Capitolo 12

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HARRY'S POV.
Ho sbagliato, un errore che ripeterei fino a quando il dì non volge nella notte, ho compiuto un atto alla quale non esiste il perdono: non so come, ne il perché ma mi ritrovo a stringere Cheryl tra le mie braccia mentre le accarezzo la testa. Mi perdo nella sua piccola mano che stringe la mia: entrambe sono appoggiate sul mio petto e nella vicinanza dei nostri corpi. È bella, e non sarà mai più bella che in questo momento. Lascio che le lieti immagini della ragazza scorrano nella mia mente, mentre i miei occhi si chiudono e il mio respiro si diventa regolare.

Vuoto, oscurità, gelo, tormenta, freddo.
Mi sveglio in un posto a me sconosciuto, cerco di trovare somiglianze con luoghi che racchiudono i miei ricordi; ma niente è peggio del teatro dell'orrore che ho davanti a me.

"Ciao Harry." Mi volto, nessuno.

"Ciao Harry." Ruoto il corpo di 90º gradi, niente.

"Ciao Harry." Alzo gli occhi al cielo, una patina grigia e solitaria avvolge l'azzurro.

"Ciao Harry." Sibilano al mio orecchio.

"Chi cazzo siete? Cosa volete da me?!" Urlo colmo di paura, come mai prima lo sono stato.

"Harry ci deludi, guardati intorno!" Strabuzzo gli occhi, molte sagome nere si riversano intorno a me per creare una circonferenza. Quando raggiungono una distanza minima dal mio corpo, riesco a mettere a fuoco l'immagine e con mio gran terrore capisco che quello sono io.

"Dove siamo?" Domando insicuro, e quando mai sono stato sicuro di me?

"Nel tuo cervello." Sussulto stringendomi all'inutile camicia che indosso in questo momento, percepisco il vento pungente tra i miei riccioli e vorrei essere libero come una foglia pronta a scappare via dai pericoli.

"È uno scherzo?" Rido ironicamente.

"Harry guardati intorno. Cosa vedi?" Deglutisco a fatica quelle parole, ai miei occhi si mostra un figura orribile, io. Me ne rendo conto solo adesso, mi rendo conto di quanto faccio schifo e che le persone per volersi più bene tendono ad autoconvincersi che la tristezza che portano in cuore sia una sfera nella quale è possibile nascondersi e cercare conforto.

"Sono io, voi siete tanti me e la ragazza che tenete incatenata dietro di voi è Cheryl." Sto sudando freddo, le mie gambe non rispondono per quanto desidero correre a salvare Cheryl. Ultimamente penso troppo alla Donna, per me è una certezza vedere un essere così puro e buono come lei; ella mi insegna che non tutto è brutto, o almeno una piccola parte.

"Bravo Harry, soffri a vedere quanto sta male?" Annuisco in silenzio, prima che il mio clone continua il suo discorso. "È colpa tua, tutta colpa tua."

"Io non ho fatto niente!" Mi difendo guardando in basso come un codardo, non c'è bisogno di una similitudine perché io sono un fifone.

"Harry ognuno di noi rappresenta le tue emozioni: guarda laggiù c'è l'Harry della rabbia, alla mia destra l'Harry della cattiveria, dietro me l'Harry dell'odio, quello alle tue spalle c'è l'Harry della relatività. Ognuno di noi tiene Cheryl imprigionata, perché tu l'intrappoli fra le tue sinapsi. Vedi Harry, la vita non è come si è presentata ai tuoi occhi e Cheryl è l'occasione per svoltare via." Immagazzino le sue parole, quelle frasi ruotano nel mio cervello come una giostra alla quale sono saltati alcuni bulloni per mantenerla sicura.

"Io non voglio svoltare via." Rispondo dando retta alla mia mente. La cosa più bella è la giovinezza poiché si vive nella consapevolezza di non distinguere ciò che è bene e ciò che è male, fin quando è così l'uomo non conoscerà mai le sue insicurezze. Ho scoperto che nella vita possono esserci delle certezze come una mamma per un bimbo, un amico, mangiare la pizza il sabato sera, vincere i quattrocento a stile libero. Sapete cosa vi dico? Riflettete perché è bellissimo, sono consapevole sulla ridicolarità dei miei esempi ma vi prego non pensate che io sia superficiale: ditemi cosa sono per voi le certezze?
Le mie non esistono, però soffermandomi risponderei Cheryl.

The scientist ||H.S.|| (INTERROTTA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora