Capitolo 42

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Oggi è Pasqua e, come ormai tutti gli anni, andiamo a pranzo fuori con i Miller. Mentre i miei parlano con i genitori di Amy e Kevin, io e Geremia saliamo al piano di sopra per fare gli auguri al resto della famiglia Miller. Andiamo prima da Amy in camera sua.

-Auguri- dico abbracciandola, lei ricambia.

-Auguri- dice Geremia dandole un bacio sulla guancia. Amy si fa leggermente rossa, ma ricambia sorridente. Credo proprio di averci visto giusto con quei due.

-Io vado da Kevin. Ci vediamo giù- dice Geremia andando nella stanza di fronte a quella di Amy

-Sei cotta di lui- dico appena Gere non è più in grado di sentirci

-Non è vero!- risponde chiudendo la porta

-E abbassa la voce quando dici certe cose-

-Sarà, ma ti conosco meglio di chiunque altro, anche di te stessa- dico sorridendo. Sarebbero proprio una bella coppia insieme.

-Be' questa volta ti sbagli. Io e Geremia siamo solo amici-

-Come vuoi. Comunque mio fratello è uno dei ragazzi più belli che conosco e questo non puoi negarlo-

-Anche mio fratello lo è-

-È vero. Sai che su queste cose sono obbiettiva. Ora andiamo di sotto, ci staranno aspettando-

Quando usciamo dalla stanza, in contemporanea esce anche Gere. Faccio per andare da Kevin, ma mi blocca il passaggio.

-Gere devo fare gli auguri a Kevin. Non siamo così immaturi, dopotutto-

-Sì, ma ora non puoi- sembra agitato. Come se mi stesse nascondendo qualcosa

-Perché no?- chiedo incrociando le braccia in attesa di una risposta

-Si sta vestendo e anche se siete stati insieme, non puoi vederlo così-

-Va bene, ma sappi che non ti credo nemmeno un po'-

Geremia sospira di sollievo e lui e Amy iniziano a scendere le scale, ma io resto davanti la porta di Kevin e, dopo aver bussato, ma senza aver aspettato una risposta, entro. Vedo Kevin abbracciato a una ragazza. È alta più o meno come lui, ha dei capelli ondulati, lunghi, di un castano chiaro. Cerco di richiudere la porta senza fare troppo rumore, ma si accorgono della mia presenza e sono costretta ad entrare.

-Zoe...- Kevin non sa cosa dire. Vedo il panico totale nei suoi occhi e decido di rendergli le cose facili.

-Scusate, non volevo interrompervi. Sono passata per farti gli auguri e avvisarti di scendere-

-Posso spiegarti. Non è come sembra-

-Non devi spiegarmi niente. Auguri- dico andandogli vicino, ma tenendo sempre una certa distanza. Faccio gli auguri anche alla ragazza, che li ricambia sorridente.

-Io sono Zoe- mi presento subito dopo lo scambio di auguri

-Finalmente ti conosco, ho sentito tanto parlare di te. Io sono Claire-

Non può essere.

-Anche io ho sentito parlare di te e sono contenta che siate tornati insieme- fingo dato che è l'unica cosa che posso fare.

-Oh no...- dice Claire

-Noi non siamo tornati insieme- interviene Kevin

-Comunque non sono affari miei. Noi stiamo per andare al ristorante, ti va di venire?-

-Grazie, ma non posso. Sono passata solo per fare gli auguri a Kevin-

-Non devi spiegarmi niente-

-Ma voglio. Vi siate lasciati per colpa mia e non voglio rovinarvi anche la Pasqua-

-Non è stata colpa tua. È stato lui a sbagliare-

-Comunque siamo solo amici e sono venuta per cercare di tirargli su il morale. È a pezzi da quando avete rotto-

-Posso immaginare, ma anche per me non è facile. Mi capisci vero?-

-Certo so come ci si sente a...-

-Ehi, ragazze, io sono ancora qui, nella mia camera. Se volete però, me ne vado eh- dice Kevin richiamando la nostra attenzione irritato

-No, sono io quella che se ne va. Di nuovo buona Pasqua e chiarite. Siete una coppia davvero carina- dice Claire uscendo di corsa

-Non usare quella parola- risponde Kevin prima che Claire esca

-Quale? Carino?- chiedo

-Smettila- serra le labbra in due fessure.

-Sei davvero un bambino carino- dico dandogli un pizzicotto sulla guancia facendolo innervosire ancora di più. Quando io e Kevin scendiamo al piano di sotto, Kevin sgrida mio fratello per non essere stato in grado di tenermi fuori dalla sua stanza e io lo sgrido per aver tentato di tenermi fuori dalla stanza, ma non sono davvero arrabbiata. Claire mi è sembrata sincera. Non aveva alcun obbligo di dirmi cosa stesse facendo lì eppure l'ha fatto. E poi mi è simpatica.

OBBLIGO D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora