Capitolo 20

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"Ha senso. Stiamo insieme da tanto tempo e pensare che adesso tu abbia perso la memoria mi distrugge. Veramente. Fa male pensare che non ricordi più nulla. Non ricordi che voglio renderti felice ed è la cosa più brutta che poteva succedere perchè non ho mai voluto rendere felice qualcuno, mai fino a quando non sei arrivata tu. Voglio costruire nuovi ricordi con te, a partire da questo momento".
Dice tutto così intensamente. Sembra così sincero mentre parla a raffica e gesticola. Me la sta facendo pagare, vuole farmi sentire in colpa il bastardo e ci sta riuscendo benissimo. Ma lui non sa che io so che lui sa! Insomma..non sa che io so che lui sa che mento! Basta, ci rinuncio!

"Saremo felici Erin..voglio darti tutto quello che non ti ha mai dato nessuno". Le sue parole sembrano così vere. Avanza verso di me a passo lento come se fosse un gatto che sta per azzannare il topo.

"No stai fermo lì" lui si ferma e io mi appoggio alla parete dietro di me e scivolo giù. La schiena aderisce al muro e porto le ginocchia al petto circondandole poi con le braccia. Mi guarda confuso, mi sta di fronte, poi indietreggia e fa la stessa cosa che ho fatto io, si appoggia al muro e scivola giù imitandomi. Adesso siamo seduti uno di fronte all'altro a circa tre o quattro metri di distanza. "Non puoi usare queste parole con me.." abbasso lo sguardo sulle mie mani evitando di guardarlo negli occhi.

"Si che posso". Sento il suo sguardo su di me.. Perchè stiamo giocando a questo gioco? Se sa che fingo perchè non mette fine a questa cosa? È assurdo.

Mille pensieri si fanno strada nella mia mente e ad un tratto calde lacrime scendono incontrollate sulle mie guance. "Erin perchè piangi?" fa per alzarsi ma si blocca all'istante quando gli faccio cenno con la mano di fermarsi. "Va bene..a quanto pare non vuoi che mi avvicini.." alza le mani in segno di resa "..e resterò qui..ma almeno parlami".

Inizio a singhiozzare..non riesco a fermarmi e non ne so bene il motivo.

Dopo vari minuti in silenzio cerco di calmarmi e appoggio la testa contro il muro guardando in alto e stringo più forte le gambe tra le mie braccia.

"Sai che mento.." mi mordo il labbro inferiore "perchè non me l'hai rinfacciato?".

Sospira prima di parlare "volevo capire il motivo per cui lo facessi.. E non sono il tipo che rinfaccia le cose Erin.." la sua voce è bassa, quasi mi uccide. Non rispondo, asciugo le lacrime e resto in silenzio, insicura sul da farsi.

"Ho pensato che giocare al tuo stesso gioco ti avrebbe fatta cedere, ma non in questo modo..non voglio vederti piangere" velocemente lo guardo e alla fine capisco che è lui a sentirsi in colpa. Chiudo gli occhi per controllare i singhiozzi e poi prendo coraggio..dopo tutto questo dovrei fargli capire quello che ho provato. Partire dall'inizio.

"Ho trovato la tua agenda".

"Lo so!" dice interrompendomi, sembra alquanto irritato. "Mi dispiace averla letta ma è caduta a terra, la stavo raccogliendo e non nego la mia curiosità.."

"Non è questo il punto..".

"Fammi parlare per favore.." il mio sguardo rivolto ancora verso l'alto. Guardare tutto tranne che lui mi calma. Non dice nulla ma schiarisce la gola.

"Aver trovato quei nomi di ragazze scritti sull'agenda mi ha fatto male..molto male. Tra di essi c'era il mio di nome e questo ha spezzato qualcosa in me. Poi.. Trovare il nome di Astrid..una mia amica, ha completato il lavoro. Alla fine mi sono ritrovata a piangere e a rompere tutto..anche se tu non c'eri e..di sicuro avrei voluto tirartele addosso quelle lampade. Insomma, ti segni l.." mi blocco.. la vista è appannata e gli occhi bruciano a causa delle mie dita che asciugano constantemente le lacrime. Non oso guardare nella sua direzione, piangerei di più.

Explosion- Ian Somerhalder #Wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora