Prologo.

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HARRY'S POV.

Odio la chimica, e odio ancora di più la matematica però mi riescono. Risolvere reazioni, problemi, algoritmi sono il mio asso nella manica. Deve essere un po' come un talento nascosto, persone nascono con la dote canora, altre invece vivono per lo sport, conosco persone che creano acconciature ai capelli da far paura.

Ed io? Io me la cavo con tutto ciò di infinitamente piccolo in un mondo finito.

Già il mondo è finito. È terribilmente pauroso tutto ciò che non conosciamo, di conseguenza nessuno si è mai spinto più in là della Terra. Viviamo nella sfera celeste e magari chissà in un mondo parallelo potrebbero aver scoperto una cura per i cuori spezzati. La gente vede sotto cattiva luce, me, un ragazzo di appena ventiquattro anni rinchiuso in laboratorio a creare qualcosa per salvare la vita.

Così quando mi chiedono "cosa ci trovo nella matematica" rispondo "Prendiamo un'espressione, possiamo risolverla in vari modi ma alla fine il risultato tornerà sempre. La soluzione rimarrà la medesima, la matematica non è un'opinione." Nella vita reale no, aggiungo io.

Mi hanno detto che con il mio lavoro salvo le persone, un farmaco contro una patologia può diventare davvero il migliore amico dell'uomo. Io ho inventato la medicina contro i mali, mai nessuno però si è accorto di quello che succedeva a me, buttato al secondo posto.

In realtà sono io da essere curato. Da cosa? L'ignoto.

Tutti hanno una speranza, io no. Credo morirò vecchio, la stessa sorte toccata ai miei colleghi. Diventerò uno scienziato pazzo e l'idea non mi inebria il cervello, come essi io morirò solo cercando una speranza per gli altri, per regalare una vita migliore. È giunto il momento che qualcuno trovi la soluzione dei miei problemi, la mia cura e la mia salvezza. Non merito, una vita pure io?

Forse sono un teppista, proprio perché penso troppo.

CHERYL'S POV.

Ho scelto l'ultimo piano del grattacielo, casa mia. Amo osservare il panorama, più in alto mi trovo più mi allontano dalla realtà che mi soffoca. Sono più vicina al cielo, se devo morire la lontananza dalle porte del Paradiso è minima; a patto che siano aperte anche per me. New York è bellissima di notte, la sera è ancora più viva del dì. I giornali hanno ragione, la grande mela non dorme mai. Gli immensi grattacieli colorano la notte, essi sono pieni di bagliori e elettricità. Tante luci, tante persone con molte storie diverse. In una di queste case illuminante ci può essere qualcuno che guarda la tv, due persone che litigano, delle mamme che mettono a dormire il loro bambino, delle coppie innamorate, due persone che per un malinteso si ritrovano a convivere nella stessa casa. In alto a questi grattacieli ci saranno delle terrazze, magari qualcuno sta giocando al mio stesso gioco. È bello immaginarsi come vivono le persone, è un modo per riflettere. Quando una cosa ti cattura abbastanza, poi le altre occupano metodicamente il secondo posto. Siamo esseri che dimentichiamo ciò che è futile.

Ma per me tutto ha assunto una relativa importanza, diciamo da quando la vita non è stata molto clemente con me.

Prometto però che mi riprenderò tutto, croce sul cuore.

"Cher è tardi, vieni a dormire!" È Louis, il mio migliore amico. L'amico di una vita.

ANGOLO AUTRICE:

Ecco il prologo della FanFiction, so che non è molto ed il contenuto non è nemmeno discreto.

Conosciamo meglio i personaggi, tengo a precisare che Cheryl può sembrare triste o depressa ma assolutamente non è così.

Tuttavia spero che leggerete molti la storia, ricordate di commentare o votare. Ve lo chiedo con il cuore, non costa niente. *faccinadagattodischerk*

Grazie e buon rientro a scuola.

Ele

The scientist ||H.S.|| (INTERROTTA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora