HARRY'S POV.
La ragazza è minuta sotto il mio sguardo, continua a giocherellare con la punta delle scarpe. Non ho mai chiesto a Timothy un collega, e tantomeno una collega. Ho sempre lavorato autonomamente, solo Harry Styles può prendere il merito delle sue scoperte.
Vibra il cellulare. Un messaggio di Timothy, avvertendomi, in ritardo, dell'intrusa.
"Signorina Wood, le mostro lo studio." Interrompo il suo flusso di pensieri e porto le mani nelle tasche del mio camice bianco.
"Cosa lo porta a questa conclusione?" Chiede, aumentando il passo per starmi alla calcagna. Tutta quella bellezza da cerbiatto, cela una ragazza insistente e determinata.
"Ciò che porta a lei a darmi del filo da torcere." Sbuffa tornando silenziosa sui suoi passi. I capelli le scivolano sul viso, mentre con la mano sinistra gli sistema dietro l'orecchio. È fottutamente donna.
"Signor Styles lei è solo nell'enormità di questo ambulatorio?" Annuisco, giocherellando nervosamente con il ciondolo a forma di crocifisso appeso al mio collo. Cheryl Wood se non finisce di fare domande, chiedo il licenziamento immediato.
"La mia mente ha bisogno di spazio." Farfuglio con la prima scusa credibile che riesco a inventare. Ho sempre lavorato solo, a nessuno è mai importato di trovarmi un amico. Ormai è di routine, la solitudine è la miglior compagna di laboratorio.
"Approvo." Risponde ansimando. Come una sporgenza di un monte, su un precipizio Cheryl Wood si appiglia al tavolo cercando di non scivolare giù. Che diamine succede? Mi affianco alla donna, sorreggendola alla vita.
"Signorina tutto bene?" Si alza con tutte le forze possibile, mentre appoggia una mano sul cuore. Le mani, quelle mani potevo considerarle l'ottava meraviglia del mondo. Dita affusolate e nodose, come gambi di rose. Unghie come il cielo durante una notte di luna calante.
"Grazie Harry." Rimugino le sue parole, è bastato un attimo che ha modificato grammatica colloquiale. La signorina Cheryl è passata da darmi del lei al tu, proprio come si ragiona con gli amici. Io non so, non ne ho mai avuto uno.
"Riprendiamo il giro." Annuisce, mi limito a rimanere al suo passo. Non voglio incidenti, tantomeno non voglio esserne coinvolto perché ho da risolvere problemi. Problemi di scienza. Le mostro tutto il laboratorio, Cheryl Wood assimila le mie parole come oro colato e diciamo che sono soddisfatto.
Il tempo è volato, non credo sia merito della signorina ed è scientificamente provato che sia il locale come il nostro passo di camminata, non sostenuto, abbiano aumentato la durata.
"Finito il giro turistico, signor Styles?" Annuisco, ho ancora la possibilità di mandarla a casa senza più vederla.
"Perché già stanca?" Scuote la testa.
"È tutto sconosciuto per me, qua. Imparerò presto." Bene, dovrò sopportare il suo volto tutti i giorni. Harry perché ti comporti così, può essere la tua occasione, se è lei? Io non la odio, poiché sarebbe come non amare le stelle o il mare. Ho troppe domande da assimilare, chiedo il bisogno di pensare.
"Posso domandare una cosa?" La donna annuisce, se non lo faccio ora quando?
"Il suo malore prima.. a cosa era dovuto?" Alza gli occhi al cielo, cercano una via di fuga. Aspettando che qualcuno la salvi, sapete come lo so? È il mio medesimo gesto. Chiedo perdono, se ho sbagliato a domandare. Troppi errori, che le mie dita sono inutili per contarli. Maledetta realtà.
"Trapianto, trapianto di cuore", faccio per aprire bocca, ma mi interrompe. "Ti prego, non dire mi dispiace. La gente non fa altro che compatirmi, gli faccio pena."
"Niente merdate nel genere. Pensavo, visto che ora saremo colleghi dobbiamo trovare un nome per chiamarci." Annuisce, facendo apparire sul volto un sorriso.
"È un'ottima idea." Ricambio il sorriso, mentre lei incomincia a girare i pollici. Non so di quale magia si tratti, sono sicuro che nell'aria si sia creata una lieve nota di imbarazzo.
"A domani Cheryl."
"Ciao Harry."
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CHERYL'S POV.
Harry non ha detto mi dispiace, non ha accennato il minimo dispiacere per la mia malattia. Sono colpita, il suo atteggiamento è particolare.
Lo scienziato, in quelle poche ore, mi ha trattato come una persona. Per egli sono davvero una persona normale, spogliata dal mio danno.
Non è niente di speciale, magari lui è solo bravo a nascondere le sue emozioni.
"Cazzo Cher, mi puoi ascoltare?" Louis è seduto di fronte a me. Siamo al ristorante cinese, più buono di tutta New York ed anche l'unico in cui sia entrata. Mi volto immediatamente, incatenando gli occhi azzurri del ragazzo ai miei.
"Scusa Lou, ero.."
"Eri nel tuo mondo. Tutti unicorni rosa e panda?" Scuoto la testa ridendo, Louis versa un po' di coca cola nel mio bicchiere rovesciandone tre quarti sulla tovaglia.
"Sei impedito." Ridacchio, assaporando degli antipasti che hanno portato al nostro tavolo.
"Guarda Cher, ora ti mostro le mie tecniche da seduttore." La cameriera arriva a prendere le ordinazioni. Louis si mostra tutto sorridente, mentre la tipa rossa gli ammicca. Volto lo sguardo altrove, non oso immaginare la scena.
"Allora cosa avete ordinato?" Louis mi fissa complice ed io sorrido, la situazione è tremendamente assurda e irrazionale; che ho deciso di complottare con il mio migliore amico.
"Cosa offre la casa?" Osservo il menù, e la signorina si sporge in avanti mostrandomi le specialità del giorno: beando Louis di una splendida visione. Dio solo sa, perché al genere maschile interessa solo una cosa.
L'ho sempre ammesso: gli uomini pensano con le gonadi.
"Clary giusto?" Chiede un Lou seducente, tendendo fra le mani il cartellino con il nome della cameriera. Annuisce a scatti, emozionata mentre io cerco di contenere le risate.
"Io voglio spaghetti di soia. Louis?" Clary segna sul blocco notes, concentrandosi sul mio amico. Provo a ignorarli, ma invano.
"Clary cosa consigli?"
"Aspettami dopo il mio turno di lavoro." Le sfiora il braccio sorridente, ha ragione Clary: Louis è un bel ragazzo.
"Il mio fidanzato ordina il mio stesso piatto." Ecco la parte più sarcastica, Louis mi fa l'occhiolino e la cameriera si scioglie dalla vergogna.
"Da bere?" Chiede donandomi uno sguardo assassino.
"Amore va bene acqua?" Annuisco e Louis parla al mio posto. Clary si allontana sculettando, ora possiamo ridere fregandocene delle occhiate della gente intorno a noi.
"Sei una cattiva ragazza Cheryl Wood!"
"Louis William Tomlinson è il mio istruttore!" La risata contagiosa di Louis, viene assorbita dalle mie orecchie.
"L'hai vista Cher, l'ho fatta venire nelle mutandine." Porta alle labbra il bicchiere di coca cola, mentre sul suo volto compare una smorfia a causa dell'anidride carbonica che la bibita contiene.
"Sempre che c'è l'abbia Lou." Mi schiaccia il cinque. Già chissà se ha davvero le mutande.
"Signorina Wood, nessuna può resistermi."
ANGOLO AUTRICE:
Spero vi piaccia.
Buona serata, Ele✨
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The scientist ||H.S.|| (INTERROTTA)
FanfictionStavo solo calcolando cifre e numeri, mettendo i tuoi problemi da parte. Problemi di scienza, scienza e progresso non parlano forte come il mio cuore.