Capitolo 45

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<Dorian>

Aprii gli occhi lentamente, stiracchiai le braccia sopra la testa ancora assonnato e mi passai la mano sul volto. Avrei dovuto tagliarmi i capelli, erano cresciuti così tanto che a breve il ciuffo mi avrebbe coperto gran parte del viso. Per non parlare della barba, non l'avevo mai portata così lunga ma a quanto pare a lei piaceva...

Mi voltai e la guardai sorridendo.

Aveva il viso mezzo affondato nel cuscino, i capelli arruffati e le labbra schiuse. Le lunghe ciglia scure, le labbra carnose e le guance arrossate, un riflesso involontario come se fosse a conoscenza che la stavo guardando.

La finestra aperta lasciava entrare l'aria fresca del mattino e con lei un raggio di sole che andò a posarsi sul viso di Harley.

Il suo naso si arricciò in una smorfia contrariata e soffocai una risata per non svegliarla. Mi alzai e mi avvicinai alla finestra, spostando le tende in modo che la luce non potesse infastidirla.

Ai piedi della finestra c'era il catasto dei nostri vestiti.

Bussarono alla porta. Non una, non due volte. E non sembravano voler smettere finché non mi vestii in fretta uscendo fuori prima che potessero svegliare Harley.

Edgar mi aspettava in corridoio, si passava le mani nei capelli e sembrava nervoso. Chiusi la porta alle mie spalle prima di inveirgli contro.

"Che vuoi, idiota! Hai quasi svegliato Harley sai?!" - dissi quasi urlando.

"Adesso dormite insieme? - mi squadrò, notando che avevo indosso solo i pantaloni, i capelli scombinati. - Quello è?!"

"Cosa??"

"Cazzo... la ragazza ha tirato fuori gli artigli..." - mi guardai sul petto notando solo allora dei segni rossi, graffi che Harley aveva lasciato.

"Che cosa volevi." - dissi passandomi una mano nei capelli e cambiando argomento.

"Era proprio di lei che volevo parlarti. Non credi sia... sia successo qualcosa. É impossibile che non avessi scoperto nulla prima, lei potrebbe essere come noi e nessuno ne sospettava nulla. Io non credo che ci abbia nascosto questa cosa per tutto il tempo, deve essere successo qualcosa."

"Credi che un demone radioattivo l'abbia morsa trasformandola in una di noi? Queste cose succedono solo nei film e nei fumetti. Ma dall'altra parte io non credo che sia possibile nasconderci una cosa simile..."

"E un potere così grande. - concluse al mio posto. - Io non ho visto nulla ma da quel che mi ha raccontato Efrem credo che sia abbastanza potente. Ha ucciso Arran... Dorian, dobbiamo sapere cosa sta succedendo." - sembrava come stupito e preoccupato.

La porta alle sue spalle si aprì e Efrem uscì in corridoio, gli occhi assonnati, il viso contorto da una smorfia e i capelli rossi tutti arruffati.

"Buongiorno raggio di sole!" - gli dissi mettendomi a ridere poco dopo per lo sguardo omicida che mi aveva riservato.

"Mi spiegate che avete da urlare tanto..." - disse strofinandosi il viso. Edgar si voltò verso di lui solo un secondo e poi continuò a parlare.

"Dicevo a Dorian che abbiamo bisogno di risposte. Se Harley fosse veramente un demone perché avrebbe dovuto nasconderci una cosa del genere?"

"Sbaglio o l'hai fatto anche tu. Le hai mentito quando l'hai conosciuta la prima volta e anche Dorian. Magari è solo spaventata, crede di non essere capita... Proviamo a dimostrarle che quello che è successo non ci importa veramente, magari si sentirà più a suo agio se anche noi raccontiamo delle nostre vite." - disse Efrem con voce roca.

Lost in damnation - anime dannateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora