Capitolo 3

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HARRY'S POV.  

Le mattine a New York sono tutte uguali. Il cielo è grigio, le strade trafficate, aerei che atterrano e altri che decollano, turisti di etnie differenti. Una macedonia a cielo grigio. Cammino a passo svelto per le vie della città, ma è tutto estraneo per me. New York è solo un nome dato dalla storia, non sono un fottuto patriotto e tantomeno uno storico. Odio ogni tipo di rumore, ma qua è impossibile, mi piacerebbe urlare alla ragazza che ho di fronte di smettere di calciare con il piede sinistro una bottiglietta di plastica. Incivile. La lancia con il tacco all'indietro, il rumore della plastica sotto i miei stivaletti, è musica. Ebbene sì, ho rovinato il suo gioco infantile.

"Signorina Wood.." Il nome si strozza nel pomo d'Adamo, non potevo immaginare che sarebbe stata lei. Fra sette miliardi di persone, alle otto della mattina devo incrociare lei?

"Harry Styles." Alza la mano in cenno di saluto, sorridendomi. Come cazzo faccio a starle simpatico, Dio non lo so.

"Freddo stamani?" Chiedo tenendo le mani nelle tasche del cappotto nero che indosso. Annuisce, stando al mio fianco. La osservo silenziosamente, i capelli corvini intrecciati e i suoi occhi sono bassi sulla strada. Gli occhiali troppo grandi per il suo viso sagomato e sottile.

"È in anticipo." Rompe il silenzio, mentre procede diretta verso la sua meta che è anche la mia.

"Anche lei." Sospira fermandosi a riprendere fiato, ieri mi sono spaventato appena ho visto i suoi occhi vuoti mentre si afflosciava sul pavimento. Oggi non deve succedere, non lo permetterò.

"Cheryl?" Estrae dalla borsa una bottiglietta d'acqua per berne un sorso, è talmente genuina anche mentre compie una delle azioni più banali che esistono. Passo una mano fra i miei capelli per liberarmi dei fiocchi di neve, che si sono depositati al di sopra.

"Non si preoccupi, è okay." Le appoggio una mano intorno alla vita, e continuiamo a camminare. Sono talmente vicino a lei, da sentirmi così distante. Cheryl Wood, non so a cosa stia pensando: ma i suoi occhi fissi sulla davanti a se, mi descrivono che è assorta in un monologo interiore.

"Continuiamo a darci del lei, sempre." Pensa ad alta voce, ridacchio alla sua affermazione. Che cazzata, è così che bisogna comportarsi con gli sconosciuti.

"Sono il suo capo." Si china sull'asfalto e raccoglie un mucchio di neve, le sue falangette diventano rosse dal freddo. La ignoro, mentre io proseguo il cammino. Fanculo la pallina mi colpisce tra la schiena e il collo, e il ghiaccio cola tutto all'interno della maglietta.  

"Signorina Cheryl, come ha osato?" Si avvicina a me, prende la mia mano fra le sue, depositandoci sopra un po' di neve, per poi richiuderla in un pugno.

"Harry sei freddo come la neve." Apre il palmo della mano, ed io rimango silenzioso a studiare il suo gesto. Il ghiaccio è sciolto. "Prova a lasciarti andare, sii come la neve. Sciogliti signor Styles."

"Non aspettarti niente da me, Cheryl." Perché l'ho detto, la povera ragazza si porta le mani al petto intirizzita dal freddo. Io ci provo, ci provo sempre e quando sono vicino al risultato: sbaglio. I miei occhi si spostano sulla strada, al cielo, ai bar, ai turisti che invadono la città, ma il loro richiamo è Cheryl Wood. Il suo viso candido, le labbra carnose e rosse per il freddo, i capelli ribelli e il naso congelato come me.

"Tieni, prendi il cappotto." Glielo appoggio attorno alle spalle, Cheryl mi guarda sorridente. Ha un sorriso corretto, per i miei standard, alza prima un lato della bocca e poi l'altro facendo spuntare due fossette adorabili, che perfino il Sole dovrebbe esserne geloso.

"Grazie Harry." Si avvicina a me, prendendomi a braccetto. Forse in due, il freddo si patisce meno o sono io che non lo sento da quando Cheryl Wood è in contatto con il mio corpo.  

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CHERYL'S POV.  

"Ehi Louis." Il mio amico, alza il dito medio ed io ricambio. Ci vogliamo così bene, e la sua dolcezza è sempre il top.

"Scema." Gli tiro i capelli, come quando da bimbi facevamo la lotta perché la nonna regalava la caramella a lui, invece che a me. Sono contenta che sia venuto a prendermi a lavoro, capisco come ci si sente quando una persona che ti vuole bene, a fine giornata appare di fronte ai tuoi occhi. Mi sento appagata.

"Buon fine settimana, Cheryl Wood." Questa volta non è Louis a parlare, ma l'ombra dietro di me. Harry sorride sbilenco, guardandomi solo per buona educazione.

"Arrivederci dottor Styles." Mi volto verso Louis, mentre con l'udito seguo il rumore dei passi di Harry sempre più distanti da me fino a confondersi con la neve che attecchisce soffice al terreno. Il mio amico mi guarda complice. "Louis no!"

"Caramella, non mi preoccuperei nel modo in cui ti guardo io ma come ti scruta Styles." Harry mi osserva come una persona, i suoi occhi marini sono alla ricerca di qualcosa dentro di me.

"Louis che hai fatto oggi?" Chiedo portando un braccio intorno alla sua spalla. Gli occhi cielo del ragazzo si incollano ai miei e sorride, prima di lasciarmi un bacio sulla guancia.

"Guarda!" Estrae una busta dalla tasca del piumino che indossa, porgendomela. Le sue mani sono congelate tanto quanto le mie. Un invito all'evento, barra parti del prodotto brevettato da mio padre e i suoi collaboratori, sarà una noia come tutte le volte.

"Lou, noi non ci andremo." Scuote la testa, prima di sorridermi. Se penso a Louis, mi viene da sorridere. Louis è il sorriso fatto persona.

"Ti prego.." Mi interrompe, conoscendo bene che io odio essere bloccata a metà della frase.

"Lo sai che ci tiene." Sbuffo, abbandonandomi al mio triste destino. Le feste organizzate da mio padre sono tutte uguali, questa non sarà migliore delle altre. Cosa non si fa, per la gioia di papà?

"Lo so Louis, lo so."

ANGOLO AUTRICE:

Sono molto contenta, 228 visualizzazioni più ventotto voti e sono solo al capitolo 3! Grazie davvero, per me è una piccola vittoria!! :)

Questo capitolo sarà all'altezza degli altri?

Buonanotte, e domani speriamo in un meet&greet nel 2015.

Baci Ele.

The scientist ||H.S.|| (INTERROTTA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora