Capitolo 39

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Sono seduta sulla collina e sto guardando il panorama mentre svuoto la mente. La cosa che mi fa più arrabbiare è che io ero consapevole del fatto che prima o poi mi avrebbe fatta soffrire e che non sarebbe durata allungo, ma ho preferito credere che potesse essere reale. Io volevo fosse reale e ora, nonostante tutto, non mi pento di niente e rifarei tutto dal principio.

-Posso sedermi?- chiede Kevin alle mie spalle. Non rispondo così dopo un po' si siede.

-Zoe mi dispiace. Hai ragione sono un idiota. Ti prego non stare male per qualcosa che ti ha detto un idiota-

-Davvero pensi che non ti abbia mai amato?- chiedo restando immobile

-No, no, certo che no...-

-L'hai detto solo per ferirmi?-

-L'ho detto perché ero arrabbiato, ma non volevo farti star male... ancora-

-Ma lo hai fatto, ancora-

-Ehi, guardami-

Mi prende il mento tra l'indice e il pollice e mi fa voltare verso di lui.

-Sei bellissima- sussurra sfiorandomi le labbra

-Kevin, no...- dico appoggiandomi contro la sua fronte a pochi centimetri di distanza dalla sua bocca. È bellissimo.

-Ti fa male?- dico accarezzandogli la guancia dove l'ho colpito

-Un po'-

-Te lo sei meritato-

-Lo so-

-Ma non avrei dovuto, mi dispiace-

-Non fa niente- sussurra e annulla la distanza fra di noi baciandomi. Non è come il bacio prima. Non è pieno di rabbia, ma di dolcezza. Eppure non posso. Quando mi bacia non faccio che rivedere nella mia testa il momento in cui me l'ha detto. Mi allontano.

-Mi dispiace...- sussurro ancora con la mia fronte contro la sua

-Ti riconquisterò e tornerai a fidarti di me. Ti farò innamorare di nuovo di me- dice stringendomi la mano. Mi accarezza una guancia con il pollice, ma mi ritraggo.

-Non puoi farmi innamorare di nuovo di te se non ho mai smesso di amarti... Sai qual è una delle poche cose che mi piacciono del mio carattere? Una volta che ho detto fine a qualcosa raramente cambio idea. Non aspettarmi perché non so se potrò mai tornare da te e non ti meriti di aspettarmi in eterno rinunciando alla tua felicità. Siamo ancora dei ragazzini, non puoi rovinarti la vita per me- dico tornando a guardare il panorama.

-Ti amo e farò di tutto per te. Incluso aspettarti in eterno, perché se è destino allora torneremo insieme e io so che è così-

-Lo so che lo farai-

-Torniamo dentro?- mi tende la mano dopo essersi alzato

-Andiamo a casa?- chiedo alzandomi col suo aiuto

-Be'...-

-Che c'è?-

-Fra poco farà buio e ci vogliono minimo un paio d'ore. Sarà meglio dormire qui- dice mentre apre la porta del cottage per farmi entrare.

-Okay... Dove dormo?-

-Be'...-

-Cosa c'è?- chiedo sbuffando

-C'è solo una camera. Vedi venivamo quando io e Amy eravamo piccoli e dormivamo con i nostri genitori. Ma tranquilla io dormirò sul divano. Un divano scomodo, che non viene usato da anni, ma tranquilla starò bene, ma non posso dire lo stesso per la mia schiena-

-Smettila di recitare, non dormirai sul divano- dico facendolo sorridere

Io e Kevin siamo nel letto. Dopo aver avvisato Geremia, traccio una linea invisibile tra me e Kevin dicendogli di non oltrepassarla. Quando risponde che non lo farà, ma non può dire lo stesso di me mi volto dall'altro lato spegnendo la luce e iniziando a dormire.

La mattina mi sveglio abbracciata a Kevin che mi sta guardando

-Ti avevo detto di non avvicinarti- dico allontanandomi cercando di essere il più minacciosa possibile e considerando che mi sono appena svegliata non mi riesce un granché.

-Infatti non l'ho fatto. Sei tu che mi hai abbracciato stanotte- dice compiaciuto con un braccio dietro la testa

-Stavo dormendo, non farti strani film. Ora alzati e torniamo a casa- dico andando verso il bagno e sbattendo forte la porta. Si ritorna alla normalità. Ovvero noi che litighiamo per qualsiasi cosa e non siamo d'accordo su nulla.

OBBLIGO D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora