Capitolo 18

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IAN'S POV

Pazzo. Sto diventando pazzo.

Sono due giorni che io ed Erin ci comportiamo come due perfetti estranei e non so più che fare, mi sento inutile ma più che altro in colpa..se solo non avesse letto quella maledetta agenda. Non ha voluto nè dormire con me la notte nè uscire. Si è limitata a dirmi che non aveva sonno e che restava sul divano a guardare la televisione ma quando la notte mi alzavo per controllare la vedevo dormire e così la coprivo e restavo qualche minuto a guardarla con la speranza che tutto fosse stato solamente un incubo. Questo per due notti consecutive ma stanotte giuro che dormirà con me, mi manca troppo stringere il suo esile corpo tra le braccia. Non mi dà confidenza e non mi parla, mi manca anche il suo sarcasmo. C'è qualcosa di strano in tutto questo. Si, forse ha solo bisogno di tempo per capire cosa le è successo. Adesso è sul divano in pigiama con i capelli legati, avvolta in una coperta, accompagnata da una tazza di cioccolata calda e sono solo le cinque del pomeriggio.
Sorrido al pensiero, il pensiero che non é come le altre, che adorano andare a ballare, ubriacarsi, fare baldoria.
Lei é questa, divano, libri e casa.
Lei sa di casa.
Tolgo la maglia e la metto a lavare in bagno e resto solo con i pantaloncini, poi torno in salotto. Mi siedo accanto a lei e sembra non farci nemmeno caso dato che è intenta a guardare "Dottor House".

"Quell'uomo è un pazzo" indico con la mano l'uomo in tv. "È un genio incompreso" dice sorseggiando dalla tazza con lo sguardo fisso sul televisore. "Beh, forse.. Ma questo non toglie il fatto che mette a rischio un sacco di vite".

"Secondo me ne salva più di quante dovrebbe". Parla ma non mi guarda nemmeno in faccia. E poi come fa a parlarmi in questo modo di un film che guarda da circa mezzora?
"Sa sempre quello che fa" dice poggiando la tazza sul tavolino. Resto fermo, nulla da obiettare. Quell'uomo sa sempre quello che fa e a cosa va incontro. "Cos'hai detto ad Astrid quando sono entrato nella stanza in ospedale?" chiude gli occhi e sospira, si volta verso di me e li riapre "niente di importante".

"Sicura?".

"Più che sicura".

Non insisto e mi alzo senza pensarci, vado in camera da letto a cercare quella cazzo di carpetta, voglio vedere la sua reazione a ciò che ha scritto, magari qualcosa su di me. La trovo e gliela porgo appena sono davanti a lei "leggi".

L'afferra e mi guarda interrogativa "cos'è?" dice alzando gli occhi per guardarmi. Non rispondo ma mi siedo accanto a lei per l'ennesima volta ed inizio a fissarla.

Prende tantissimi fogli in mano e non sa come tenerli così l'aiuto. "Leggi il primo che capita, ad alta voce" lei annuisce e afferra un foglio ed inizia a leggere.

"Pensiero del giorno:
Sono sempre stata l'ancora di tutti ma mai il mare di nessuno"
Nessuno mi hai mai dato importanza più di quanto dovesse fare. Nessuno.
Ma se fosse arrivato quel momento? Nessuno mi fa sentire come mi fa sentire lui, e.. Se diventassi il suo mare? Se diventassi per qualcuno quello che ho sempre desiderato? E se per caso qualcuno mi mettesse sempre al primo posto..io, come mi sentirei?"

Smette di leggere e mi guarda un po' accigliata "perchè devo leggere queste schifezze? Non ha senso" fa una smorfia indecifrabile.

"Non sono schifezze, almeno potresti capire e ricordare qualcosa, su leggi".

Afferra un altro foglio.

"Pensiero del giorno:
Cercare constantemente qualcuno che ti ami è stancante. Appena trovi qualcuno, un amico o un'amica che ti sappia capire ti ci aggrappi come se fosse uno scoglio. Ed io lo faccio sempre, mi ripeto "magari questa è la volta buona" ma appena ti delude ti senti malissimo e non puoi far altro che continuare la tua ricerca. Credi di trovare l'amore, ma l'amore è la forma più grande di sofferenza. Non c'è niente che può renderci felici in eterno".

Si ferma nuovamente ma non sembra minimamente toccata dalle sue stesse parole. "Leggi l'ultimo che hai scritto" gli passo il foglio "come sai che è l'ultimo che ho scritto?".

"Perchè eravamo a letto e tu non sei voluta rimanere con me perchè dovevi scrivere..e poi mi hai accennato qualcosa".

Annuisce..

"Pensiero del giorno:
Se una persona ti rende felice in così poco tempo magari significa che la felicità esiste, anche per un piccolo momento, un piccolo infinito, perchè quando sei felice pensi che quel piccolo momento ti basti per sempre. La felicità che mi suscita Ian, mi basterà. Ian..mi piace sul serio. Non c'è ancora un noi veramente definito ma spero che ci sarà."

"Ian non capisco".

"Cosa c'è da capire? Cazzo! Voglio solo che tu non sia così distante, vorrei solo che tu tornassi quella di prima e che capissi che teniamo l'uno all'altro anche se sono passate poche settimane" la prendo tra le mie braccia e la stringo anche se la sento irrigidirsi un po'.

"Ian" sussurra ad un tratto "dimmi".

"Se solo capissi cosa mi stai facendo.." si appoggia al mio petto e non ho idea di cosa rispondere perchè in questo momento trovo questa frase insensata.

---

La notte non sono riuscito nuovamente a convincere Erin a dormire con me. Nonostante il tempo che siamo rimasti abbracciati, nonostante si sia sciolta tra le mie braccia, non ci sono riuscito.

Questa mattina dobbiamo andare dal medico e stiamo aspettando quella cocciuta di Astrid sotto casa. Ci ha praticamente minacciati di morte se non l'avessimo aspettata.
Le donne..tutte testarde?
Quando sale in macchina fa una smorfia "sai..Ian penso ancora che non dovremmo andare" metto in moto la macchina e inizio a guidare.

Guardo Astrid dallo specchietto retrovisore mentre Erin è al posto del passeggero ma non spiccica parola. "Perchè?". Imbocco la strada del centro e mi maledico immediatamente per averlo fatto, c'è un traffico pazzesco. "Insomma, non le daranno mica delle medicine e la memoria torna Ian..". Beh..ineffetti ha ragione ma un controllo non farà male no?

Resto sulla mia idea e non appena il traffico si sblocca riparto. "Sei proprio testardo" sbotta Astrid ma non le do ascolto. Con la coda dell'occhio noto che Erin sta appoggiata con la testa al finestrino, le braccia incrociate e lo sguardo perso nel vuoto. Come vorrei essere io quel vuoto..

Quando arriviamo in ospedale, il medico sta finendo di visitare una paziente e quindi l'infermiera ci dice di aspettare.

"Signorina White, può entrare" dice l'infermiera dopo aver fatto uscire la paziente precedente. A me e ad Astrid non ci fanno entrare e quindi ci tocca aspettare ancora.

Dopo, quasi quindici minuti sento Astrid sbuffare e muoversi sulla sedia continuamente, prima accavalla le gambe, poi si mette composta, poi cambia gamba e l'accavalla e così via... Questa cosa mi irrita. "Cos'è? Ti si è addormentato il sedere?".

"Zitto idiota!" mi guarda torva. "Sei irritante quindi sta ferma, altrimenti vatti a sedere nell'altro corridoio, lontano da me, sono già nervoso di mio" sbuffa nuovamente prima di sussurrare un brutto commento indirizzato a me "brutto imbecille".
Ma bene...queste donnine oltre che testarde pure maleducate.
"Sai..nessuno ti ha chiesto di venire con noi.." sono abbastanza nervoso..ci mancava solo lei.

"Sai, se non era per te adesso Erin non mentirebbe e di certo non saremmo qui".

ASTRID'S POV

Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!

Explosion- Ian Somerhalder #Wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora