Capitolo 5

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HARRY'S POV.

In casa c'è puzza di alcol e fumo, mi sono dimenticato di chiamare Marie la donna delle pulizie. Perché quanto serve, non c'è mai? Cazzo.

Spalanco le finestre, non so quanto ho dormito. Credo siano quasi le cinque e mezzo di sera.

Distrattamente vado verso camera mia, colpendo la testa contro la porta chiuda della stanza.

Porca puttana, sono proprio andato. È l'autodistruzione, non c'è arma più letale di questa ed ho fottutamente paura.

"Harold?" Trovo Alex, o Alexia non mi ricordo il suo nome. È la ragazza che faceva il tirocinio da me, mi dispiace illuderla ma la trovo utile solo per sbatterla.

Dimentico sempre di sequestrarle le chiavi di casa mia, non la voglio più vedere.

"Non chiamarmi così Cheryl." Dico cercando un'aspirina nella scatola dei medicinali. Sbuffa, venendo verso me appoggiando le mani sulle mie spalle. Incominciando a massaggiarle.

"Alexia, non Cheryl." Quella ragazza, è la mia tormenta. La mia mente viaggia, inseguendo sempre la vita rinchiusa nei suoi occhi. Magari, ne prendessi un po' io.

Cheryl è così contorta, talmente principessa e odiosamente donna.

"Ho solo mal di testa." Annuisce, incominciando a baciare la base del mio collo. Deve uscire da qua, io non desidero ciò. Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, è troppo tardi per fermala. Siamo già entrati in camera mia.

Lascio decidere agli altri, è questa ragazza a determinare cosa fare di me.

La giovane sconosciuta, è a buon punto. Gioca con i bottoni della mia camicia, aprendoli lentamente uno ad uno.

Spoglio di ogni dignità, abbandono ogni sorta di riflessione logica. La mia vita è una merda, è scientificamente provato.

Lo devo vedere, fammi entrare. Massaggio le tempie prima di stropicciare gli occhi, uno o due volte. Dio mi ritrovo sempre nudo nel letto, una calamità, infilo un paio di boxer e dei jeans per poi recarmi all'entrata.

La stanchezza vola via in un istante, Cheryl Wood è impalata sul portone di casa mia.

Mormoro a Selly di andarsene, si chiamava Sally?

"Ciao Harry." Cheryl è solare come sempre, io invece sono un labirinto. Smarrito in me stesso, prima o poi impazzirò se non trovo l'ingresso, l'unica scappatoia dall'oblio. Ha le braccia incrociate al petto, e picchietta seccata il piede sul pavimento.

"Cheryl cosa vuoi?" Domando chiudendo lievemente la porta fra noi.

"La giacca Harry." Allunga il braccio verso me, poteva anche tenersela. Cazzo, perché tutte le donne pensano compiere un gesto lieto riportando gli indumenti, maschili, prestati? Benissimo, ora profuma di femmina. Un misto di dolcezza e eleganza, penetra le mie narici. Cosa ci trovano nei profumi le ragazze io non so, l'odore della vaniglia non è uguale alla cannella?

"Grazie. Ciao." Chiudo ogni distanza con lei.

Una persona senza cuore, smembrata fino al midollo di energia vitale e ho cacciato l'unica donna che abbia acceso in me il fuoco della salvezza.

Non merito niente, sono io il primo a non impegnarmi. L'Harold vero, cerca di uscire dal cervello e di mostrarsi a Cheryl Wood. È difficile, e i risultati sono perlopiù scarsi.

Di me medesmo meco mi vergogno.

CHERYL'S POV.

Se non asciugo le lacrime in tempo, prima di arrivare a casa, Louis incomincerà il terzo grado e proprio non ho voglia di parlare.

Harry era meraviglioso con i ricci sudati attaccati al collo, le sue labbra rosse per aver baciato intensamente quella Sally.

So che è sbagliato, ma sono triste per l'atteggiamento nei miei confronti allo stesso tempo affascinata. Harry è sconvolgente e stronzo all'unisono, ed io sono richiamata da lui come lucciole nel buio.

Non mi va fottutamente giù che abbia scopato quella ragazza, non perché mi riguardi qualcosa la vita privata di Harry ma è letteralmente andato contro ai miei principi: cioè, non può portare nel letto una sconosciuta.

"Cheryl dove sei stata?" Lou è appoggiato sorridente contro il muro, mentre io sistemo il cappotto e i guanti invernali sull'appendiabiti.

"Lontano da te." Sbuffa divertito, abbracciandomi da dietro. Appoggio la testa sulla sua spalla, mi è mancato molto un suo abbraccio e quel senso di protezione che solo lui riesce a darmi.

"Devo ridere?" Sussurra contro la pelle del mio collo, provocandomi il solletico. Lo scosto leggermente, prima di lasciargli un bacio sul naso.

"Fai come vuoi." Ridacchio sulla sua spalla. Dietro la schiena tiene una busta bianca, la curiosità mi rosica perciò gliela strappo di mano e la apro.

"La chiamavano delicatezza.." È il sottofondo, ma sono troppo presa dalla lettera scritta in una calligrafia elegante .

"Cara signorina Cheryl,

mi dispiace per la mia freddezza.

Sinceramente Harry."

La stringo al petto, immaginando come Harry impugni la penna fra le dita.

ANGOLO AUTRICE:

Buon giovedì, spero vi piaccia. Fatemelo sapere.

Baci Ele

The scientist ||H.S.|| (INTERROTTA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora