Capitolo 50

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<Dorian>

Mi accasciai sul letto accanto a lei, ormai senza fiato. Girandomi su un fianco piantai i miei occhi nei suoi ardenti e scintillanti. Nessuno dei due parlava, il nostro respiro affannato riempiva il silenzio mentre temevo che potesse sentire i battiti del mio cuore tanto batteva forte. Le labbra rosse per via dei miei baci, quello strano luccichio negli occhi, i ricci sparsi sul cuscino, le guance che prendevano colore ogni volta che la guardavo. Era bellissima.

"Qual è il piano?" - disse dopo un'eternità di silenzio.

"Cosa?" - mi svegliò dai mie pensieri.

"Domani. Con l'oracolo?" - disse lei sorridendo.

"Ah, non saprei." - dissi facendo spallucce e girandomi sulla schiena. Il suo viso scomparve dalla mia visuale e mi ritrovai a fissare un soffitto bianco.

"Come sarebbe a dire 'non saprei'?" - chiese incredula sollevandosi leggermente, il tanto per rientrare nel mio campo visivo un'altra volta.

"Potremmo non pensarci adesso?" - dissi sbuffando e passandomi una mano sul viso.

Quando tornai a guardarla aveva un'espressione interrogativa sul volto.

"Dico solo che potremmo pensarci domani. Potresti morderti la lingua e goderti questo attimo di pace?" - chiesi. Mi guardò negli occhi mentre la sua espressione cambiava lentamente, stava scavando nella mia anima per capire se le stessi nascondendo qualcosa ma non ne avevo bisogno. Le menzogne mi avevano stancato, ogni volta che le mentivo lei stava male e poi volevo veramente godermi questo momento. Volevo tenerla stretta, accarezzarle i capelli, sfiorare la sua pelle e sentire la pelle d'oca che si creava sotto le mie dita. Volevo baciarla lentamente, guardare i suoi occhi e farla sorridere. Poteva dimenticare tutto quanto per un attimo? Non chiedevo molto, solo una notte senza pensare di poterla perdere da un momento all'altro, senza pensare che questo potrebbe finire.

"Sì,hai ragione. Scusami." - disse lei.

Scossi la testa e le circondai il viso con le mani. - "Mai chieder scusa in amore." - dissi ripetendo le sue parole.

Lei sorrise chiudendo gli occhi e scuotendo la testa. Quel sorriso che mi incendiava il petto, metteva in subbuglio lo stomaco e mandava a puttane il cervello.

Le passai una mano dietro la schiena e la attirai a me.

Parlammo. Parlammo veramente forse per la prima volta da quando la conoscevo. Mi raccontò di alcuni episodi divertenti e imbarazzanti di quando era piccola, pianse ricordando la madre, il fratello e gli amici di una vita che non vedeva da un po'. Le ascoltai, risi alle sue parole e la feci ridere. Era così bello vederla spensierata anche se sapevo che non sarebbe durato molto.

Ridemmo, ci baciammo, parlammo, ci amammo.

Sfiorai il suo corpo con la punta delle dita, la vidi contorcersi e inarcare la schiena contro di me. La baciai ovunque, la accarezzai delicatamente. La vidi irrigidirsi sotto di me in preda agli spasmi. La vidi prendere il controllo, lasciarsi andare completamente e più la sentivo mia più il suo ricordo radicava nella mia anima. Ogni suo gesto, ogni sguardo, ogni suo particolare era tatuato nella mia mente, marchiato a fuoco. Incancellabile.

Si addormentò al mio fianco e io rimasi a guardarla imbambolato per un tempo indeterminato. Finché i miei occhi non si chiusero e non la vidi più, allora la sognai.

***

<Harley>

Quando mi svegliai Dorian dormiva al mio fianco. I capelli gli finivano sul viso e allungai una mano per spostarli. Sfiorai il suo viso con le dita, mi rigirai sotto le coperte e mi ritrovai a fissare il soffitto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 11, 2019 ⏰

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