Capitolo 11

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CHERYL'S POV.
Quattro novembre.
Finalmente è arrivato oggi, questo è proprio un bel giorno.
La festa del ringraziamento è una delle mie preferite, l'adoro perché la mia famiglia, quella di Louis ed io ci riuniamo sempre e mangiamo tacchino fino allo sfinimento.
È bella perché per un giorno siamo felici, e riusciamo a trascorrere un pezzo della nostra vita insieme.
Questi momenti in famiglia mi rendono sempre molto felice, ho riflettuto sul fatto che ci sarà sempre un posto in cui potrò rifugiarmi ed in cui sarò accolta senza che i pregiudizi soffochino gli altri: sono Louis e la mia famiglia. Essi sono il marmo della mia esistenza.
Non è il successo che conta, loro me lo hanno insegnato bene.
Non voglio parlare di Harry in giorni come questi, è da un po' che a lavoro è come se mi nascondesse qualcosa ed ho il mio pensiero implora di entrare nella mente di Harry per scoprire cosa cela. È qualcosa di importante, perché abbiamo ricominciato a darci del lei al posto del tu: la faccenda è più preoccupante del previsto.
Harry ha sbagliato, e sinceramente il suo comportamento nei miei confronti mi ha scosso non so se riuscirò a perdonarlo ma alla fine non mi ha fatto nessuno torto, uguale: io non so se perdonarlo sarà semplice. Credevo di contare qualcosa, ma alla fine Harry mi ha rivelato che è tutto l'opposto.
Okay: basta pensare è anti-produttivo. Mi preparo, in modo tale che questa sia una giornata con i fiocchi.
Se a New York non nevicasse anche a novembre, potrei indossare un vestito ma è estremamente freddo.

"Louis andiamo?" Butto tutto ciò che mi capita in borsa prima di aspettare il mio amico, che finisca di impiastricciarsi i capelli di gel. Poi si lamenta che sono io la ritardataria, quella che si lagna sempre, che bugiardo.

"Eccomi." Sorride aspettandomi fuori dalla porta.

"Non ti sciupi se il tuo abbigliamento è leggermente più elegante in giorni come questi." Se per lui queste celebrazioni non contano, per me si e ritengo opportuno un po' di spirito festivo. Capita una volta l'anno il quattro novembre; una felpa di una squadra di calcio, un cappello di lana grigio, un paio di jeans neri e le sue costanti Vans non sono degne di un giorno come oggi.

"L'importante è la presenza." Odio quando è così egocentrico, orgoglioso e cerca di essere uomo.

"È come dire che a un matrimonio vai in mutande." Dico, entrando al calduccio nella macchina. Non ho voglia di litigare, infatti lascio che sia Louis a guidare.

"Poco ma sicuro." Risponde azionando il motore.

"Mr. Orgoglio-Maschile scommettiamo che al mio matrimonio vieni in mutante?" Ridacchia guardandomi male per poi annuire a scatti. Sarò davvero curiosa di vedere il mio testimone in mutante.

"Scommettiamo." Arriviamo dopo mezz'ora a casa di mamma, come sappiamo New York è molto ampia ma soprattutto trafficata, è parecchio ingombrata dalle macchine.

"Ciao ragazzi!" Urla Jay seguita a ruota da Wanda, mia madre. Le donne ci stringono entrambi fra le loro braccia. Sappiamo come sono tutte le mamme, così possessive e appiccicose.

"Ciao mamma, zia Jay!" Sono davvero felice di vedere la zia, è passato un po' di tempo dall'ultima volta che ci siamo viste. Quando la vedo, riconosco nei suoi occhi Louis. Come si assomigliano.

"Cheryl, amore di mamma!" Mia madre mi riempie di baci, prima di consumare le guance di Louis. In questo momento non lo invidio per niente, è un ragazzo fortunato.

"Zia Wanda lasciami!" Louis è sempre stato un tipo cinico, da bimbo non voleva i baci di nessuno se non quelli di sua madre.

"Cheryl!" Mi chino per abbracciare Evelyn, la sorellina di Louis. È così bella con i suoi capelli mossi di colore castano, e gli occhi chiari come il fratello. È un tesoro di bambina, a differenza di Louis.

The scientist ||H.S.|| (INTERROTTA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora