Capitolo 35

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*Kevin*

Ho pensato tanto a questo momento... Alle domande che le avrei potuto fare, ma ora che è seduta difronte a me non ho niente da dirle.

-Kevin- inizia a dire Claire, ma la fermo subito

-Perché stai facendo questo Vivian?- chiedo alzandomi dal divano e andando verso di lei

-Voglio la corona. Mi dispiace Kevin, non avrei voluto, ma ho dovuto- dice per poi voltarsi e andarsene lasciando me e Claire da soli. Si alza anche lei e mi viene vicino accarezzandomi un braccio, ma mi allontano subito tornando a sedermi.

-Perché? Non ti basta tutto quello che mi hai già fatto?- le chiedo non riuscendo a guardarla. Mi fa troppo male.

-Vivian è mia cugina. È come una sorella per me. Ci copriamo a vicenda da quando siamo piccole e lei ha fatto di tutto per me... e anche se non volevo farlo, vederti, sono qui perché so quanto sia importante per lei la corona... Ma forse, potremmo sfruttare quest'occasione per chiarire- dice con voce speranzosa

-Vuoi chiarire con me dopo quattro anni in cui non ho fatto che pensare a te e al dolore che mi hai provocato? L'ho superata. Da poco, ma l'ho superata e non voglio rovinare tutto con Zoe-

-Ascoltami, Kev- dice prendendomi la mano. Io la ritraggo, ma non dico nulla. Voglio sentire cos'ha da dire.

-Ti ho lasciato e ti ho fatto soffrire molto, è vero e lo so, ma solo perché non volevo che soffrissi dopo la mia partenza-

-Ah quindi l'hai fatto per me? Bella scusa- rispondo con una risata amara.

-Sì Kevin. Tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per te, ma anche per me. Ho sofferto anch'io dopo la nostra rottura. Eri l'unica persona in grado di capirmi, ma ho dovuto lasciarti. Se avessimo avuto una relazione a distanza mi saresti stato fedele, sempre, perché sei fatto così-

-E questo ti ha fatto così paura?- chiedo alzando finalmente lo sguardo su di lei

-Pensare a come sarebbe stato il nostro futuro mi ha fatto capire che non era giusto né per te, né per me. Eri troppo Kevin e io non ero abbastanza-

-Non so che dire. Se volevi delle scuse, hai sprecato solo il fiato- dico scuotendo la testa

-No, non sono qui per il tuo perdono. Sono qui per liberarti. Kevin... perdona te stesso. Non è stata colpa tua-

-Credo di essermi appena perdonato, ma non posso, non riesco a perdonare te. Mi dispiace- dico sincero

-Dillo. Questa cosa ti sta distruggendo e continuerà a distruggerti quindi dillo. Dì il mio nome. Non l'hai mai detto da quando mi ha vista. Ma ora è arrivato il momento di farlo. Perché non ti sei ancora perdonato del tutto e, malgrado quello che pensi, io tengo ancora a te- dice accarezzandomi una guancia come faceva sempre. Ha detto la verità. Non è qui perché io la perdoni. È qui perché io possa perdonarmi.

-Ti ho perdonato da molto Claire, ma essere arrabbiato con te era più facile. Ma hai ragione devo perdonarmi- dico a voce bassa lasciando che mi abbracci e che qualche lacrima mi scorra sul viso. Claire adesso è inginocchiata a terra con le braccia che mi stringono sempre più forte. Vivian credeva di rovinare il mio rapporto con Zoe, ma ha solo contribuito a renderlo più forte.

Claire mi prende il viso con le mani e mi sorride, non vedevo quel sorriso da parecchio, e mi bacia. La allontano subito pur sapendo che voleva solo un bacio di addio, ma non è giusto nei confronti di Zoe.

-Scusami... Ho aspettato tanto questo bacio. Non volevo metterti nei guai con la tua ragazza-

Io scuoto la testa lasciando la presa sui suoi polsi

-Non fa niente. Ci meritavamo un lieto fine dopotutto- dico abbracciandola.

*Zoe*

Sto aspettando Kevin da un po' ormai. Amy è dovuta andare via e dato che ho il cellulare scarico, non posso chiamare Kevin.

La biblioteca sta per chiudere, così raccolgo le mie cose e do una mano a mettere in ordine alcuni libri che gli studenti hanno lasciato sui tavoli.

Mentre sto sistemando sento una mano sulla mia spalla e quando mi volto vedo Kevin, un po' serio. Al telefono era strano e ora lo è ancora di più. Mi prende per mano e, dopo aver preso anche la mia roba e aver salutato la bibliotecaria, mi porta alla sua gip appena due secondi prima che inizi a piovere, restando in silenzio. Quando entriamo in macchina appoggia le mani sul volante senza mettere in moto.

-Dobbiamo parlare- dice solamente, continuando a guardare davanti a sé e poi parte. 

OBBLIGO D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora