Capitolo 02

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Oggi è il compleanno della mia adorata Sissi e non vedo l'ora che arrivi stasera per poter festeggiare insieme a lei ma mi sono appena alzata e devo dire che la giornata non è iniziata proprio nel migliore dei modi il che è proprio irritante. Ma proprio tanto.
La mia povera testolina non ne puó davvero piú.

Una persona appena sveglia dovrebbe sentire gli angeli cantare non il Diavolo comandare a bacchetta, chiaro il concetto?

"No! Non starò più al tuo gioco e non prenderò più ordini da te! Non sei mia madre" parlo abbastanza arrabbiata alla donna che mi ha presa con sè anni fa come se non fosse nulla per me.
È praticamente una vita che cerca di crescermi a modo suo ma non ci è mai riuscita, non mi ha mai accettata per come sono, per quella che sono veramente e non riesco mai ad essere me stessa con lei perchè qualcosa in lei mi blocca e questa è la mia rabbia più grande. Tutto questo non mi va più a genio. Fortunatamente non sono un tipo influenzabile e so ragionare con la mia testa che al giorno d'oggi è raro e importante.

Non mi serve qualcuno che mi imponga le sue idee, che mi dica come comportarmi, come parlare, come mangiare, come vestirmi e soprattutto non mi serve qualcuno che mi controlli a vista. Ho solo e sempre avuto bisogno di qualcuno che mi facesse sentire a casa, che mi volesse bene, che mi desse consigli e che mi proteggesse sotto la sua ala nei momenti di difficoltá. Un abbraccio caloroso in cui rifugiarmi quando i pensieri negativi tentavano di trascinarmi a terra, quando le lacrime, ad un solo ed unico pensiero, scendevano senza preavviso lungo le mie guance mandandomi fuori di testa. Volevo solo questo, nient'altro.

"Signorina tu non mi parli in questo modo, capito?" mi punta il dito contro e alza la voce, quella voce che mi ha sempre messo una certa soggezione fin da piccola ma che adesso alimenta solo il mio odio.

Adesso basta però, non mi farò intimidire ancora una volta da lei e dal suo tono forte di voce; non mi capisce mai e qualsiasi cosa faccia getta sempre la colpa su di me, anche se spesso la colpa non è la mia, ma come si dice; è più facile incolpare gli altri per avere la coscienza pulita.
Sono un tipo che non parla mai, subisce e subisce ma quando arriva la goccia che fa traboccare il vaso esplode e il vaso te lo spacca in testa.

Mi fa sentire tremendamente sbagliata e in colpa per qualsiasi cosa, anche per la più piccola e insignificante e mi fa sentire sempre la causa di ogni problema, e questa è la cosa più snervante di tutte.
Una persona del genere non può dire di amarti e di volerti bene, perché se una persona tiene a te non cerca di cambiarti da cima a fondo ma ti accetta così per come sei e soprattutto non ti viene addosso ogni volta che le è possibile e che le girano per i fatti suoi.

Perché cambiare per qualcuno poi? Non ne vale la pena soprattutto per gente così.
Se proprio dovessi cambiare, lo farei piú per me stessa che per qualcun altro.
Qualcuno che ti ama, può amarti anche grazie ai tuoi difetti. Perchè senza quelli non saremmo completi, è giusto averli, ovviamente senza esagerare. Bisogna avere anche dei pregi, pregi che potranno aiutarci nel percorso che chiamiamo vita.

"Tu non decidi più sulla mia vita! Mi hai sempre privata di qualsiasi cosa e vorresti farlo anche adesso che vado all'università? Beh, non sono più sotto il tuo controllo, lasciami vivere la mia vita, lasciami vivere!" non mi farò privare della festa della mia amica solo perchè pretende che debba restare con lei in questi due giorni, una vita a tenermi segregata evidentemente non gli è bastata.
Vorrebbe sempre privarmi di tutto come faceva un tempo, quando ero bambina. Non uscivo mai, non facevo mai veramente quello che desideravo, una piccola cenerentola senza i topini a farle compagnia. C'era solo la matrigna.
Stava sempre a pretendere, anche adesso, come se io non avessi una vita. Lo ripeto.
Adesso che ho una vita tutta mia e non la mollo più.

"Odio la presunzione che hai!" urlo mentre esco dalla porta di casa e con un tonfo la chiudo dietro di me lasciando la donna senza un saluto.
Sapevo che venire a casa, se così si può definire, sarebbe stato sbagliato.

Explosion- Ian Somerhalder #Wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora