Capitolo 6

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Louis è pronto per uscire, io mi devo ancora preparare.

Stasera andiamo insieme a cena fuori e dopo cercheremo un drive-in dove nasconderci sotto le coperte e mangiare cibo di spazzatura finché non ci addormenteremo.

Indosso una maglietta rubata al mio amico e un paio di jeans, niente trucco e niente lucida labbra. Siamo Louis ed io, non mi servono maschere.

"Andiamo?" Dico prendendolo per mano. Lou stringe la mia mano più forte, sorrido anche se non può vedermi.

La porta si chiude alle nostre spalle.

"Cher la lumachina, dovevano chiamarti." Oh andiamo, tra tutte le doti che ho ereditato la velocità non è presente. Cosa ci posso fare?

Ridacchio dandogli un leggero morso sul braccio, che apprezza malvolentieri.

Entro in macchina per prima, ed occupo il posto del conducente. Qualunque volta io e Louis ci spostiamo in macchina, litighiamo su chi deve guidare.

"Cheryl guido io!" Scuoto la testa, non guida: uno perché è spericolato, due le donne al volante danno sempre un bell'effetto.

Non abbiamo una traiettoria da seguire dettagliata, quindi metto in moto imbottigliandoci nel traffico della metropoli.

"Secondo te Wood da dove viene?" Chiedo guardando l'ora sul cellulare.

Louis ha le gambe distese sul cruscotto, il tatuaggio The rogue contrasta il chiaro della pelle. Conosco Louis a memoria, chiudendo gli occhi riuscirei a immaginare la sua espressione in questo momento.

"Inglese, proprio come Tomlinson." Dice sfiorandomi il braccio con la mano. È piacevole la sua compagnia, solo libera di poter parlare di tutto e tutti senza avere niente di cui vergognarmi: è ciò la rocca forte del nostro legame.

Louis è l'estensione della mia vita, se muoio rimarrà sempre qualcosa di mio. Louis.

"Chissà come sarebbe se non ci saremo mai incontrati." Sospiro imbucando una via parallela alla principale. Che bello, il traffico si è smaltito.

"Cher ci siamo incontrati." Louis guarda la strada dal finestrino, senza voltarsi verso di me. Qualcosa lo rattrista, e non sapere bene dell'identità di quel qualcosa mi fa andare su di giri.

Sono incatenata, mentre vedo il mio amico soffrire.

"Tu sei felice?" Si volta di scatto verso me, i suoi occhi mare incontrano presto i miei e i brividi percorrono la mia schiena.

Annuisce, tirando un sorriso.

"È il viaggio delle confessioni questo?" Chiede. Sospiro, accarezzandogli la guancia prima di puntare gli occhi nuovamente sulla strada.

"Una volta al mese potremo." Butto là questa idea luminosa, egli alza il pollice all'insù, non l'ho mai visto così silenzioso. Solitamente in macchina non ascoltiamo mai la musica, perché la sua voce lo impedisce.

"Cosa c'è che non va?" Arrivo al succo del discorso. "Ho combinato qualche pasticcio?"

"Tu niente Cheryl, sai bene che non riesco ad arrabbiarmi con te." E allora cosa amico mio? C'è qualcosa che ti tormenta molto, moltissimo.

"Louis allora?" Le troppe pause di riflessione che fa, mi istruiscono dicendo che non ne vuole parlare. Hanno ragione Louis e mia mamma, alcune volte sono troppo persuasiva o invadente.

"Mi hanno proposto un lavoro." Sorrido a trentasei denti, sono entusiasta di lui. "Una squadra di calcio mi vuole arruolare con se."

"È il tuo sogno Louis, hai detto Sì ovviamente." Scuote la testa, improvvisando di pulire dalla polvere le sue classiche Vans.

"No. Louis, tu devi accettare." No, mima con le labbra. "Louis è per il tuo futuro."

"Cheryl non posso lasciarti, io mi devo occupare di te. E poi sarei molto via, per le varie partite fuori casa. Non voglio lasciarti sola." Ma dai, non ho ancora dieci anni. Fanculo, tutti pensano che sono piccola ed indifesa mentre non sanno cosa significa la sofferenza. Le persone non hanno vissuto quello che è capitato a me, e sfacciatamente pensano di saperne più della sottoscritta.

"Stiamo parlando della tua vita amico!" Parcheggio nel cinema all'aperto, siamo passati al McDrive ad ordinare due patatine e qualche schifezza come crocchette di pollo o happy meal, la sorellina di Louis lo ordina solitamente quando andiamo a mangiare da McDonald's perché all'interno si nascondono le sorprese.

Mi rannicchio nelle sue braccia, mentre mangio a scrocco le sue immondezze.

Lou non è un mio semplice amico, è mio fratello. Si è sempre occupato di me, quando sono stata molto male a stringermi la mano vicino al mio letto di ospedale, trovavo Louis. Secondo me è lui, il reggente della mia vita. È riuscito a darmi tutto.

Conosco bene quanto lui, il suo amore per il calcio e quest'occasione potrebbe essere quella giusta.

A Louis non importa niente, se non di me e il calcio. Il calcio è la sua ossessione.

"Come sei perspicace stasera, Cher!" Rido, Lou ha sempre preso la scuola sotto gamba ed è insolito che usi questo genere di parole colte, in un certo senso.

"Sai almeno cosa significa?" Fra una risata e l'altra, biascico le lettere dal troppo divertimento.

"Mi spiego: Cheryl hai un'intelligenza molto acuta." Gli lancio qualche popcorn, mentre cerca di afferrarli al volo e portarseli alle labbra. Mangione.

"A che ora l'hai preparata questa?" Chiedo masticando alcuni pop-corn rimasti infondo al contenitore, leccandomi le dita salate.

"Sono così prevedibile?"

The scientist ||H.S.|| (INTERROTTA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora