CAPITOLO 9

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Pov. Gioia

Il bar vuol dire solo una cosa.

La barista.

A confermarlo è la luce ancora accesa della cucina. Mi avvicino al suo retro e al diminuire della distanza aumenta la paura ed il tremolio alle mie gambe, come una grandezza inversamente proporzionale.

No, ti prego. Fà che non sia ciò che sto pensando adesso. Non può essere.

Cammino lentamente fino a quando dal vetro della porta tutto diventa più chiaro, più nitido. La barista seduta sul tavolo con le gambe aperte e senza maglietta bacia Umberto, a petto nudo, in un modo tutt'altro che casto.

La rabbia mi invade e non capisco più nulla, si impossessa di me e mi fa perdere la lucidità. Apro la porta e li guardo schifata.

"Così hai deciso di sfogare la tua rabbia? Sei scappato dalla camera anzichè parlarmi come abbiamo sempre fatto."

Prendo un respiro profondo e mi rivolgo a lei. "E tu barista, vattene, ora!" Lei prende le sue cose e ci lascia soli.

Lui continua a guardarmi, senza parole per la mia reazione.

"Allora? Non hai nulla da dire?"

"Si, sfogo cosi la mia rabbia, perchè ho un'amica che per me è come una sorella, che non si fida di me, ho un'amica che mi nasconde le cose. Non ti ho detto di dirmi chi ami se proprio non vuoi, ma almeno dimmelo che ti piace qualcuno".

Ancora con questa storia dell'amica. Basta. Non ci vedo più dalla rabbia e forse azzardo troppo tra parole, urla e lacrime.

"Cazzo ora basta! -dico sbattendo la mano sul tavolo- E' sempre stato questo il problema. Amica cosa? Amica un par de palle. Non hai mai capito un cazzo. Vuoi sapere come stanno le cose? Te lo dico subito. SI, E' VERO. SONO INNAMORATA FORSE DA QUANDO SONO NATA. SONO INNAMORATA DI TE. SEI TU LA PERSONA CHE AMO. CAZZO UMBERTO. E sentirmi chiamare amica da te, fa male. Tanto male."

Non ho più le forze e mi libero così. Non ha più senso mostrarmi forte quando tutte le mie difese sono a terra.

Lui rimane di sasso. Non fa una mossa. Sta solo fermo a guardarmi con gli occhi sbarrati. "Quindi tu...tu mi... mi ami. Tu sei... cioè, insomma, sei... sei innamorata di me -dice cercando di non balbettare.

Annuisco. Afflitta.

"Gioia ascoltami tra due giorni c'è la puntata, impegnamoci per affrontarla. Sabato pomeriggio appena torniamo in hotel ne riparleremo e ci spiegheremo meglio."

Ad oggi forse è la cosa migliore da fare.

Rispondo dopo essermi calmata un po'. "Va bene, accompagnami in camera."

In silenzio percorriamo la strada che dal bar porta alle camere.

Silenzio, solo i nostri respiri affannati facevano rumore.

Entro in camera e mi sento un po' più libera dal macigno che pressava il mio cuore. 


***Tina_Tina

Che dichiarazione inaspettata! Come si evolverà la vicenda?

Seguite la storia, leggetela e lasciare tante stelline!!

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