Shit.

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Andammo in un ristorante molto chic, io ordinai una fetta di carne arrosto con contorno di patate fritte, (si, molto originale devo dire), e lui invece, si limitò a della carne arrosto con delle verdure grigliate.

Passammo davvero una bella serata, come non ne passavo da un bel po' con lui, anzi, forse non ne ho davvero mai passate di così belle con lui.

Però con Harris era diverso.
Con lui mi sentivo me stessa.

Harris era divenuto un buon amico.
Ecco che un suo messaggio mi apparve sullo schermo.
Sorrisi.
Guardai con la coda dell'occhio Will, sperando non mi stesse fissando la faccia da ebete che avevo in quel momento.

Troppo tardi.

-Perché ridi tesoro? - distolse un secondo lo sguardo dalla strada per rivolgerlo verso di me, per poi ritornare alla posizione iniziale.

-Oh, nulla, Giorgia che scrive stronzate. - inventai palesemente.

Lui sembrò crederci.

Non gli avevo mai nascosto nulla.
Ma in quel momento, sentivo di farlo.
Non gli avevo ancora raccontato di Harris, era successo tutto molto in fretta.

Oddio, di certo non sarebbe stato geloso, ma non mi andava di raccontargli di lui.

Arrivammo sotto casa mia e spense il motore.

-Dormi con me? - gli chiesi, mettendogli una mano sulla coscia.

Lui mi sorrise, fissandomi con le sue iridi azzurre che brillavano sotto la luce della luna.

-Certo.- scendemmo dall'auto, mi prese tra le sue braccia, prese le chiavi dalla mia borsa ed aprì la porta di casa, chiudendosela alle spalle, con tanto di lucchetto e mi portò in camera mia.

Mi adagiò delicatamente sul letto e mi spogliò lentamente, per poi farlo anche lui, fino a ritrovarci nudi sotto le coperte del mio letto.

A noi piaceva dormire così.
Ci addormentammo poco dopo.

-

Erano passate un paio di settimane da quella notte e tutto sembrava andare per il meglio con Will.
A scuola, veramente no, andava sempre peggio.

La voglia di studiare qualcosa che non mi piace, mi fa sentire molto stretta, e quando sono nelle situazioni strette, non mi piace restarci per molto.

A quel tempo, valutavo ancora di più l'idea di mandare tutto a puttane ed allontanarmi da quello stupido college, fermarmi un anno per lavorare, ed inziare un anno dopo con qualcosa che potrebbe davvero interessarmi.

Will non era molto d'accordo di questa mia scelta, si arrabbiava molto tutte le volte che glielo dicevo.

Ma non mi è mai interessato molto del giudizio altrui, sono sempre andata di testa mia.
Nella vita bisogna esssere un minimo egoisti per poter raggiungere ciò che si sogna, perché se si da sempre ascolto alle persone, si rimane fissi al punto zero.

Mi svegliai, quella domenica, assonnata come al solito, a casa di Will.
Sbadigliai sonoramente ed aprii gli occhi, notando che Will non era accanto a me.

Mi alzai da quell'amato letto, recandomi al grande specchio di fronte a me, aggiustandomi per bene, per poi andare in bagno per farmi una doccia, sistemarmi e vestirmi.

Uscii dopo un 20 minuti, andando di sotto, trovando il mio chef personale che cucinava la colazione(si, è sempre Will, è un tutto fare.)

Mi avvicinai a lui salutandolo, baciandolo calorosamente.
-Buongiorno piccolina. - mi baciò la fronte.
Quanto mi piacevano questi nomignoli che mi aveva dato ultimamente.

-È pronta la colazione, vieni. - ci sedemmo e mangiammo.
Ad un certo punto, squillò il cellulare di Will e lui rispose.
Non sapevo chi fosse e in realtà non volevo nemmeno saperlo, perché non mi interessava più di tanto.
In questi mesi di relazione non ci siamo mai scambiati i cellulari o niente di simile che fanno tutte quelle coppiette.
Semplicemente, se vi tradisce care mie, di certo non vi lascerà le chat in bella vista o dei nomi di ragazze con i cuoricini accanto sulla rubrica.

I ragazzi sono stupidi, quanto furbi.

-Certo, ci vediamo tra 20 minuti al campetto. A dopo. - staccò e si alzò dalla sedia, facendo strisciare quest'ultima sul pavimento lucido biancastro della cucina.

Che fastidio.

-Tesoro, scusami ma mi ha chiamato Jack, dobbiamo giocare a calcetto, ti riaccompagno e vado ok? Al massimo ci vediamo questa sera? -

Che palle ed ora cosa farò?

Annuii solamente, mentre lui si allontanò per prepararsi e cercare le chiavi della macchina, alzai gli occhi al cielo.

Mi prese per mano, entrammo in macchina e mi accompagnò a casa, per poi andarsene dai suoi amici del cazzo.

Posso capire tutto che vuole stare coi suoi amici, ci sta quasi tutta la settimana, escluso il weekend perché sa di dover star con me, ma puntualmente mi da sempre buca.
Che cazzo.
Ma poi, porca puttana! Stavamo insieme, potevi anche rifiutare! No ok!

Decisi che non era ora di andare a casa, fanculo.
Riposi le chiavi di casa in borsa, sbuffando rumorosamente, recandomi verso casa di Harris.

Nelle ultime settimane ci vedemamo spesso, molte volte è capitato che mi avesse invitata a casa sua (per studiare, sia chiaro, sporcaccione.) ed eravamo due buoni amici.

Mi aveva raccontato di come non avesse per niente amici in questa nuova città dove si era trasferito ed ero diventata il suo punto di riferimento ormai.
Gli avrei fatto conoscere Giorgia molto presto.

Arrivai sotto casa sua poco dopo quando sentii dei rumori strani provenienti dal garage.

Ma che cazzo?

CONTINUO.

BELOVED|| H.S. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora