Capitolo 20

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<Harley>

La testa pulsava forte, la luce inondava la stanza e quasi il panico mi assalì perché non era la mia stanza. Immagini della sera precedente mi colpirono come uno schiaffo in pieno viso e mi ricordarono che mia madre era morta e che mi trovavo a casa di Dorian.

Mi misi a sedere passandomi una mano sul viso, la stanza intorno a me era molto spaziosa, le pareti bianche, un cassettone in legno scuro, un armadio anche questo dello stesso materiale, uno specchio a muro a figura intera, le lenzuola color tortora e un tappeto grigio scuro.

Uscii diretta al bagno ma, non sapendo dove fosse, mi sono ritrovata ad aprire tutte le porte del corridoio. Aprii la porta di una stanza molto simile alla mia, ma sul pavimento ci trovai dei calzini, delle scarpe e alcune magliette... sarà la stanza di Dorian.

Trovai infine il bagno, ultima porta a destra, e ci entrai chiudendo a chiave la porta.

Rimasi a fissare la mia immagine riflessa nello specchio.. gli occhi rossi, gonfi dal pianto, i capelli arruffati, le occhiaie nere, il vestito bianco orami completamente sporco di sangue e fango. Mi spogliai ed entrai nella doccia. Il getto d'acqua calda rilassò piano i miei muscoli indolenziti. Lavai con cura e lentezza i capelli come se volessi cancellare tutti i ricordi dalla mia mente, passai la spugna con forza su tutto il corpo, volevo cancellare anche la minima traccia di sangue, volevo che anche la mia pelle dimenticasse. Non so per quanto tempo rimasi sotto la doccia ma quando uscii mi sentii come un'altra, come se non fossi più la stessa persona che ero stata fino alla sera precedente.

Mi avvolsi in un asciugamano, mi pettinai i capelli e poi andai verso la "mia" camera...

Trovai dei vestiti appoggiati al letto. Indossai una maglia che doveva essere sicuramente di Dorian perché mi arrivava quasi fino alle ginocchia per poi tornare in corridoio. L'odore del caffè invase le mie narici. Seguendo la scia invitante mi ritrovai ad entrare in un salone spazioso con al centro un divano grigio, una tv, un tavolo da pranzo molto grande, un finestrone che si affacciava su un giardino, un mobiletto. Superandolo entrai in cucina dove mi trovai davanti un raro esemplare di Dorian selvaggio con i capelli arruffati e senza maglietta, indossava solo un paio di jeans scuri e ad ogni suo movimento i muscoli della schiena e delle spalle guizzavano.

Oh merda... La bava Harley! Controllati!

Ma mi risultava alquanto difficile considerando che ora mi fissava con un misto tra divertito e... nulla gli si leggeva in faccia che aveva già visto questo stesso sguardo un milione di volte.

Mi ricomposi e mi avvicinai, mi abbandonai sullo sgabello del bancone e posai la testa sulle mani.

"Buongiorno, principessa. - fece una risatina in risposta al mio sguardo truce. Odiavo essere chiamata così. - Dormito bene?"

"Mh.. mh.." - mi allungò la tazza del caffè. Sapeva di cannella, caffè e latte.

"Cosa vuoi per colazione?"

"Va bene qualsiasi cosa. Mangerei anche un elefante in questo momento.." -mangerei anche te, ma non vogliamo fare la figura di una stupida vero?

Aprì uno sportello in alta e mi persi a fissare senza pudore tutto quel ben di Dio che avevo davanti. Si voltò e mi ritrovai a guardare il suo petto, i suoi addominali e quella cosa bellissima che... erano i suoi occhi!! Cosa pensavate? Depravati..

Mi diede una brioche e senza tanti complimenti la azzannai come se non ci fosse un domani. Era buonissima, forse la cosa più buona che avessi mai mangiata e anche il mio stomaco la pensava come me.

"Spero ti sia piaciuta almeno.." - disse divertito.

"Mh..mh.." - dissi ormai a malincuore mangiando l'ultimo boccone.

Lost in damnation - anime dannateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora