tempi è diventato più difficile resistere. Sarà perché siamo entrambi troppo adulti per i giochini, per le conquiste e la caccia; sarà perché ci conosciamo e sappiamo cosa fare e come farlo quando siamo insieme; sarà che siamo entrambi troppo soli. Sarà che il destino ci ha voluti così, separati e inseparabili. Sarà che lui sta bene dappertutto, sopra e sotto di me, sarà che non riesco a stare con nessun altro senza chiudere gli occhi e immaginare che si tratti di lui. No, non fatevi strane idee. Non sono innamorato di Shane Johnston, non sono quel tipo di persona e di sicuro non lo è neanche lui. Ci sono persone che non sono fatte per l’amore, ma non perché siamo uomini tutti d’un pezzo che non cadranno mai ai piedi di un altro, che rifiutiamo sentimentalismi e rapporti in nome della nostra libertà e indipendenza. Siamo solo due persone che non sono state create per avere un rapporto, che non hanno la facoltà di stare con qualcuno alla luce del sole e che non hanno motivo di farsi inutilmente del male. L’ho sempre saputo, da quando ho capito che le donne non sarebbero state parte della mia vita e non me ne sono fatto un problema, non fino a quando Shane ha capito che le donne non avrebbero fatto parte neanche della sua. Da quel momento tutto è stato più difficile da gestire, da nascondere, da ignorare. Non lo so cosa Shane Johnston sia in realtà per me e ancora meno cosa sono io per lui. Ci sono cose che semplicemente non si possono spiegare e noi siamo una di queste. Però ci sono delle cose che so e che sono diventate delle costanti nella mia vita, cose da cui non riesco a separarmi, a cui non ho la forza di oppormi e a cui non posso rinunciare. So per esempio che quando entra nel locale inizia davvero la mia giornata, che prima di vederlo –perché non mi priva di lui neanche per un giorno –mi sembra di non essermi ancora svegliato, di essere in uno dei miei incubi in cui tutto il mondo crolla intorno a me lasciandomi solo con le macerie degli altri tra le mani. So che quando parla lui non riesco a sentire altro suono o rumore intorno, che la sua voce sovrasta tutto il resto e che arriva dritta a me e che ha l’effetto di due braccia che ti stringono e che ti tengono saldo per non lasciarti cadere. So che ho deciso di suonare insieme a loro –e per loro intendo Alex, Reid e Shane –solo perché c’era lui, perché suonare insieme mi permette di stargli accanto senza sentirmi in colpa per quello che desidero e quello che ho fatto. So che quando siamo insieme abbiamo fretta di averci perché è passato troppo tempo dall’ultima volta e abbiamo entrambi il terrore che neanche questa ci basterà, e che continueremo a provare a non rincorrerci nonostante non abbiamo altro posto in cui andare. So che ogni volta che vado via e gli giuro che non ce ne saranno altre sono consapevole di mentire, perché se un giorno dovesse arrivare l’ultima per davvero, allora vorrà dire che non resterà altro di me. So che continuo a dire che quello che provo non è quello che sono sicuro di provare, perché a volte le bugie suonano così bene alle orecchie che preferisci continuare a sentirle piuttosto che far esplodere i timpani con una verità inaccettabile. So che questa notte tornerò da solo a casa come so che questa notte anche lui tornerà da solo nella sua. So che non c’è stato niente prima di lui come so che non rimane nulla dopo di lui.

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